IL COLLETTIVO COMUNISTA CHIEDE UNA “RINASCITA” DELLA PISCINA FEDI

Piscine Fedi. Lo striscione apparso il 25/8

PISTOIA. La recente morte di un giovane nei giardini esterni alla piscina “Silvano Fedi” ha riportato in auge il tema riguardante l’abbandono di strutture pubbliche ed in particolar modo un acceso dibattito proprio sulle piscine stesse, oramai chiuse da qualche tempo in quanto inagibili.

Non ci interessa intervenire in merito alla diatriba Comune-Provincia, cioè centrodestra-centrosinistra, riguardante il rimpallo di responsabilità sulla chiusura della stessa, né tantomeno intervenire sul dietrofront della giunta Tomasi che, in campagna elettorale, accusava Bertinelli di non aver fatto niente per risolvere la situazione e adesso dichiara di non poter intervenire in quanto proprietà della Provincia…

Da Comunisti, intendiamo però ribadire quanto segue:

  • A Pistoia sono decine gli immobili di proprietà pubblica lasciati all’abbandono e al più completo degrado, una situazione che va detto è riscontrabile in tutte le città, siano esse amministrate dal centrodestra che dal centrosinistra: la loro politica nei confronti degli immobili sfitti è sempre la stessa e punta dritto alla speculazione edilizia (a Pistoia basti vedere le inchieste degli ultimi anni sui grandi gruppi edili in combutta con funzionari pubblici) e alla privatizzazione di essi, spesso nascosta sotto sedicenti “concessioni temporanee” (vedi le intenzioni della giunta Tomasi nei confronti non solo degli impianti sportivi tutti ma anche di asili nido e servizi essenziali);
  • Il recupero degli spazi abbandonati, date le mancanze economiche che almeno a parole vanno lamentando gli amministratori locali da oltre vent’anni a questa parte a causa dei tagli sempre più profondi da parte dei vari governi nazionali, passa anche attraverso l’autorecupero e l’autogestione: importanti negli ultimi anni, seppur diverse tra loro, le esperienze di Slebest e Centro Sociale Macello, spazi degradati e degradanti restituiti alla città e a centinaia di giovani pressoché a costo zero, esperienze entrambe messe a tacere dalla giunta Bertinelli;
  • Le strutture di utilità pubblica come gli impianti sportivi e nel caso specifico le piscine Fedi, devono tornare al più presto in funzione e deve essere garantito il loro carattere sociale, pubblico e popolare. Di fronte a chi propone assegni una tantuma famiglie esclusivamente italiane per mandare i loro figli a praticare sport, noi diciamo che la pratica sportiva deve essere un diritto per tutti, giovani e meno giovani, italiani e non, libero e completamente gratuito.

Da Comunisti, lotteremo affinché lo sport diventi un pieno diritto e non un lusso.

[Collettivo Rinascita]

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