PISTOIA. Ci piace sapere che i nuovi treni Intercity Express per la linea GWR del Devon e della Cornovaglia (via Reading e Wiltshire), sono realizzati in Italia, e specificamente in Hitachi, unità produttiva di Pistoia.
Ci piace sapere da Maurizio Manfellotto, Ceo Hitachi Rail Italy che: “Realizzare i treni per GWR nella nostra fabbrica di Pistoia ha per noi un significato importante. Questi treni, destinati alla Gran Bretagna, che lasciano lo stabilimento italiano sono il simbolo della integrazione delle aziende rail del Gruppo Hitachi. Una sinergia di competenze, esperienze e innovazioni, presenti in UK, Giappone e Italia, che ci consente oggi di offrire al cliente un prodotto all’avanguardia dal punto di vista tecnologico e del confort al passeggero.”
Siamo orgogliosi. Un risultato questo, che migliora la nostra percezione di Pistoia nel mondo che ci permetterà forse di smettere di rispondere – quando andiamo a giro per l’Italia – che quel “Pt”, scritto sulla targa della nostra vecchia auto sta per “Prato” o “Potenza” e non per la città di Nanni Fucci, quella dei “sepolcri imbiancati”, forse finalmente giunta a una svolta inimmaginabile, nella notte del 25 Giugno scorso.
Ci risulta che il management giapponese è (finalmente) vocato all’attuazione di standard meritocratici e detesta il corporativismo che affligge il nostro paese, provvedendo a una formazione del personale di ispirazione quasi militare, inviato a stage formativi finanche negli stabilimenti giapponesi, e questo, senza alcuna indennità per il jet-lag del volo (e perbacco!).
Ma c’è una cosa che manca in questa crescente marea di positività ed efficienza: la voce dei sindacati. Non sappiamo dirvi di episodi di vessazione dei dipendenti, perché in Hitachi Rayl Italy gli standard di impiego del personale sono diversi che in “Breda Ferroviaria” e dunque l’effetto (proteste sindacali) sembra essere stato mitigato dai nuovi criteri d’efficienza (standard di lavoro), caratterizzato al rigore dagli occhi a mandorla.
Il silenzio dei sindacati è, anche qui, assordante ma la stampa organica sembra aver perso la comprensione delle “istanze di difesa e tutela dei lavoratori” una volta più frequenti, sia in azienda che fuori. Le ricordate le manifestazioni sindacali? Ricordatevele, ora che sono scomparse.
Nelle prossime settimane la campagna elettorale si farà stringente e capillare, ma crediamo bene che in Hitachi Rayl Italy le bandiere resteranno esposte sul marciapiede, quello della parte opposta alla strada. La prudenza (sindacale) non è mai troppa e questo spiega i passi lunghi e distesi di questi mesi di Cgil & c.
Il Giappone non è così lontano e forse presto – ce lo ha detto radiopiro – si potrebbe anche immaginare una delocalizzazione alla rovescia, con la dismissione dell’intero assett della storica unità pistoiese, trasferita baracca e chicchi nella patria del sol levante. Impossibile dite voi?
[Alessandro Romiti]