i segreti di agrùmia’s mountain. ANTOLOGIA DELLE BISCHERATE ECCELLENTI DI UN PRIMO CITTADINO

Apparentemente Pedrito avrebbe denunciato un imbroglione che avrebbe esercitato un sopruso fantasioso e non-credibile, anche se narrato al campionato nazionale delle bugie delle Piastre: uno con quattro bidoni della spazzatura, bistratta e sfancùla un gruppetto di 7-8 persone dinanzi all’ingresso del Comune di Agrùmia, per poter andare allo sportello di Alia saltando la fila perché “raccomandato dal sindaco”


 

Saltalafila. Ecco il luogo doloroso del disegno criminoso, come direbbero in procura

 

ALESSANRO ROMITI
EDOARDO BIANCHINI

 


 

 

AGLIANA. Il vero divertimento sarebbe quello di sapere come hanno fatto quelli del Giornale di Pistoia ad aver lo scoop dell’imbroglio alla fila dell’Alia a Agliana.

Forse fg1 (autore del roboante bottone che annuncia pomposamente L’imbroglio smascherato) fiorentino giovanni (o chi altri?) potrebbe togliercene la curiosità, anche se le fonti riservate per i giornalisti godono della riservatezza del segreto professionale. Se mai il dilemma filosofico è un altro: una cazzarola (o fantozziana cagata pazzesca che dir si voglia) può essere soggetta al segreto professionale…? Lo hanno saputo consultando le pagine Fb del sindaco o la Mano nera glielo ha volenterosamente segnalato?

Apparentemente Pedrito avrebbe denunciato un imbroglione che avrebbe esercitato un sopruso fantasioso e non-credibile, anche se narrato al campionato nazionale delle bugie delle Piastre: uno con quattro bidoni della spazzatura, bistratta e sfancùla un gruppetto di 7-8 persone dinanzi all’ingresso del Comune di Agrùmia, per poter andare allo sportello di Alia saltando la fila perché “raccomandato dal sindaco”. E la portineria lo lascia passare impunemente, aprendogli anche la porta! Cazzo, è un vero raccomandato.

Una vicenda inverosimile e ridicola che però era nota a sua eccellenza Luca Pedrito: il sindaco aveva visto il presunto “imbroglione” appena 20 minuti prima, mentre era in coda allo sportello: dunque ha mentito sapendo di mentire (anche se, forse, non sempre Benesperi sembra conscio di ciò che fa – neretto del direttore – n.d.r.).

Testimone diretta e complice inconsapevole è stata la presidente del consiglio comunale, Milva Pacini

Solo dopo che la responsabile del servizio aveva chiesto di consegnare i bidoncini, il misterioso imbroglione (cioè io che scrivo) si è recato alla sua auto per prenderli e, nel rientrare a palazzo, si è intrattenuto a parlare con la presidente del consiglio, Milva Pacini.

Una conversazione di pochi minuti che però è risultata fatale. Nel frattempo la coda di Alia è improvvisamente cresciuta. La richiesta di passare avanti alla fila di utenti era, dunque, ben giustificata dalla precedente lunga attesa del “latitante” (come direbbe il Ciottoli/Trapélo): infatti, la portineria non ha esitato ad aprire la porta al fantasioso, solo presunto (va spiegato bene, sennò l’Elena Augustin inviterà il buon Pedrito e il suo socio a firmare un’ulteriore querela a capocchia) “millantatore di favori sindacali“.

La responsabile del servizio di consegna dei bidoncini è peraltro intervenuta, sbattendo la porta in faccia a una signora che – unica del gruppo dei presenti ed evidentemente “cotta dalla calura” – non aveva capito che l’annuncio per entrare era una battuta a sfottò per il sindaco; un’iperbole*. E che la richiesta di saltare la fila non era un imbroglio, come definito da fg1 sul Giornale di Pistoia, ma una battutaccia anti-sindaco. Si può, o no, prendere per il culo un sindaco? Secondo il signor Claudio Curreli, no: secondo la Cassazione sì. Ma il Curreli le studia le sentenze di Cassazione o si limita ad accogliere i migranti irregolari con Terra Aperta e altri due paladini della disobbedienza, don Tofani e don Biancalani? (neretto del direttore – n.d.r.).

