«SCAGLIONATEVI,
NON SCOGLIONATEVI
LUNGO LE STRADE!»
PISTOIA. Dopo hitachi pistoia. Signori del vapore, siete pronti a grattarvi in testa?, sembra che qualche piccola fibrillazione abbia percorso i capannoni di via Ciliegiole.
Ci fischiano nelle orecchie che la direzione aziendale, dietro i malumori dei dipendenti che si sono sentiti scavalcare dopo la notizia (tutta da verificare) che tre sindacalisti della Rsu sarebbero stati oggetto di gratifica, avrebbe cercato di calmare le acque, riconoscendo le proprie colpe e assicurando ai «malumorosi» che anche altri, entro la fine dell’anno, saranno inseriti nella graduatoria dei benemeriti Stachanov.
Se la spifferata è vera e non è – come spesso accade in Italia – una mozzarella di bufala dop, si passa alla fase «placebo», alias clistere di camomilla per lavoratori delusi.
E, sempre se la spifferata è vera, la direzione sta adottando il classicissimo metodo del “ti compro, basta che tu stia buono”. Un metodo antico in Italia, che da tempi immemorabili, ha funzionato in Breda e Ansaldo-Breda, ambiente in cui a produrre ci pensavano più i partiti, che non il padrone: non si vorranno certo negare, a questo proposito, le costanti, ininterrotte lottizzazioni più o meno bianco-rosse.
L’Italia, del resto, è sempre stata il paese del bicolore, del bipartisan e, perché no?, del bipolarismo, non politico, ma psichiatrico: punte massime biancofiore/avantipopolo e un centrismo più o meno laico social-repubblicano i cui danni emergono in tutta la loro evidenza oggi, con la deindustrializzazione, la decrescita [in]felice e le aranciate Di Maio, reclamizzate da comici e clown di governi che – giustamente – stanno alla larga dall’Ilva temendo di essere buttati negli altiforni per fini di giustizia.
Sull’Hitachi l’analisi è semplice, anche se altri colleghi dell’informazione, come il bicolore governo salva-Italia, non ne hanno ancora preso coscienza: l’azienda presenta evidenti problemi gestionali per una direzione che (ed è questa la prova certa) fa troppo silenzio in tutto il baccano che le note di Linea Libera hanno sollevato e non solo a Pistoia. La cosa non sta, non regge e non è credibile: è evidente che siamo dinanzi all’emarginazione volontaria di una testata (l’unica, si dovrebbe dire) che non guarda da nessuna parte che non sia la reale situazione della città e della provincia. E senza chinare il capo.
Ma ormai, dalla Seconda Repubblica in poi, si è creata e consolidata una tattica infallibile (almeno fin che dura e fa verdura), tipica di realtà di potere particolari: il silenzio ermetico. E Pd, sindacati e istituzioni manovrano questa tattica con estrema destrezza.
Si vede che la fiducia, almeno a Pistoia, gliela dà lo scopritore di Italia Viva, che promette di salvare l’Ilva e che, dalla Breda del bel tempo che Berta filava beccava lauti assegni per le feste del Pd di Santomato.
Dirigenti, sindacati, istituzioni, prefetti: prendete buona nota. C’è assai differenza fra tagliare nastri sorridendo e tagliare la corda con la coda tra le gambe dinanzi ai problemi!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
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Una volta un gallo volle fare il cane. Ma non ebbe fortuna, perché tutti
lo riconobbero immediatamente. [E. Ionesco, La cantatrice calva]