IACOPO MELIO: «I SOLDI PER IL PONTE AI DISABILI!» È POPULISMO?

Il "progetto metropolitano" di Iacopo Melio.
Il progetto metropolitano di Iacopo Melio.

PISTOIA. Diceva un vecchio gerarca del Partito Comunista Italiano che il Parlamento, dove si fa politica nazionale, “è un luogo di merda e di sangue”. Evidentemente, della prima i politici sono costretti a cibarsene e nel secondo devono imparare a sguazzare.

Promettere la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, rispolverando una delle perle dell’ottantenne Cavaliere, significa compiere le azioni sopracitate, facendo populismo e demagogia? Probabilmente sì, essendo vicino il 4 dicembre, giorno in cui voteremo il referendum sulla riforma costituzionale.

Ma l’ormai famoso pistoiese Iacopo Melio, disabile nel fisico ma non di certo nella mente, proponendo quindici alternative per spendere gli otto miliardi necessari per la costruzione del ponte, non si pone sullo stesso piano di Renzi?

Basta andare sulla sua pagina Facebook per leggere le proposte fatte al governo, previa precisazione che ci sarebbe più bisogno di “lotta alla corruzione, alla mafia e all’evasione fiscale” poiché alla fine “gli indagati veri stanno in Parlamento”, e concludendo la lista della spesa col dire che comunque “i ponti ideologici e umanitari sono di fondamentale importanza”.

Dunque. La questione sarebbe infinitamente lunga, poiché ad un qualunquismo dozzinale e giustizialista di questo stampo dovremmo contrapporre un’enorme lezione di diritto processuale penale e di diritto costituzionale (Iacopo, ma la famosa presunzione di innocenza?). Seguita poi dalla lettura di un numero massiccio di autori liberali, liberisti e garantisti, così da dare la possibilità davvero a chiunque di schierarsi in difesa della Costituzione, o di contrapporsi ad essa, avendone però un quadro chiaro. Finendo poi per dire, con buona pace per chi ha la lingua di legno, che talvolta altre questioni hanno la precedenza su quella riguardante i disabili. Sarà dura ma è così.

renzi berlusca
renzi berlusca

Non ne abbiamo però, ahinoi, lo spazio. Sarà più celere invece la risposta alle sue quindici proposte, interamente volte a regalare beni e servizi ai disabili italiani.

I numeri forniti da Iacopo sono enormi, dando così un’idea molto sbagliata dell’Italia, come se essa fosse un Paese del terzo mondo che rende i disabili una minoranza vituperata e maltrattata.

Non è così, e l’autore delle quindici proposte lo sa bene. Sa anche, ci auguriamo, che se la Pubblica Amministrazione è stata utilizzata per decenni come ammortizzatore sociale, coi costi assurdi che ne sono derivati, forse non è il caso di assumere qualche altro migliaio di insegnanti per aumentare le ore di sostegno. Basterebbe dare una sonora strigliata a quelli già col sedere dietro la cattedra, ma si tratta di una categoria viziata e brontolona.

Il ponte sullo Stretto, al netto dell’uso che il non-eletto ne sta facendo, è seriamente e oggettivamente fondamentale per un Paese che voglia definirsi all’avanguardia. Come lo è stata la costruzione della famosa Tav, come lo è stato l’Expo e come lo sarebbe la candidatura di Roma per accogliere le Olimpiadi del 2024.

Ponte che servirebbe per congiungere due parti dell’Italia, ma anche per creare posti di lavoro con l’indotto positivo che ne deriverebbe. Perché, caro Iacopo, la nostra Sicilia deve essere unita al resto dell’Italia. Non di certo alla “loro” Tunisia o Libia.

Parliamo piuttosto degli oltre tre miliardi di euro investiti per l’accoglienza e il mantenimento di clandestini sul nostro suolo, che sono sicuro tutti saremmo ben felici di convertire in carrozzine o pedane o ascensori o in quel che tu, Iacopo, preferisci…

[*] – In veste di lettore

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