PISTOIA. Da lunedì è nuovamente ceduto l’asfalto che copre la gora di Scornio. A questo giro il manto stradale è sprofondato alla fine di via Buonafonte, quasi sullo stop che precede l’entrata in Via Dalmazia.
Il cedimento ha interessato il tratto di strada compreso tra due longarine metalliche e sorretto solo da una rete di fili più che arrugginiti e corrosi, ormai totalmente consumati.
Osservando il tracciato della gora di scorno da dentro, proprio dal punto di collasso, è possibile notare l’immissione di una tubazione in cemento di circo 25 cm di diametro, evidentemente proveniente da via Bellaria.
Si scorge perfettamente la volta in mattoni e altrettanto nitida appare una struttura in pietra di fiume, forse connessa con l’antico lavatoio che fino agli anni 30 – come raccontato da Dino Bisacci – consentiva alle donne di accedere allo spazio adibito al bucato.
Come abbiamo già documentato (vedi: Le gore di Pistoia. Parte nona), anche con video, attualmente nel letto della gora di Scornio fluisce una discreta portata d’acqua, costante, limpida e pulita, ovviamente a livello macroscopico e grossolano, nonostante i non pochi probabili scarichi.
In merito alla provenienza di questa portata d’acqua, Renzo Cioni ricorda che nella gora «alcuni anni fa è stata convogliata una sorgente che, intercettata durante alcuni lavori, zampillava addirittura a livello del manto stradale all’incrocio di via della Chiesa Nuova con l’inizio di via degli Olivi, rinominata attualmente via dell’Agrifoglio».
Solo oggi, nella tarda mattinata, l’acqua ha iniziato a diventare terrosa e scura a causa del dilavamento della dell’abbondante pioggia.
Per quanto attiene all’antica presa della gora di Scornio, che prendeva l’acqua della Brana, si veda qui: Le gore di Pistoia. Parte terza.
Sempre Renzo Cioni riporta che la gora fu chiusa quando furono costruiti i palazzi dopo il distributore dell’Agip. «E fu chiusa male, non a volta ma con dei lastroni di cemento, tanto che più di un pullman, costretto dal traffico a salirci sopra, l’ha sfondata».
La manutenzione delle antiche gore, ancorché dismesse, risulta è un lavoro non banale, per il quale monitoraggio, programmazione e quadro conoscitivo dell’infrastruttura risultano fondamentali.
[Lorenzo Cristofani]