I PIANTI E I LAMENTI DEL SINDACO DANTI E DEGLI IMPIANTISTI DELL’ABETONE

La Divina Montagna di Abetone
La Divina Montagna di Abetone

ABETONE-MONTAGNA. Giampiero Danti e gli altri proprietari di impianti all’Abetone (ma anche tutti gli altri operatori turistici e commerciali) sono stati indubbiamente penalizzati da una stagione invernale che peggio di così nessuno riesce ad immaginare. E, dal loro punto di vista, evidentemente troppo abituati a ricevere contributi a fondo perduto da Regione, Provincia e via di seguito, anche questa volta si stracciano le vesti e, al pari dei bambini viziati, alzano alti lai per ottenere ulteriori aiuti. Senza preoccuparsi e considerare la situazione generale italiana né del resto del territorio montano pistoiese che ha ricevuto contributi insignificanti se rapportati alle sostanziosissime somme e ai benefit erogati ad un Comune assai piccolo. Dagli attuali governanti regionali, dalla Provincia, dalla Camera di Commercio, dalle banche e dalla fortunatamente disciolta Comunità Montana.

Chi scrive rammenta che, in occasione di una crisi, come quella che sta ora funestando la Montagna, un assessore regionale nel corso di una riunione avvenuta nel Palazzo del Consiglio richiesta da chi aveva subito le conseguenze di un’annata assai negativa ai numerosi e rumorosi rappresentanti dell’Abetone disse papale papale: “La Regione non è disponibile per erogare contributi a titolo di mancato guadagno”. Ai postulanti – ammutoliti e che non si aspettavano una risposta del genere e che portavano ad esempio i contributi che la Regione Emilia stanziava per le stazioni sciistiche regionali – chiarì che “La Regione è disponibile a sostenere gli sforzi di chi decide di costruire nuovi impianti”. E, ancorché in ritardo, i contributi arrivarono.

Correvano i primi anni della costituzione della Regione Toscana e, a quei giorni, alle località di turismo venne riconosciuta l’importanza conquistata nel tempo sotto l’aspetto della promozione e valorizzazione turistica tant’è che quando, anni dopo, la Regione statuì la soppressione delle benemerite Aziende Autonome di Soggiorno e Turismo e degli Enti Provinciali per il Turismo gestiti in larga parte dagli operatori locali, istituì sul territorio dell’alta Montagna Pistoiese, l’Azienda di Promozione Turistica “Abetone-Pistoia-Montagna Pistoiese” con sede a San Marcello e con uffici distaccati ad Abetone, a Cutigliano e a Pistoia e quella per “ Montecatini e Val di Nievole”.

Poi, purtroppo, scelte regionali scellerate hanno fatto di tutto per uccidere la “gallina d’oro turistica” allestendo leggi che duravano lo spazio di una giornate perché le successive modificavano quelle precedenti con una girandola di innovazioni e marce indietro con cui si sopprimevano le Aziende di Promozione trasformandole in Agenzie per il Turismo affidate a presidenti e consiglieri “targati” per poi scioglierne i Consigli ed affidarne la gestione a “manager” durati lo spazio di un mattino.

Dopodiché – ciliegina sulla torta – il Consiglio Regionale abolisce ogni struttura specializzata e, nonostante la strombazzata “sussidiarietà”, costituisce “Toscana Promuove”, con sede unica in Firenze. Quella che, proprio in questi giorni, ha partorito l’iniziativa “Divina Toscana” (vedi qui notizie) dimentica della realtà montana ed intrisa di versi di Dante e di fotografie taroccate provocando la furibonda reazione del Governatore Enrico Rossi. Tutto però senza che si sollevasse alcuna voce da parte dei distratti sindaci dei territori dimenticati. A protestare, dopo essere stato avvertito da un compaesano, abituale chattatore su Internet, è stato soltanto Paolo Pistolozzi, Assessore allo sport di Cutigliano.

Ricapitolando chi scrive ritiene che l’attuale Sindaco di Abetone o chi lo sostituirà dovrebbe cercare di fare squadra con i colleghi di Cutigliano e Piteglio, Comuni tra l’altro tenuti a unirsi, perché inferiori ai 3000 abitanti. Infatti comportarsi da “unto del Signore” perché riesce ad ottenere – solo per il suo Comune – fondi regionali, alla lunga non sarà pagante così come le minacce di voler portare il Comune sotto la cappella della Regione Emilia (che, tra l’altro, non ci tiene affatto ad adottare soggetti troppo petulanti).

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