È un problema davvero serio che un sostituto, che ha in mano le sorti e le vite delle persone, non arrivi a comprendere che ha, oltre l’obbligo dell’azione penale, e prima di esso, il dovere di onorare la giustizia con la serietà indiscutibile delle proprie azioni
Storia pistoiese della Colonna Infame
ma traducete il latino per l’avvocata Giunti…
PIÙ CHE IN DIFFICOLTÀ LA GIUSTIZIA
A PISTOIA È ALLO STADIO DI PRECÒMA
Nel nostro codice penale c’è una norma, l’art. 40 co. 2, che recita: Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo.
Nel nostro codice di procedura penale l’art. 358 recita: Il pubblico ministero compie ogni attività necessaria ai fini indicati nell’articolo 326 e svolge altresì accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta alle indagini.
Nella nostra Costituzione, che tutti hanno sempre in bocca, ma quasi nessuno conosce e rispetta, l’art. 54 ordina: 1. Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.
2. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.Ecco: io sto lottando dal giugno-luglio 2020 con la procura di Pistoia, perché, passo passo, ho accertato – dato che non sono un minus habens, e che, a differenza di alcuni dei sostituti e di certi CC polizia giudiziaria, conosco la lingua italiana e ne ho piena padronanza e comprensione –; ho accertato le mosse e i pasticci abborracciati (posso esprimere una personale opinione?) del sostituto Claudio Curreli, che, nel suo volenterosismo filo-perròzzico, ha – a mio parere – tratto in inganno e fuori strada perfino la Gip Patrizia Martucci. E qui parlo come tecnico filologo con tutte le garanzie accademiche e di legge.
Con il comportamento, a mio parere né terzo né imparziale, del sostituto Claudio Curreli che, sempre a mio parere, è incompatibile con Pistoia e il suo tribunale, dacché lavora gomito a gomito con la moglie e nelle stesse materie, lui in penale e lei in civile: si arriva necessariamente, pur senz’essere un magistrato dell’antimafia, a capire che c’è qualcosa che non quadra, nel tribunale di Vanni Fucci, perché non può logicamente quadrare.
In un ragionamento qualsiasi, infatti – sia logico-matematico che logico-giuridico o cos’altro –, perché tutto il nocciolo ragionativo-cognitivo sia errato, non occorre che l’insieme sia realizzato a suon di zoccoli da asino: è sufficiente anche che vi sia un singolo elemento fuori posto per inficiare l’insieme. Una cellula tumorale, infatti, determina la fine esiziale dell’individuo colpito, se non è presa in tempo ed estirpata. E a volte non basta.
A questo proposito io mi chiedo (e chiedo al Tribunale di Pistoia; all’Anticorruzione; alla Direzione Nazionale Antimafia; al Ministro della Giustizia Cartabia e a tutto il suo staff di dormienti; al Csm di Ermini che – dice Renzi – distrugge le prove; alla Procura di Genova, competente per i magistrati di Pistoia e, a mio parere, inefficace oltre il credibile; alla Procura Generale della Cassazione e , infine, allo stesso Quirinale); mi chiedo come sia possibile far finta di niente dinanzi all’opera di Claudio Curreli, magistrato, che coordina, con Terra Aperta, ossia i movimenti dei clandestini in Pistoia e che – qualcuno riesce a negarlo? – viola l’obbligo di rispettare la Costituzione e le leggi italiane e di lavorare con i requisiti della disciplina e dell’onore, per lo stato e per il primo organo costituzionale, il corpo elettorale, non per chi vuole venire in Italia senza documenti.
È un problema davvero serio che un sostituto, che ha in mano le sorti e le vite delle persone, non arrivi a comprendere che ha, oltre l’obbligo della azione penale, e prima di ogni altra cosa in tal senso, quello di onorare la giustizia con una serietà di azioni che (mi spiace assai, signori padroni delle nostre vite), a mio parere, non si evidenzia né in Curreli né in Coletta né in Grieco né in nessun altro di tutti coloro che hanno toccato, anche con un solo dito e solo per un attimo, questo pessimo, a mio parere, processo politico-politicizzato.
