«IL CUORE DI UN PADRE» ALLA FONDAZIONE LUIGI TRONCI

La copertina del libro
La copertina

PISTOIA. Prosegue con successo la collaborazione tra Fondazione Luigi Tronci ed Associazione Culturidea per evidenziare ancora di più alla comunità della provincia di Pistoia la necessità di valorizzare il patrimonio museale, artistico e di competenze della fondazione stessa.

In questo percorso si inserisce il Festival estivo “Percussioni di cultura” promosso dalle due realtà per sottolineare ancora una volta come questo spazio fisico e mentale della comunità pistoiese che è diventato la Fondazione Tronci, sia anche un luogo idealmente riconosciuto come culla delle più belle esperienze culturali pistoiesi.

Così mercoledì 17 giugno in corso Gramsci 37 sarà presentato il volume di Enrico Buongiovanni “Il cuore di un padre”. La serata prenderà il via alle 21.20 e a fare gli onori di casa oltre al M° Luigi Tronci vi saranno introduzioni e letture di Riccardo Fagioli, Beatrice Papi, Romano Fedi e Simona Selene Scatizzi.

Il romanzo di Enrico Buongiovanni ruota intorno alla figura del giovane Riccardo, di cui si narrano le vicende personali e si analizzano sentimenti e pensieri con una sensibilità davvero apprezzabile. Quella che si coglie subito fin dalle prime pagine è proprio la capacità di introspezione psicologica da parte dell’autore, che dimostra anche una profonda empatia nei confronti del suo personaggio e della varia umanità che lo circonda. Il principio che sembra stare alla base del lavoro di questo giovane autore è semplice: si impara a scrivere, scrivendo, misurandosi concretamente con l’elaborazione di un racconto.

Riccardo Fagioli e Luigi Tronci
Riccardo Fagioli e Luigi Tronci

Nel romanzo “Il cuore di un padre” sembra che l’autore stesso sia la presenza di un insegnante a se stesso. Il testo quindi pare vivere nella stessa struttura in cui è strutturato come scrittura creativa, offrendo l’esperienza narrata ai lettori che sono chiamati ad una specie di “oltre”.

I lettori è come se fossero chiamati ad entrare nel racconto e a riconoscer visi pienamente o in parte. L’ottica dalla quale sono filtrati i fatti e le emozioni è appunto quella di un giovane impegnato e attento alla sfera dei sentimenti, che vuole esprimere la sua visione del mondo ma al tempo stesso decifrare la realtà con un atteggiamento aperto e interlocutorio.

È attraverso il ventitreenne Riccardo, sognatore ma deciso ad affrontare le durezze della vita senza alibi e senza scuse, che il coetaneo Enrico si esprime e racconta il suo mondo interiore. E lo fa con un linguaggio colloquiale e quotidiano che non scade mai nella banalità. La sua sintassi spontanea e il suo lessico infarcito di termini familiari hanno una freschezza e un’autenticità che stupiscono in un esordiente.

[culturidea]

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