GRILLO, L’EURO E IL TERRORISMO: QUALI PRIORITÀ PER UN’EUROPA DA ROTTAMARE?

fuori dall'euro 5 stellePISTOIA. Già da mesi Beppe Grillo ha lanciato la campagna di mobilitazione per l’uscita dalla moneta unica europea e ormai l’opinione pubblica riconosce questa battaglia come prioritaria per il Movimento 5 Stelle. Oltre, ovviamente, alla per molti utopica diffusione dell’onestà e all’inserimento del reddito di cittadinanza.

Dal punto di visto teorico l’uscita dall’euro viene sostenuta anche da insigni economisti divenendo pure oggetto di ricerca scientifica come dimostra il nutrito interesse per l’attività del prof. Alberto Bagnai dell’Università di Pescara.

Il fatto che il fronte anti-euro non sia unito e compatto, ma marci diviso e con aspre polemiche tra 5 Stelle e – trai tanti – Claudio Borghi, economista e responsabile economico della Lega Nord, contribuisce solo a svilire le ragioni di chi cerca una exit strategy, via d’uscita, al peccato originale di aver unificato con la moneta di sistemi economici anche profondamente differenti ed eterogenei.

Le prove provate dell’eurofallimento, collegate alla desertificazione industriale del lombardo-veneto e al generale genocidio di partite iva a spasso per il Paese, sono state ampiamente e accuratamente analizzate dagli addetti al settore e vengono frequentemente divulgate in varie occasioni: l’ultima, a Pistoia, al dopolavoro ferroviario qualche giorno fa (vedi).

Ci sarebbero alcune considerazioni da esprimere sulle priorità di una forza politica, i pentastellati, ormai per molti ragionevolmente gli unici, qualora riescano ad ottenere i numeri e andare al governo, a poter cambiare questa espressione geografica chiamata sbrigativamente Italia. A meno che non si vogliano riporre le ultime speranze nel default o nel suicidio…

Stafano Fassina
Stafano Fassina

Il punto rimane che, prescindendo dalla questione monetaria, è tutta l’architettura della macchina amministrativa, e cioè Stato, Regioni, Comuni, Enti intermedi, Aziende Sanitarie, Consorzi di bonifica, Aziende dei servizi pubblici etc., che deve essere prioritariamente rivoluzionata e riadattata ad un contesto economico europeo sulla via di una decrescita forzata.

Il Vecchio Continente ha esaurito la fase di fisiologica di crescita economica, le risorse materiali mondiali si avviano verso un pericoloso esaurimento (o almeno verso una fase critica dell’approvvigionamento) e l’automazione progressiva di tantissimi lavori pone come irrisolvibile la problematica dell’occupazione e del reddito.

Questi gli argomenti, non semplici ma senza dubbio impopolari, su cui i 5 Stelle dovrebbero calare l’asso da novanta! E incalzare finalmente sulla riorganizzazione di un’Europa che, al pericoloso traino della politica estera Usa, risulta a tutt’oggi priva di una vera e propria sovranità militare.

L’Europa Unita, che aveva promesso benessere e cooperazione trai popoli, ha invece puntato tutto sulla svalutazione del lavoro (come ha ribadito anche l’ex responsabile economia del Pd, Stefano Fassina) facendo affluire, almeno dagli anni 90, masse di immigrati provenienti dai Paesi più sfortunati, spinti da guerre o altri tipi di calamità, e pronti a diventare manodopera a basso costo e con pochissimi diritti per tutti i lavori cosiddetti umili che gli europei non sono più disposti a fare per uno stipendio da miseria.

Vignetta di Charlie Ebdo sull’Italia
Vignetta di Charlie Ebdo sull’Italia

Quest’umanità varia, disposta a tutto pur di sopravvivere, è stata confinata in quella lebbra urbana delle periferie delle grandi città europee, lontano dagli sguardi, andando a costituire una discarica sociale potenzialmente esplosiva. Non a caso le passate rivolte delle banlieue parigine e londinesi (ma anche a Milano e Roma si trovano aree off limits) avevano decretato da tempo l’assurdità del sistema manovalanza da sfruttare­quartieri/ghetto, quartieri totalmente fuori controllo, con abitanti senza diritti o doveri ma mossi dalla sola disperazione di chi non ha niente da perdere. Da simili contesti di povertà materiale e ignoranza deliberatamente favoriti e assecondati – provengono, come naturale corollario, gli assassini della redazione del settimanale satirico parigino Charlie Ebdo.

L’Unione Europea sta sistematicamente mancando tutti, o quasi, gli appuntamenti della storia. L’ultimo episodio è sicuramente l’aperto sostegno ai nazisti estremisti protagonisti nel colpo di stato in Ucraina dello scorso anno, del tutto simili, per violenza e ferocia, ai tagliagole dell’Isis/Daesh. Una vicenda avvolta da un silenzio assordante e ipocrita sulle decine di migliaia di vittime del Donbass di cui nessun europeo sembra intenzionato a parlare…

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