IL CASO BIELLA, LA “LETTERA APERTA” DI GIORGIO SILLI

Il deputato pratese ha sottoscritto l’ordine del giorno presentato alla Camera dal Pd che estende i contributi concessi a Biella anche al distretto pratese

Giorgio Silli in piazza del Duomo a Prato

PRATO. [a.b.] Ieri il Governo durante i lavori parlamentari sul bilancio ha accolto l’ordine del giorno presentato dal gruppo Pd alla Camera con prima firmataria la presidente della commissione Attività Produttive Martina Nardi, sottoscritto anche dall’onorevole pratese di Cambiamo Giorgio Silli per estendere i contributi concessi a Biella (5 milioni all’anno dal 2021 al 2023) anche al distretto di Prato “a tutela della filiera e dell’attività di ricerca e di sviluppo”. ’

“A Prato – scrive il deputato pratese — siamo una grande classe dirigente ma, a volte, abbiamo la sindrome di Cenerentola”.

Su quanto accaduto nei giorni scorsi e sul dibattito sorto soprattutto a Prato l’onorevole Silli ha scritto una lettera aperta che pubblichiamo integralmente:

Da un paio di giorni, partecipando il meno possibile al dibattito sulla stampa, sto riflettendo su quanto accaduto nelle ore in cui, in parlamento, stavamo votando per la legge di bilancio. Ho riflettuto su una piccola cosa che ha fatto esplodere una sorta di affare di stato nel nostro distretto, costringendo tutta la nostra classe dirigente a correre ai ripari e ad armarsi di carta e penna per fare interventi tardivi o per sottolineare la propria estraneità o “non colpa’’ per quanto accaduto.

Il tutto non riconoscendo o non ricordando quanto di buono invece è stato fatto, piaccia o non piaccia, da tutta questa classe dirigente; magari in modo poco coordinato ma abbiamo tutti portato a casa dei risultati per il distretto: le categorie economiche, gli industriali, gli artigiani, i sindacati, il sindaco, i parlamentari, la politica locale, gli ordini professionali ecc.

Cinque miseri milioni a Biella, annui, per 3 anni hanno fatto emergere in maniera chiarissima quanto la nostra città, il nostro distretto sia grande, quanto la nostra classe dirigente sia preparata, ma quanto siamo ammalati della sindrome della Cenerentola.

Abbiamo ottenuto tanto in questi anni, abbiamo disegnato degli obiettivi da raggiungere, abbiamo creato i presupposti affinchè le aziende pratesi, fra le altre, possano richiedere ed ottenere fondi per lo sviluppo, la ricerca, l’economia circolare, per abbattere l’obsolescenza dei magazzini e molto altro.

Grazie alla collaborazione di tutti in questa legge di bilancio sono state costruite ed approvate norme che, se usate nel modo giusto, non potranno che fare bene a Prato: agevolazioni per aggregazioni fra aziende, un mio ordine del giorno che impegna il governo a includere nei decreti ristori i cernitori di stracci, migliorie per la nuova Sabatini ed altre norme simili, il “fondo per le aziende creative’’ che va ad aggiungersi al “Bonus Moda’’ per il periodo Covid (finanziato solo per 45 milioni e che stiamo cercando di fare rifinanziare per 300) e molto altro.

Il libro

Il tutto oltre a fondi ed incentivi per tutta l’imprenditoria già esistenti ed erogabili attraverso il ministero dello sviluppo economico, dell’ambiente o attraverso Simest o Invitalia.

Qualche settimana fa, con il sindaco, abbiamo incontrato due alti funzionari del Mise con i quali stavamo valutando, fra le altre cose, la possibilità di aprire uno sportello ministeriale per accompagnare gli imprenditori nella richiesta degli incentivi, a Prato. È dura cercare di fare le cose in maniera trasversale senza avere la possibilità di metterci il cappello politico “di parte’’ ma in questo momento il distretto ha bisogno anche di questo. Bene ha fatto Biffoni a chiamare il ministro Gualtieri; avrei potuto fare lo stesso se il governo fosse stato supportato dalla mia parte politica.

Ricordo che lo scorso anno ebbi a proporre un finanziamento da 20 milioni di euro (di cui 6 a fondo perduto) per salvare l’anello di filiera della filatura cardata che ha ormai impianti obsoleti, alcuni addirittura di fine anni ’60. Non se ne fece di nulla perchè vi sarebbe stata la necessità di mettere d’accordo almeno 10 filature.

Purtroppo quando si tratta di fare squadra davvero qualcosa si inceppa; l’individualismo, che è stato una benedizione negli anni del boom economico, oggi risulta assolutamente letale ogni volta che vi sarebbe bisogno di trovare delle soluzioni comuni.

Inutile dire che sono stato un pò infastidito da molte reazioni a caldo riguardo al piccolo finanziamento concesso a Biella. 5 milioni, spesso, sono fondi che una singola azienda riesce ad ottenere partecipando a qualche bando (una ramosa nuova, giusto per fare un esempio, può arrivare a costare, in opera, 1 milione).

Di sicuro ha giocato un ruolo fondamentale il nostro orgoglio pratese che non ha sopportato vedere in un titolo di giornale la parola “Biella’’ come se fosse un acerrimo nemico (cosa che non è; siamo strutturalmente diversi da Biella, facciamo prodotti diversi, non siamo sempre in concorrenza diretta).

Soldi a disposizione ce ne sono molti, vanno richiesti e bisogna essere bravi ad intercettarli attraverso i relativi bandi. Inutile cercare sempre un capro espiatorio per i problemi che ha il nostro distretto; la realtà è che Prato ha due nemici giurati: la globalizzazione ed il mercato che ne è scaturito.

Chi pensa che si possa tornare alla Prato degli anni ’80 solo attraverso progetti o fondi ministeriali sa bene di mentire a se stesso.

Esorto tutti coloro che hanno partecipato al dibattito in questi giorni a leggere il testo della legge di bilancio (scommetto che l’hanno fatto in pochissimi); lì dentro ci sono strumenti utili alla sopravvivenza e al rilancio ma il resto deve venire da noi come è sempre successo anche in anni più grigi e difficili di questo.

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