il dito & la luna. LA STORIA DI VANNINO DOVREBBE INSEGNARE MOLTE PIÙ COSE A MOLTI, MA LASCERÀ TRANQUILLAMENTE TUTTO COM’È

Semplicemente una vigliaccata immane contro un personaggio fragile, che si sarebbe dovuto aiutare con i servizi sociali. Avrebbero dovuto portagli a casa legna o pellet per scaldarsi; avrebbero potuto fare opere di beneficenza ripulendogli periodicamente orto e giardino ed evitandogli lo sputo in faccia che la legge, svegliatasi all’improvviso, gli ha voluto regalare a gratis in nome della sicurezza. Complimenti!

In Italia, però, nessuno è sicuro: specie se di mezzo & in mezzo entra la legge…

 

COME FUNZIONA LA LEGGE

IN UNO STATO IN DISARMO

 


Meglio metterlo fuori di casa, Vannino, che aiutarlo come i saggi della Caritas ci invitano ogni giorno a fare… E la discarica di Vicofaro? Perché quella no?

 

NELLA SCUOLA FASCISTA – non in quella di Barbiana, gradita a Ursula Geltrud von der Leyen –, una scuola repressiva che ho avuto l’onore e il piacere di frequentare e che non ha depresso il mio cervello come all’80% del popolo italiano post-sessantottino, ho imparato, dal mio maestro di latino e greco, il grande professor Raffaello Melani, che la storia non insegna niente o non saremmo sempre punto e a capo.

Sull’argomento-Vannino vorrò tornare nei prossimi giorni e forse non una sola volta. Ma inizio con una di quelle grandi massime eterne che la sinistra radical gode ad adoperare ogni giorno per prendere in giro e sfottere chi non ha portato il proprio cervello all’ammasso e non si riconosce nel gregge pecorònico globale: Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito.

 

 

La citazione si attaglia agli eventi di Vannino, definito – mi pare di avere visto nell’umore bislacco dei social, ma anche sui giornali di carta – come un “francescano prima maniera”, quando invece è piuttosto chiaro, credo, che lui indossi brache da indù: a sommo spregio di tutta questa nostra ipocrita civiltà di merda che combatte la giustizia, la dignità umana, i diritti dell’uomo, la libertà fatta sognare dalla Costituzione, trattata alla Grillo e proprio dai suoi tutori, quei magistrati che non di rado si fanno sistemare da personaggi stile Palamara o da logge Ungheria che danno la caccia, oggi, alle imprese della P2 di quarant’anni fa – e forse solo perché Licio Gelli è morto e non può più parlare.

Prima e chiara premessa

La casa di Vannino, volenti o nolenti fece, faceva e fa schifo. Capisco e condivido in pieno l’angoscia dei vicini per dover vivere, sotto costrizione, accanto a una effettiva discarica che copre e nasconde un rudere ridotto ai resti dell’incendio di Roma.

Seconda e più chiara premessa

Critico, però, nella maniera più aspra possibile, l’operato di tutti coloro che, per risolvere il problema-Vannino, hanno scelto la via peggiore e più disonorevole, quella del codice penale con la scusa di un “criminale smaltimento illegale dei rifiuti”.

Semplicemente una vigliaccata immane contro un personaggio fragile, che si sarebbe dovuto aiutare con i servizi sociali. Avrebbero dovuto portagli a casa legna o pellet per scaldarsi; avrebbero potuto fare opere di beneficenza ripulendogli periodicamente orto e giardino ed evitandogli lo sputo in faccia che la legge, svegliatasi all’improvviso, gli ha voluto regalare a gratis in nome della sicurezza. Complimenti!

In Italia, però, nessuno è sicuro

Specie se di mezzo & in mezzo entra la legge. Specie se i nostri censori – giudici incontestabili, superprotetti, muti e impunibili, mai bacchettati a dovere pur se trovati non con le mani, ma con le braccia e la testa stessa infilate nella marmellata – son tali da fare disonore alla falsa giustizia dei tribunali del popolo sovrano.

