SAN MARCELLO. Forse fui fra i primi, nel 1970, a conoscere la storia del rifugio di guerra (come allora si chiamava) di Campo Tizzoro.
Addirittura fu personalmente il dott. Luigi Orlando, proprietario degli stabilimenti Smi di Campo Tizzoro, Limestre e Barga a raccontarmi, anche in dettagli, la storia del rifugio.
In quell’anno, laureato da poco, impartivo lezioni di matematica nella villa di Limestre, adesso di proprietà della Dynamo Camp, ai figli e ai nipoti di Orlando.
Alla fine dell’estate, terminato il ciclo di lezioni, volle descrivermi anche con particolari, e con mia grande soddisfazione, il rifugio.
Mi diceva che era (e lo è tuttora ) un percorso sotterraneo veramente impressionante che si snoda per oltre due chilometri sotto lo stabilimento, alto circa tre metri e realizzato in cemento armato ad oltre venti metri sotto terra.
Fu concepito negli anni trenta con un progetto di architettura militare dalla famiglia Orlando, appunto, con grandi gallerie antiaeree per proteggere la popolazione e gli stessi operai da eventuali bombardamenti.
Ricordo che il dott. Orlando mi raccomandò di evitare di parlare dei rifugi in quanto, all’epoca, erano ancora protetti dal segreto militare e industriale. Lo stesso mi raccontò anche che il rifugio protesse gli operai e le loro famiglie particolarmente durante la seconda guerra mondiale.
Adesso il rifugio antiaereo è inserito dal 2012 in un museo gestito dall’Istituto di Ricerche Storiche e Archeologiche di Pistoia. Questo museo si caratterizza, oltre che per aver incorporato il rifugio, per l’originalità del tema.
L’esposizione ricostruisce un secolo di storia attraverso la mostra di macchinari per l’assemblaggio e il controllo delle munizioni che ivi si producevano. Vi è presente anche un grande plastico della fabbrica.
I locali dei rifugi, studiati nei minimi dettagli per ospitare per lunghi tempi circa seimila persone (quanti appunto erano gli operai della Smi), sono rimasti come allora.
Ancora vediamo la Cappella di Santa Barbara, i bagni, l’infermeria con i posti letto a castello, le docce per la decontaminazione e tutta una serie di panche che servivano agli operai nei momenti tragici.
Personalmente consiglio a chiunque, ma specialmente ai giovani, di effettuare una visita nel luogo, previa magari lettura dei volumi di David Ulivagnoli Le gallerie di Campo Tizzoro, edito da Settegiomi Editore (2011) e Il Museo Smi di Campo Tizzoro, stesso Editore (2014).
Nel 2007 è stato realizzato anche un Dvd sui rifugi dal titolo Campo Tizzoro: utopia realizzata.
[*] – Ospite