PRATO. Anche la cattedrale di Prato farà da cornice al progetto espositivo «La Fine del Mondo», la grande mostra che segna la riapertura del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci.
Dal 12 novembre, vigilia della chiusura diocesana del Giubileo della Misericordia, al 18 dicembre, nella cappella Inghirami, detta della Sacra Famiglia, accanto all’ingresso della sacrestia, sarà installata un’opera dell’artista austriaco Hermann Nitsch.
Si tratta di una crocifissione evocata da un camice appeso posto sopra una portantina/altare con dietro una grande tela. Il tutto è «sporcato» da tracce di sangue, secondo lo stile rituale e istintivo di Nitsch.
L’opera è il frutto di una «azione» tenuta dall’artista allo studio Morra di Napoli nel 1977, durante la quale ha reinterpretato pubblicamente la celebrazione del mistero e della passione cristiana con la sua pittura «frenetica». Gli oggetti e i materiali utilizzati esprimono crudezza e servono, secondo l’idea di Nitsch a «trasmettere forti emozioni, cercando così di celebrare la vita in modo profondo».
L’opera, intitolata 54.lerhaktion, verrà presentata sabato 12 novembre alle 11, alla presenza del vescovo Franco Agostinelli, del sindaco Matteo Biffoni, della presidente della Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana Irene Sanesi.
Interverranno inoltre il curatore del Centro Pecci Stefano Pezzato, il direttore dei Musei Diocesani Claudio Cerretelli e il presidente della commissione Arte Sacra della Diocesi Giuseppe Billi.
[diocesi prato]