GUIDA LETTERARIA ALLA MONTAGNA PISTOIESE

Social Valley

SAN MARCELLO-MONTAGNA. Pongo all’attenzione dei miei tre lettori un gran bel libro di Giovanni Capecchi: “Guida letteraria della Montagna Pistoiese”.

Menziono questa pubblicazione non adeguatamente pubblicizzata, perché è più produttivo propagandare discorsini sulla Linea Gotica e sulle inenarrabili privazioni delle popolazioni montane durante la ritirata delle truppe tedesche incalzate dai prodi partigiani!

Se qualcuno avrà la bontà di leggere il libro in premessa si domanderà perché la Montagna possa essere ridotta in questo stato e darà la sua risposta. La risposta potrà essere solo politica e, se vogliamo metterla terra terra, mal voluto non fu mai troppo.

Quando si è perduto irrimediabilmente l’Onore, si cerca a tutti i costi di crearsi verginità nuove e qualcuno si trova sempre.

Faccio questa premessa perché si dà il caso che certe considerazioni sull’obbiettivo Kme-Dynamo-Social Valley-Oasi, il tutto a trazione del bullo Renzi e del suo “famiglio”, Manes, per “papparsi” tutta la Montagna, trovino opposizione in alcune  persone normo-dotate e niente affatto ascrivibili alla fattispecie dei servi sciocchi.

Ripeto: Orlando, un padrone di altri tempi ha dato, almeno, da vivere alla Montagna; il sig. Manes ed i suoi amici, stanno puppandosi la Montagna senza colpo ferire, appropriandosi del buono e del bello in maniera accattona e senza realmente investire sul territorio in relazione ai guadagni che questo territorio offre.

La Dynamo e le sue scatole cinesi chiamate Social Valley, Oasi e quant’altro hanno forse creato un indotto tale da poter dire che il territorio ne ha positivamente risentito?

Lo stesso principio che è alla base sociale del cosiddetto “terzo settore” ha una sua ragione “morale” di esistere e di essere?

Perché se girano ipoteticamente milioni di euro che sono il derivato del principio che tutto ciò che si fa deve produrre un utile, anche la malattia, non possiamo essere  d’accordo; ma se girano per restare nel settore privato di chi pretende di accaparrarsi beni pubblici e privati con la storiella della rinascita della Montagna, allora il discorso cambia e peggiora.

Forse pochi conoscono l’Umanesimo del Lavoro di G. Gentile e troppi hanno letto il Capitale di Marx.

Un esempio triste ma indicativo: la KME, la mamma di Oasi, Social, etc. ha traslocato i propri operai dagli stabilimenti della Montagna a Fornaci di Barga con la giustificazione del calo di produzione e tutte le fregne verbali che in questo caso si adoperano per chiudere uno stabilimento e poi procedere al massacro lavorativo.

In Kme  si era detto, poi, che si sarebbe variata la produzione e si sarebbe passati alla coltivazione di pomodori, più redditizia del rame…

Adesso i pochi lavoratori rimasti, perché tanti altri hanno trovato altre collocazioni, intuendo il giochetto, sono stati riconvertiti da KME, sembra con i soldi del Fondo Sociale Europeo, cioè con soldi nostri e non della proprietà, in altre mansioni.

All’interno della società con i nostri soldi e le “loro” paure occupazionali? Niente affatto: stanno circuitando con la loro divisa con sul davanti la scritta KME e sul dietro Social Valley, lungo le strade del Comune di Limestre, cioè di San Marcello Piteglio perché, evidentemente questo comune bifronte ha stipulato una convenzione.

Domanda: è una convenzione legale? È onerosa? È gratis? E se è gratis i lavoratori debbono essere giustamente pagati. Chi li paga? La Kme il cui marchio portano sulle loro maglie o la Social Valley il cui marchio portano sul retro delle loro maglie? O molto più semplicemente il comune cittadino?

A che gioco stiamo giocando?

Soprattutto appare disdicevole che sulla pelle e sulle necessità di lavoratori “riconvertiti” si possa anche speculare dando l’idea di un marketing che proprio non ci piace.

Le domande le rivolgiamo soprattutto a coloro che si stanno facendo imbrigliare da questo disegno che ha come finalità di appropriarsi della Montagna e delle sue potenzialità.

In nome del vassallo del bomba-Renzi, Manes, e dei suoi valvassini.

I conti, come al solito, li pagano i lavoratori  “riconvertiti” (fino a quando poi?) e la Montagna tutta.

Lo chiediamo anche a quelle associazioni, gruppi o persone che si stanno mettendo irresponsabilmente in mano a questo spregiudicato gruppetto di persone fra le quali, camaleonti e senza un briciolo di personale dignità, operano anche esponenti di vertice della disciolta Comunità montana.

Perché “il padrone è furbo”: ti riciclo e di adopro a pro mio. Magari ti assumo anche qualche parente.

Ma questa gente trascina ancora? Se si, siete fritti.

[Felice De Matteis]

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