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PISTOIA. La notizia è apparsa su La Stampa di Torino e riporta — per l’ennesima volta — le conseguenza dell’uso massiccio e indiscriminato dei diserbanti fitofarmaci.
Tali prodotti di sintesi sono delle minacce a breve termine per la salute umana, essendo interferenti endocrini, teratogeni e cancerogeni: lo abbiamo pubblicato in modo ripetuto e per questo ripresentiamo solo il testo pedissequo dell’articolo che richiama Pistoia con 5mila ettari di vivai e così città Capitale, ma non della Cultura, ahinoi, come ci dice il titolo.
LA CAPITALE ITALIANA DEL GLIFOSATO
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“Alle criticità legate al principio attivo, la cui pericolosità è stata per anni sottostimata e anche nascosta, va aggiunto l’uso elevato e ripetuto che se ne fa, dovuto anche al costo molto basso.
Un utilizzo che in certi casi è anche improprio: il rinvenimento di tracce di glifosato nella birra, infatti, mostra come l’erbicida venga utilizzato anche per facilitare il raccolto di cereali come l’orzo”, dice Stefano Benevenuti, ricercatore della facoltà di Agraria dell’università di Pisa.
Proprio in Toscana si trova la capitale italiana del glifosato.
A Pistoia, infatti, gli oltre 5mila ettari di vivai che la rendono città verde d’Europa hanno anche un lato oscuro: l’uso massiccio dell’erbicida.
“Se in agricoltura i trattamenti con il glifosato avvengono una o due volte l’anno, a Pistoia nei vivai si arriva a usarlo con cadenza mensile”, aggiunge Benevenuti.
Come se non bastasse, racconta Marco Beneforti del Wwf, “i vivai si trovano in mezzo alle case, lungo i fiumi anche senza rispettare la distanza prevista dalla legge. Le persone che vivono vicino ai vivai, in molti casi creati dopo la costruzione delle abitazioni, corrono il rischio di inalare i pesticidi.
Non sono mancati casi di intossicazione, e si sono osservati fenomeni di dilavamento nei fiumi di queste sostanze chimiche”.
[Alessandro Romiti]