IL BRACCIALETTO ELETTRONICO

Un braccialetto elettronico
Un braccialetto elettronico

PISTOIA. Com’è noto, di recente è stato reso operativo il progetto del c.d. “braccialetto elettronico” per il controllo dei soggetti ammessi alla misura degli arresti domiciliari e della detenzione domiciliare.

Il numero dei dispositivi in Italia è di circa 2000 pezzi.

Il sistema è composto da:

  1. Braccialetto elettronico: è un dispositivo che viene applicato alla caviglia del soggetto sottoposto agli arresti domiciliari o in detenzione domiciliare. Quando il soggetto si allontana dal domicilio in cui è ristretto, il sistema produce un allarme che viene recepito dalla centrale operativa della forza di polizia che ha in carico la misura.
  2. Centralina (o Unità di sorveglianza locale, indicata anche con l’acronimo Smu). È un dispositivo, simile ad una radiosveglia, collocata in un punto dell’appartamento del ristretto, che capta il segnale del braccialetto elettronico ed invia un allarme quando il braccialetto si allontana dal perimetro predefinito. L’allarme è ricevuto da una centrale Telecom di Roma che lo ritrasmette alla sala operativa provinciale della forza di polizia che ha in carico il soggetto. All’interno della centralina è presente una sim card a cui è abbinato un numero telefonico riservato che consente di dialogare direttamente con la sala operativa della forza di polizia che ha in carico la vigilanza del soggetto. Il numero non viene rivelato all’arrestato.
  3. Terminale in sala operativa. Presso la Sala Operativa della Questura è presente un terminale (computer) dedicato al progetto. Esso riceve gli allarmi e contiene tutta una serie di notizie utili che possono formare oggetto di reportistica (es. elenco degli allarmi). Tra le varie informazioni presenti sul terminale è possibile reperire il numero telefonico abbinato alla centralina. Tale numero è particolarmente utile in caso di allarme in quanto consente all’operatore di polizia di contattare immediatamente il soggetto sottoposto per i primi accertamenti. Se il soggetto sottoposto si avvicina alla centralina per rispondere, l’allarme si interrompe, dimostrando l’effettiva presenza del sottoposto nell’appartamento e quindi rendendo superfluo l’invio di una volante per il controllo.
  4. Centrale Beti (Braccialetto Elettronico Telecom Italia). Gli allarmi vengono registrati in quella centrale, a Roma, e ritrasmessi automaticamente al terminale in sala operativa. La centrale Beti è l’interfaccia con Telecom. Le richieste di intervento, gli accordi ecc. debbono essere comunicati preliminarmente a quella centrale (operativa h24) e poi confermati via fax o via posta elettronica certificata.

L’adozione del braccialetto, nella nostra provincia, ha portato lo scorso 14 aprile ad un incontro interforze, presieduto dal Presidente del Tribunale di Pistoia, al quale hanno partecipato il Coordinatore della Sezione Gip/Gup, il Procuratore Capo della Repubblica e i rappresentanti di tutte le Forze di Polizia della provincia, durante il quale sono state definite le procedure operative che sommariamente riportiamo:

L’APPLICAZIONE

I soggetti che possono essere interessati all’applicazione del braccialetto elettronico sono quelli:

  • –         già ristretti in strutture carcerarie;
  • –         arrestati in flagranza di reato, fermati perché indiziati di delitto, destinatari della misura cautelare degli arresti domiciliari.
Applicazione del braccialetto elettronico. 1
Applicazione del braccialetto elettronico. 1

Per i primi, l’attivazione della procedura sarà curata, principalmente dall’A.G.. che delegherà uno specifico ufficio di polizia. Questo curerà anche l’attivazione a quei soggetti che sconteranno la misura nel territorio della provincia di Pistoia, qualora ciò sia deciso da altre A.G., diverse da quelle competenti in questa provincia.

Per i secondi, invece, sarà l’Ufficio che ha proceduto all’arresto, al fermo o all’esecuzione della misura, competente per l’intera procedura di applicazione,

La pratica ha finora evidenziato che nella maggior parte dei casi, l’applicazione riguarda soggetti provenienti dallo “stato di libertà”, cioè non già ristretti presso strutture carcerarie pertanto è l’organo di polizia che segnala tutte le anomalie attuando le procedure di controllo necessarie a garantire l’osservanza della misura da parte dell’interessato.