Il primo responsabile, tuttavia, in tutto questo inferno, di cui la mia coscienza non ha alcun timore, anche se dovessi essere (ingiustissimamente, peraltro) condannato e solo perché sto sulle scatole ai «re d’Israele» come ci stavano i profeti biblici, è il, a mio parere, riporvevole sindaco di Quarrata, Marco Mazzanti: malauguratamente mio scolaro in terza media e capace solo di presenziare inaugurazioni e banchetti indegnamente adorno di fascia tricolore.
Se fosse stato un vero sindaco, ma soprattutto meno sciocco, l’avvocata del Perrozzi, l’Elena Giunti che non sa il latino, non avrebbe dovuto strillare in aula che “si stava facendo un processone per due parcheggi”. Ma anche lei non ha letto una carta e, forse, se la avesse letta, dinanzi all’istituto della dicatio ad patriam per certe terre e strade, pur di proprietà, si sarebbe fermata perché non sa, come ho scritto molte volte (e me lo ha detto lei stessa), il latino.
È il Mazzanti, cari «re d’Israele» della Procura, che dovrebbe essere inquisito e fin da sùbito. Perché, dinanzi alle mie osservazioni (io chiedevo solo che si applicassero le norme e le regole in vigore), ha preferito andare dalla Paola Bardelli, su Tvl (Tv fra l’altro cara anche al sostituto Claudio Curreli che vi parla nei servizi dedicati non all’applicazione delle leggi, ma alla loro disapplicazione con Terra Aperta!); ha preferito, dicevo, presentarsi dalla Paola Bardelli, su Tvl a 6 in diretta, fra bistecche al fuoco e salsicce alla brace, e dire che le storie da me sollevate sulle vicinali-interpoderali e il Montalbano area protetta, ma massacrata e stuprata, erano tutte e soltanto «scemate di beghe fra confinanti».
Ecco, ora è incontestabile che:
— il sindaco Mazzanti non ha fatto niente di ciò che doveva;
— la sua giunta non ha fatto niente di ciò che doveva –anzi: l’assessore all’edilizia, Simone Niccolai, faceva il costruttore abusivo dietro la sua abitazione e nessuno lo ha fatto dimettere;
— la sua assessora alla legalità, l’avvocata Francesca Marini, aveva contratto la sordità di Beethoven e non sapeva né leggere né scrivere né rispondere a un cittadino;
— il suo alter ego Gabriele Romiti, detto Romitino, futuro sindaco fantoccio, dietro le cui spalle continuerà a lavorare di sottofondo il Mazzanti, non ha fatto ciò che doveva come assessore ai lavori pubblici;
— i suoi segretari – sia la graziosa Grazia Razzino, che fuggì come un razzo; sia oggi, l’agguerrito Luigi Guerrera, responsabili dell’anticorruzione – non hanno mai fatto un bel niente dinanzi ai falsi stilati e sottoscritti da questi signori: ingegner Iuri Gelli; comandante (in pensione) Marco Bai; ingegner Andrea Casseri; geometra Emanuele Gori (ma forse anche altri), tutti adorati dal Mazzanti, e che non hanno fatto, come si dice, una beata mazza.
Ma poi sono entrati in scena anche:
— il luogotenente Maricchiolo, CC-Quarrata, che non ha fatto indagini come doveva
— ha – ne sono certo – sibilato tremendi suggerimenti all’orecchio del sostituto Leonardo De Gaudio con annessi e connessi (e responsabilità diretta del sostituto Claudio Curreli, che non va troppo d’accordo con l’italiano, ma molto di più con le sue idee, a mio parere preconcettamente punitivo-persecutorio-colpevoliste a priori. E il resto è agli atti.
