guerra è sempre. IL VERBALE? ILLEGITTIMO E DOVEVA ESSERE ANNULLATO. MA ALLORA IL COMUNE DI AGLIANA VESSA I CITTADINI?

Il giudice di pace Silvia Facchini ha accolto un ricorso al quale sono stato costretto vedendomi negato l’annullamento di una multa ingiustificata. D’altronde ad Agliana si fanno le multe di eccesso di velocità anche se il cartello è di 60 Km e l’infrazione viene dichiarata di 61 all’ora: «zero tolerance» e sembra di essere ancora ai tempi del mai-comandante Andrea Alessandro Nesti, quando i vigili che non facevano abbastanza multe venivano discriminati e rimossi dal loro incarico


Solo in una dittatura le «autorità costituite» partono dal presupposto di non essere discutibili e che il pubblico ha ogni diritto e il privato solo ogni rovescio. Su questo tema non sarebbe male che anche in procura riflettessero ontologicamente, come dice Coletta…

GLI ITALICI POTERI AL PRIMO POSTO

VOGLIONO AVER RAGIONE AD OGNI COSTO


La decisione del giudice di pace

 

AGLIANA. Ad Agrùmia, paesone a sud di Pistoja, oppresso da 74 anni di sovietizzazione spinta e da un lustro di costanti inciuci di centrodestra, cambiano i comandanti dei vigili, cambiano i sindaci e gli assessori, ma, come in Iran, restano le persecuzioni ai cittadini, note dal febbraio 2000 e denunciate anche dal novizio sindaco Magnanensi alla procura di Pistoia che però, non si pose domanda alcuna, mandando tutto all’archivio.

E questo non meraviglia: perché qualche anno dopo il personaggio protetto (tale Andrea Alessandro Nesti) fu scelto, proprio da quella procura, per svolgere le funzioni di vice procuratore onorario al posto dei fin troppo impegnati – poverini – Pm e sostituti pistojesi.

Vi parlo, oggi, di una sanzione comminata a me, di ben 104,15 euro, per aver fermato il veicolo su una porzione di carreggiata dove una volta (ma una volta) era presente un impianto di attraversamento pedonale.

Parlo di quelle strisce zebrate che, ad Agliana, sono state cancellate dalla naturale vetustà e mai più ripittate, come dicono a casa di De Luca, il famoso “stronzatore” del Pd. Ce ne sono ancora molte. Sulla segnaletica scolorita abbiamo fatto più di un articolo che richiamiamo, per la migliore comprensione, del lettore in questa sede.

La sanzione era illegittima. E non ci voleva, per capirlo, neppure una laurea: bastava un po’ di buonsenso. La mia richiesta di annullamento, però, fu respinta dalla comandante Maria Pignatiello, senza tener conto delle motivazioni addotte: 1. mancanza di segnaletica verticale; 2. degrado e cancellazione della segnaletica orizzontale (strisce più o meno invisibili).

Sul rigetto si leggeva “…la segnaletica orizzontale di attraversamento pedonale era presente e seppur scolorita nella parte in cui ha sostato il veicolo,…, risulta inverosimile un attraversamento per metà carreggiata.”

Un’argomentazione tanto traballante quanto illogica: non è, infatti, il cittadino utente a doversi occupare e preoccupare della certezza e della corretta manutenzione degli impianti segnaletici, ma l’unità lavori pubblici (con a capo del Giampaolo Pacini) delegata all’assessore Maurizio Ciottoli che deve curare strade e segnaletica di proprietà dell’Ente Comune.

Il ricorso al giudice di pace è stato dunque necessario e vi ho provveduto con cura. Le udienze, tenute dalla dott.ssa Silvia Facchini, sono state due e mezzo, considerando la riserva imposta per un insolito “ritiro in camera di consiglio”.

Ragionare col cervello fa bene alla salute e alle spese dei cittadini

La comandante Pignatiello non ha, però, convinto il giudice sui motivi che la avevano spinta a respingere la mia domanda di annullamento in autotutela. Risultato: soccombenza del Comune.

Questa storia è comunque emblematica di ciò che è l’albagìa, la superbia e l’arroganza della pubblica amministrazione italiana, la quale prima si fa forte della indomita fede nella legalità, poi, quando arriva al dunque, dimentica che i fini della pubblica amministrazione sono, oltre al principio di legalità, cinque: economicità, efficacia, imparzialità, pubblicità e trasparenza. E che, per risolvere le controversie, si parla e si decide a tavolino: il che non significa calare le brache, ma essere prudentemente saggi.