La gestione dei controlli e degli allarmi è delegata totalmente alle forze dell’ordine ; nella nostra provincia però le detenzioni tramite il braccialetto elettronico debbono essere seguite da personale della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri perché le altre forze di Polizia non possono, per mancanza di strumenti tecnici o personale addetti al controllo, eseguire i necessari controlli.

In caso di allarme, (allontanamento del soggetto dal luogo degli arresti domiciliari, manomissione del braccialetto, taglio del cinturino del braccialetto, spostamento della centralina, scuotimento della centralina, smontaggio o danneggiamento della centralina) l’operatore della Sala operativa potrà telefonare al sottoposto utilizzando il numero telefonico abbinato alla centralina.

La possibilità di utilizzare la linea telefonica per un primo ed immediato controllo è utile in quanto quando il soggetto sottoposto si avvicina alla centralina per rispondere, l’allarme si interrompe, dimostrando l’effettiva presenza del sottoposto nell’appartamento, ma alla verifica telefonica seguirà l’intervento di una pattuglia al domicilio per il materiale accertamento.

La gestione dei permessi è di competenza principalmente dell’Ufficio che ha eseguito il provvedimento restrittivo con conseguente aggravio di lavoro per il personale, che di solito è adibito a funzioni investigative.

Applicazione del braccialetto elettronico. 2
Applicazione del braccialetto elettronico. 2

Nel caso in cui il sottoposto fruisca di permessi orari, l’Ufficio citato provvederà alla corrispondenza via posta elettronica con la alla Telecom che setterà il sistema onde evitare durante i permessi, l’attivazione dell’ allarme.

Anche all’atto della fine o della revoca della misura, l’Ufficio di Polizia, contatterà telefonicamente Telecom per la rimozione del braccialetto. La richiesta dovrà essere confermata da Telecom. L’operazione sarà eseguita alla presenza del personale di Polizia che provvederà a redigere i relativi verbali.

Il Braccialetto elettronico è uno strumento che a nostro parere potrebbe essere valido ed utile se con l’impiego dello stesso non si volesse sostituire la detenzione in carcere e soprattutto se fosse stato previsto personale da impiegare nella gestione dal punto di vista burocratico delle pratiche connesse; infatti accade purtroppo che siano proprio i poliziotti – quelli che hanno eseguito le indagini e che hanno portato alla misura restrittiva – a dover gestire tutte le pratiche burocratiche Amministrative, che ovviamente sono necessarie, con Telecom, con gli Uffici dei Tribunali e con il tecnico che interverrà.

I tagli alla sicurezza hanno portato ad una diminuzione del personale della Polizia di Stato ed il ricorso al braccialetto elettronico è andato a gravare pesantemente sull’operato degli uomini in divisa, che per questo motivo sono distolti dalle attività investigative e non possono più dedicarsi alle indagini come in passato.

Il rispetto dei termini per il montaggio, concordati nell’incontro del 14 aprile scorso, ossia 4 giorni dalla notifica del provvedimento, spesso non è nemmeno possibile onorarlo,, sia per il numero esiguo dei dispositivi presso la Telecom, infatti spesso non sono disponibili, sia perché l’unico tecnico autorizzato da Telecom al montaggio, deve garantire le proprie prestazioni a tutta la regione Toscana, e per tutte le forze di Polizia.

Ciò inevitabilmente crea difficoltà e ritardi.

Dello stesso avviso è il Portavoce Nazionale Massimo Montebove, che al riguardo è intervenuto: “La cosa più preoccupante è che nella nostra Regione c’è un unico tecnico incaricato al montaggio Una situazione che in Toscana è diventata intollerabile. È impensabile pensare di fare le nozze coi fichi secchi. Un solo tecnico in tutta la regione per la gestione dei braccialetti elettronici crea lentezze e problemi pratici infiniti. Non solo. C’è anche un aggravio di lavoro da parte di chi esegue le misure cautelari, cioè gli uffici operativi e investigativi che quindi vengono distolto dalle indagini e dal controllo del territorio, a causa della nota e irrisolta carenza di organico. Una coperta cortissima che ora rischia di strapparsi. Dal Ministero nessuna risposta o solo promesse non mantenute. Anche per questo per il Sap sarà un’estate di mobilitazione ed è già partita l’operazione piazza permanente”.

Per concludere il Sap ritiene che per rendere la giustizia più credibile sia necessario investire nel comparto sicurezza, nei servitori dello Stato, in modo che le forze di Polizia possano applicare e far applicare quanto stabilito dalle leggi e dalle sentenze dei tribunale continuando a garantire la propria professionalità a favore della collettività.

Il Segretario Provinciale
Andrea Carobbi Corso

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