Il comportamento dei giudici di Palazzo della Consulta dagli anni 90 a oggi è un esempio di “scempio etico”. Ha seguito tutto in tutti i modi, non rispettando quasi mai la fonte prima, la Costituzione e le sue regole. Una Corte cerchiobottista nel modus operandi di Mattarella, ambigua nel cancellare i diritti dei pensionati (la rivalutazione, anche di pochi euro, degli assegni, sempre negata) e, oggi, traditrice della libertà nel lasciare ancora una volta ai pubblici ministeri – tutt’altro che santi, terzi e imparziali – il diritto, non previsto da alcuna norma, di interpretare le leggi a effetto e a interesse. Una vera “aureola offuscata” nel cielo nebbioso del popolo italiano
CHI È CORAGGIO
Nato a Napoli il 16 dicembre 1940, sposato con tre figli, Giancarlo Coraggio è stato eletto giudice costituzionale il 29 novembre 2012 dal Consiglio di Stato, di cui era Presidente da gennaio dello stesso anno. Ha giurato il 28 gennaio 2013 e da quella data ha assunto le funzioni di giudice costituzionale.
Laureato in giurisprudenza; procuratore legale nel 1963; magistrato dal ’65, Giancarlo Coraggio ha attraversato tutte le giurisdizioni: prima come giudice ordinario, dal 1965 al 1969; poi come sostituto procuratore generale della Corte dei Conti, fino al 1973; successivamente come consigliere di Stato (con funzioni giurisdizionali e consultive), passando per la presidenza del TAR Marche e di quello della Campania e approdando, nel 2012, al vertice del Consiglio di Stato su nomina dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Giancarlo Coraggio è stato anche giudice sportivo e ha presieduto, dal 2007 al 2012, la Corte di giustizia della federazione gioco calcio. Il 27 dicembre 1996 gli è stata conferita l’Onorificenza di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana [da il Riformista].
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