CASALGUIDI. Ho monitorato per oltre 15 ore l’andamento dell’incendio, cercando di dare più informazioni possibili ai cittadini attraverso i social network, i blog, i giornali locali e nazionali, Tvl, e direttamente con messaggi o telefonate.
Ore passate sul posto, a vedere direttamente con i miei occhi come stava andando, parlando con i tecnici dell’Arpat e dell’Asl, con i responsabili della Discarica, con gli amministratori presenti, sindaco e assessore all’ambiente in testa, con i tecnici, i Vigili del Fuoco, i Carabinieri.
Ore passate a cercare di capire, senza tirare alcuna conclusione, solo con l’intento di poter dare informazioni preziose ai cittadini, preoccupati, o meglio allarmati, per l’enorme nuvola di fumo.
Ora che le fiamme sono spente, l’aria è tornata respirabile, o almeno non maleodorante, ora che l’emergenza è terminata, voglio però dire qualcosa di più, fare un’analisi un po’ più approfondita, ripartendo da quello che ho visto e sentito.
Ho visto un cratere enorme, con un fronte di fuoco impressionante, in un impianto gigantesco che non avrebbe dovuto essere realizzato lì, con quei criteri, con quelle caratteristiche.
Lo dicevo 25 anni fa, prima che venisse realizzata la discarica, ho continuato a dirlo negli ultimi 20 anni.
Purtroppo avevo ragione.
Ho visto uomini che si sono prodigati per ore per domare l’incendio e non parlo dei Vigili del Fuoco, che hanno messo certo un grande impegno ma che, probabilmente, hanno scontato una sottovalutazione iniziale e un coordinamento non ottimale se è vero, come è vero, che gli elicotteri sono arrivati solo dopo 15 ore dall’inizio dell’incendio e le squadre di supporto dalle altre province solo dopo molte ore.
Parlo invece degli operai della discarica e delle ditte che lavorano per la discarica che hanno rischiato la vita per andare a gettare terra sulle fiamme con un andirivieni di camion per tutta la notte. Complimenti a loro e grazie di cuore.
Ho visto un sindaco presente fin dal primo momento e un assessore all’ambiente attento, preparato e volitivo ma ho anche visto che la macchina comunale ha stentato a mettersi in moto in questa situazione di emergenza.
Sapendo di avere sul territorio da 20 anni un impianto del genere, potenzialmente pericoloso, non era il caso di studiare a tavolino la gestione di una simile catastrofe (si chiama protezione civile?) in modo tale che ognuno sapesse cosa fare, come fare, quando fare?
Ogni anno a scuola facciamo fare ai nostri figli le simulazioni per le evacuazioni in caso di terremoto ma non ci è mai passato per la mente, in 20 anni, di sperimentare a tavolino un piano di emergenza per la discarica.
Ho visto un sistema di comunicazione alla popolazione troppo lento, timido, indeciso.
Di fronte all’allarme crescente di tanta gente, le prime telefonate che avvisavano di tenere chiuse le finestre sono arrivate dopo tre ore dall’inizio dell’incendio e il primo comunicato ufficiale a mezzanotte, quando la discarica bruciava da oltre sei ore.
Ho visto i Carabinieri già intenti alle indagini per capire se l’incendio è di natura dolosa, visto che in mattinata era stata trovata tagliata la rete di recinzione.
I Carabinieri faranno il loro lavoro in modo scrupoloso ma, vi dirò, non mi interessa sapere davvero se l’incendio è doloso o meno.
Quello che so è che i miei polmoni sono stati costretti ad inalare aria irrespirabile, e con i miei quelli dei miei figli e quelli di tutti gli atri abitanti di Casalguidi, di Cantagrillo, di Ponte Stella e di tutte le altre zone colpite.
E so che tutta questa gente non lo meritava, non aveva colpe, non se lo aspettava ma lo ha subito.
Qualcuno dovrà pagare per tutto questo.
Federico Gorbi
Capogruppo “Serravalle Popolari e Riformisti”