La signora cotta dal sole estivo è stata l’unica a far caciara. Gli altri avevano vistotutto: altro che imbroglio! La questione che inquieta è, però, un’altra: può un sindaco insaccarsi in bischerate come queste? E può un giornale montarci un caso assurdo e alla cosiddetta «io boia»?

Linea Libera, è vero, le spara gosse come il Monte Bianco: ma almeno le spara tutte vere ed è per questo che ci stalkerizzano con l’aiuto di una procura di Pistoia che sembra non gradire grane ed essere, tutto sommato, per il quieto vivere! (neretto del direttore – n.d.r.).

* – L’iperbole consiste nell’esagerare un elemento della realtà per conferire al messaggio una maggiore forza espressiva.

Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]


Ve lo presento – parodiando il Manzoni, autor poco noto ai letterati odierni – com’era all’inizio, e prima di assaggiare la Gloria (non quella del Piccolo Diavolo di Benigni, che aveva lasciato la patente sul tavolo, vicino alla frutta); ma ragazzo di campagna con tante paure e incertezze…

 

TANTO VA PEDRITO IN ONDA

CHE ALLA FINE POI C’AFFONDA!

 


Luca, tu non ricordi. Ma in questa foto eri a pizza con il tuo “proprio scemo” quando gli stavi attaccato come una mignatta. Hai forse subìto una metamorfosi «da mignatta a mignotta»? Ma queste cose gliele hai dette all’Augustin o gliele hai tutte opportunamente taciute?

 

IL PEGGIOR problema della nostra società di evoluti (una minchia) è quello della in-professionalità.

Questa battuta la estendo in ogni direzione: dai cosiddetti iscritti agli albi (giornalisti, medici, ingegneri, pagliacci, animatori culturali, influencer e cacasenni varii), ai lavoratori assidui superpagati e superaffaticati della pubblica amministrazione, ai cosiddetti politici&amministratori (nemmen di condominio, dove combinano più pasticci che altro).

Fra questi vi presento i sindaci, emeritissimi primi cittadini delle varie comunità. Primi cittadini in tutto, anche nell’insulsaggine che deriva loro dai loro aficionados.

Sono tutti assiduissimi frequentatori di Facebook dove vivono e, per vivere – come diceva la professoressa Giuliana Bonacchi Gazzarrini, politicamente scorretta – si intende: mangiare, bere, dormire, cacare e scopare. Non rifatevela con me: era colei a dire, peraltro saggiamente, così.

Luca Pedrito Benesperi non de-raglia dalla regola del cervello all’ammasso. E, sul suo Fb, fa le sue belle figure. Ovviamente anche di cacca.

Vi presento le due facce di un bipolarismo politico-amministrativo che caratterizza la sua attività di sindaco di Agrùmia.

Ve lo presento – parodiando il Manzoni, autor poco noto ai letterati odierni – com’era all’inizio, e prima di assaggiare la Gloria (non quella del Piccolo Diavolo di Benigni, che aveva lasciato la patente sul tavolo, vicino alla frutta); ragazzo di campagna con tante paure:

Quando ancor caro, improvido
D’un avvenir mal fido,
Ebbro spirò le vivide
Aure di Agrùmia-Lido,
E tra la mòta e il Càlice
Invidiato uscì

sindaco inatteso per Agliana.

Qui sopra ve lo presento come, al contrario, è oggi: tempo in cui trascina in tribunale chi lo ha messo sul seggiolone a doppia piazza, inventandosi, da vero mitòmane, fantasiose persecuzioni, lui che, negazione di se stesso, da perseguitato di opposizione è diventato persecutore di potere, che dà pubblicamente di scemo alla gente e, peggio, agli amici di un tempo.

Fossi nella sua avvocata, inizierei a grattarmi in capo per tutte le cazzate che le ha fatto scrivere ai suoi difensori della procura. Come se fossi il prefetto Iorio lo richiamerei all’ordine e alla correttezza istituzionale, ricordandogli che un sindaco non può circolare libero sul web dando del proprio scemo ai cittadini.

Insomma: Benesperi, vergógnati…

e.b.
[direttore@linealibera.it]

 

Chissà se a Agrùmia, tra i dipendenti comunali (affini, parenti, simpatizzanti e collegàti) usa ancora craccare e hackerare le caselle di posta elettronica della gente che gli sta sui coglioni.
Cosa potrebbe dirci, in proposito, il Trio Benesperi-Aveta-Ciottoli in una bella intervista e non sul Giornale di Pistoia?


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