PISTOIA. È stata protocollata il 14 marzo 2014 una lettera indirizzata al Sindaco Bertinelli da parte della Ausl 3 nella figura del suo direttore Abati, e da questa si evince l’imposizione della messa in sicurezza idraulica dell’area del San Jacopo in tempi più che brevi.
Il San Jacopo ha visto l’apertura il 21 luglio 2013 con un’agibilità provvisoria con prescrizioni da ottemperare entro 90 giorni, ma ad oggi resta la criticità maggiore, appunto, della messa in sicurezza idraulica dei torrenti Brusigliano e Ombrone per la quale, prima, occorre trasferire il campo nomadi.
E proprio il campo Rom è il primo problema da cui l’amministrazione pistoiese esce veramente male: dopo aver ritirato la propria candidatura ai fondi regionali su suggerimento della stessa Regione Toscana, ha partecipato senza risultato ad un bando europeo.
Ad oggi non risultano ancora né fondi di genere né trattative di acquisizione di aree e se ne fa chiaro riferimento sul verbale del 15 gennaio 2014 dell’incontro tra Azienda (Asl – n.d.r.), Comune e Genio Civile. Oltre a questo, nel verbale viene richiamata la comunicazione al collegio di vigilanza sull’accordo di programma avvenuta in data 4 luglio 2013, dove si dava notizia a quest’ultimo del problema rischio idraulico ma con una nota che entro agosto 2013 sarebbe stata trovata soluzione.
Il Comune, rappresentato in tale seduta dall’ing. Bragagnolo e l’Assessore ai lavori pubblici Tuci, dichiarò le difficoltà economiche per affrontare l’operazione adducendo il fatto che prima del 2017-2018 sarebbe stato praticamente impossibile per l’amministrazione pubblica procedere con i lavori necessari seguendo l’iter del bando europeo. E allora i soldi necessari da dove verranno presi, considerando il fatto che la messa in sicurezza dell’area doveva essere già ottemperata prima dell’apertura del nosocomio? Ancora una volta dalle tasche dei cittadini?
Prima di andare avanti c’è da chiedersi quindi a che titolo è stata rilasciata un’agibilità, se pur temporanea, ad una struttura che non ne ha i requisiti a distanza di 10 mesi e che non ne avrà presumibilmente ancora per molto tempo.
Un’altra domanda obbligata è sempre la stessa: come mai l’ospedale è stato aperto comunque, pur sapendo le lacune progettuali e di far correre rischi ai cittadini e agli operatori in caso di esondazioni con interessamento del nosocomio?
Di chi saranno le responsabilità civili e penali qualora qualcuno subisse danni da questa grave mancanza di buon senso e di logica?
Andiamo avanti, parliamo delle famose “migliorie”: possiamo giustificare spese per milioni di euro per apportare “migliorie” ad un nuovo ospedale dichiarato all’avanguardia, fiore all’occhiello della sanità toscana? Un esempio: lo stesso Abati nelle commissioni dove è stato ospite ha dichiarato (in particolare riferendosi al reparto di degenze protette) che la spesa di rifacimento per potenziare l’impianto di areazione da 6mc/h come da progetto ai necessari 12mc/h sarebbe stata pienamente sostenuta da Ge.Sat ed invece leggendo la relazione sul “costo globale” a firma dell’ing. D’Arrigo e ing. Tesi si capisce benissimo che il concessionario non sarà interessato e che i fondi per tali lavori avrebbero dovuto trovare altre strade non dichiarate. Quali?
Sempre nel verbale si giustifica tutto questo con le nuove linee guida del gennaio 2013 dal Ministero della Sanità ma questo va solo a rafforzare i dubbi sul fatto che qualcuno “protegga” il progetto toscano dei nuovi ospedali e magari rimetta in conto alle tasche dei cittadini ignari questi madornali errori. Diciamo questo perché, se queste linee guida risalgono al gennaio 2013, vuol dire che le “migliorie” potevano essere approntate in fase di cantiere con ben altri costi se non addirittura farle rientrare nei costi di progetto, come per altro avrebbe dovuto essere.
Secondo noi a questo punto il danno erariale è certo, come certe sono le responsabilità da assegnare e sulle quali abbiamo basato tutti gli esposti depositati in Procura a Pistoia dal 2012 ad oggi.
Nota dolente è che la Procura sembra agire veramente con molta lentezza, tanto quanto basta da non avere riscontro alcuno a distanza di 2 anni dal primo esposto, tanto quanto basta per magari arrivare agevolmente ad eventuali prescrizioni.
Auspichiamo che la stessa prenda atto in tempi brevi di queste situazioni e che agisca celermente per fare luce su tutti i passaggi occorsi tra Azienda, Pubblica Amministrazione, Genio Civile, Concessionario e Regione Toscana: si parla di circa 1 miliardo di euro di soldi pubblici tra progetto e opere annesse e connesse, è giusto fare chiarezza, e se risultassero errori chi li ha commessi paghi il dovuto prezzo alla giustizia.
Concludiamo dicendo che questa lettera riafferma, pur con toni pacati, le nostre posizioni di sempre, confermando il nostro impegno nel sorvegliare gli investimenti pubblici.
Non ci fermeremo fino al ripristino di una trasparenza certa, decantata da tutti gli attori coinvolti ma nei fatti ancora molto poco visibile.
[*] – Capogruppo M5S in Comune – Ospite