Oltre questi limiti c’è il ridicolo – sottolinea il direttore Bianchini. E il ridicolo fa male alla salute di tutti…

A.R.
[alessandroromiti@linealibera.info]


 

PERCHÉ NON SI DECIDONO A QUERELARMI?

MA PER CASO… NON AVRÒ MICA RAGIONE?

Questa mappa è nel contratto di acquisto del ragionier non-dottor Perrozzi, il blindato di Curreli & C. Vedete in rosso quante strade bianche sono state chiuse nel corrotto Comune di Quarrata? E la procura non sbaglia mai, vero? Tre le ha otturate anche il Perrozzi.

 

Se quell’idiota del sindaco Mazzanti e quel cretino falsario del comandante dei vigili di Quarrata, Marco Bai, all’inizio dell’autunno del 2019, venuti su a Lecceto, avessero mostrato di possedere anche una sola cellula grigia nella loro cassa cranica a vuoto pneumatico di marca asinina, il giorno successivo al sopralluogo, secondo i principi e i fini della pubblica amministrazione, avrebbero convocato me e il Perrozzi.

Ci avrebbero fatti sedere a un tavolo insieme a un idiota di ingegnere (Iuri Gelli) sistemato da suo cognato (Dario, Parrini segretario del Pd toscano) in un bel covolino caldo a Quarrata e, ascoltandoci in presenza del segretario generale, avrebbero fatto chiarezza su tre o quattro fatti di innegabile evidenza:

  • il Perrozzi è stato favorito dal Comune di Quarrata
  • il Perrozzi ha chiuso tre strade bianche, pubbliche, non sbarrabili
  • il Perrozzi ha recintato, come proprietà esclusiva, l’intera aia contadina nella quale confluivano le strade bianche che ha chiuso, violando laviabilità storica dei luoghi
  • il Perrozzi ha ottenuto passi carrabili su due slarghi della Vicinale bianca di Lecceto e Bindino e con ciò ha leso diritti centenari della collettività

Ma le teste di minchia (non altrimenti definibili) non ragionano. A Perugia, a una delle cui università ho insegnato per quasi 15 anni, c’è un proverbio significativo che dice: «Cazzo ritto non vuole consiglio». Lo capite questo?

Il fu comandante della PM, Marco, Bai con il sindaco di fatto di oggi Marco Mazzanti. Si sono sempre coperte le spalle a vicenda: hanno salvato il popò anche all’assessore abusivista Simone Niccolai

Così quel povero demens di Mazzanti ha dato la stura alle stronzate (ma, ripeto, il suo cervello non va oltre il burraco). E quel cranio di Curreli si è messo in moto – grazie anche a tutto il polverone fatto alzare da chi sa lui –, incasinando la pubblica amministrazione/giustizia perché pervaso dal sacro fuoco di voler rovinare la gente come fece con Padre Fedele Bisceglia. Si sente, evidentemente, Il giustiziere dell’Agesci.

La dittatura, in Italia, non è mai finita. E lo si vede bene con tutto ciò che si osserva, si sente e si respira in casa di Coletta, protettor dei potenti Turchi e voivoda alla Vlad Tepes di Valacchia nel perseguitare chi narra, perché ha tutto il diritto di farlo, le immondizie della pubblica amministrazione giustizia compresa. Del resto questo è il paese degli allocchi.

Per gli stupidi gonfi come un coglione orchitico, filo «autorità costituite», ma che non capiscono niente, chiarisco che il Comune di Quarrata ha compreso (ma dopo quasi 40 anni!) che l’area di Lecceto è stata devastata selvaggiamente dal ragionier non-dottore e dai suoi amichetti: Mara Alberti, Sergio Luciano Giuseppe Meoni, Margherita Ferri, mal consigliati dal loro intraprendete e funambolico avvocato Roberto Ercolani.

Non senza, però, il valido aiuto di gente corrotta e corruttrice (ma ben protetta) che, degli uffici tecnici di Quarrata (edilizia e condoni), hanno messo il banco della loro pescheria di Sorrento per vendere vongole, moscardini e maruzzelle…

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana


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