Ora che tutti hanno tutto in mano, perché a tutti ho spedito gli strumenti per capire e non sbagliare: se decideranno di avanzare comunque come i nazisti in Polonia e nei Sudeti, vorrà dire che il sangue dei giusti – tanto per parlare in termini di ebraismo ai «re d’Israele» della procura di Pistoia – dovrà per forza ricadere sui colpevoli e sui figli dei figli di essi.
Del resto non è questa la teoria che anima anche ciò che il sostituto Giuseppe Grieco ha detto nell’aula del giudice Alessandro Azzaroli per far condannare a 15 giorni di carcere mia figlia, epigona di tale padre e colpevole (presunta, aggiungo) solo di aver parlato a voce forse troppo alta al telefono lungo una strada comunale?
Di questo, personalmente io la ringrazio, gentile dottor Grieco. Ma aggiungo che sono orgoglioso che lei somigli alla mia razza fiera, inflessibile, onesta e assetata di una giustizia che a Pistoia non c’è proprio.
È mia figlia, con tutti i pregi e i difetti, ma certamente mia. E questo non farebbe certo fallire neppure un ipotetico test del Dna.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Bollettino
per i
naviganti
Più o meno dallo scorso aprile – ma l’inizio della faccenda risale all’anno scorso, se non erro –, sono stati stoppati, per le loro precipitose richieste di sanatoria di un mucchio di lavori eseguiti abusivamente a Lecceto, i seguenti signori: Romolo Perrozzi con le figlie Gaia Perrozzi e Giada Perrozzi; Sergio Luciano Giuseppe Meoni, Margherita Ferri e Mara Alberti.
Il tecnico che ha seguito le pratiche – fra l’altro, da quel che ho visto, anche con varie risposte direi “sospette” nella cosiddetta dichiarazione definita Asseverazione – è unico per tutto il gruppo, ed è l’ingegner Lorenzo Borelli.
Questo gruppo ciclistico da Giro d’Italia, ha anche un unico avvocato, Roberto Ercolani di Firenze, che sta baccagliando con il Comune per ottenere le sanatorie che ai suoi assistiti associati non spettano. Insomma: Tutti insieme appassionatamente come nel film oppure in odore e in ipotesi di associazione per delinquere ex art. 416 cp, datoché, ben coalizzati fra loro, stanno facendo la guerra, a me e ai miei, dai tempi biblici?
Trovo interessante sottolineare anche un altro aspetto non secondario. Ed è che, da riscontri incrociati e rilievi molto più accurati e attenti di tutti quelli effettuati dai sostituti PM a iniziare da Claudio Curreli, non è contestabile il fatto che i signori Sergio Luciano Giuseppe Meoni, Margherita Ferri e Mara Alberti, non dispongono di atti di proprietà idonei e validi.
Pur essendo, infatti, in possesso, a loro dire, di una specie di foglio che accreditano come Condono Edilizio – elemento indispensabile per validare ex tunc i molteplici contratti di compravendita da terzi e fra loro –, tale documento risulta, per tabulas, come ottenuto con false dichiarazioni e in assenza di un atto di assenso di mia madre, Bruna Lapini, richiesto per la concessione e mai presentato.
Voglio ricordare al sostituto Curreli, ai suoi colleghi, alla corte, che la signora Lapini è morta senza essere mai più potuta tornare a Lecceto, sua casa natale e di proprietà, perché il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale di Pistoia, aveva illecitamente ottenuto, dal Comune di Quarrata, le autorizzazioni a chiudere le vicinali-interpoderali e, in séguito. nel 2008, le loro necessarie pertinenze (piazzòle) gravate da sempre da servitù di uso pubblico.
Per favore qualcuno lo spieghi per bene ai sostituti, ai giudici e, infine e soprattutto, anche all’avvocata Elena Giunti, che non sa il latino ed ha ancora molto da studiare. Ovviamente… sempre a mio parere.
e.b.