Una riprova è la storia di Vannino: gravissima in quanto indirizzata, vilmente e grottescamente, nei confronti di un innocuo fragile guru, che non risulta abbia mai procurato noie serie a nessuno.

E tuttavia Vannino è fortunato, perché è sostenuto da tutti, con un tamtam che non finirà. E vi spiego perché: lui è un nessuno, un invisibile, un individuo che, dal punto di vista sociale, non ha peso.

Facebook per Vannino

Ma in questa provincia, all’origine fascistissima e in séguito comunistissima (di fatto un sarcofago di nullità), in cui la procura viaggia (basta vedere i fatti) non con un doppio-pesismo, ma con un pluri-pesismo alla Giolitti; in cui il prefetto, ci sia o non ci sia, è esattamente la stessa cosa; in cui alcuni militi della polizia giudiziaria sono perseguitati dalla giustizia degli ingiusti solo perché non cedono agli arbitrii dei pubblici ministeri (ricordate, uno per tutti, Sandro Mancini e arrossite!), mentre altri, più duttili e malleabili, scivolosi come il gel che si mettono in capo, e al loro capo soddisfano tutte le voglie, ne succedono anche di peggio.

In questa provincia da un giorno all’altro si arrestano giornalisti (104 giorni!) e nessuno dice una parola o rifiata: dall’indecente ordine dei giornalisti in giù; a tutti i giornalisti grandi e piccini che vi siano in Pistoia e oltre.

Perché parlare di Vannino, alzare barricate intorno a lui, è facile e un gioco da ragazzi, visto che non interessa a nessuno.

Parlare di chi fa vera informazione e finisce a processo perché deve tacere, vuol dire esporsi alla lente di ingrandimento di una procura che non scherza quanto ad abusi: e per questo basterà pensare che non di rado le indagini o non vengono svolte (ma sono solo dichiarate) o vengono svolte in maniera pilotata, ignorando opportunamente che non si devono cercare solo prove contro gli indagati, ma anche a loro discarico.

Nella vicenda di Vannino non solo non ci si capisce un corno, ma si nascondono i fatti e i dati. Non si sa:

  1. chi abbia richiesto l’intervento – i sindaci Tomasi e Benesperi negano, ma il Benesperi si ficca in mezzo per niente, visto che Vannino dipende esclusivamente da Pistoia
  2. chi si sia mosso in procura e perché solo dopo un secolo in cui Vannino è sempre stato al suo posto senza che nessuno abbia piolàto.
    Ci dicono che il pubblico ministero sarebbe Leonardo De Gaudio e il Gip la signora Patrizia Martucci: è vero?
    E come mai Il Tirreno, con Massimo Donati che ha, per quanto ci risulta, una corsia preferenziale in procura, non ha informato i suoi lettori a dovere come quando pubblicò (chi glielo aveva rivelato, violando il segreto d’ufficio, il signor Curreli o la signora Martucci?) un particolare riservato del decreto del Tribunale della Libertà che aveva bacchettato a dovere un abuso della procura pistoiese?
  3. perché, in chiaro e in trasparenza, sia successo questo improvviso “collasso giudiziario”, per il quale alcuni suppongono perfino un coinvolgimento diretto della polizia municipale di Pistoia e del suo nuovo comandante

 

L’Italia non è un dramma, è una tragedia

La legge è uguale per tutti

 

La procura accusa Vannino di smaltimento illegale di rifiuti, ma è quella stessa procura di basso profilo (secondo la ben nota volontà del fu-capo Dell’Anno) che ha costantemente ignorato l’inceneritore di Montale, la discarica del Cassero, il cloruro di vinile nei pozzi di Casalguidi, e che porta avanti provvedimenti anti-Vannino per mano del signor De Gaudio, lo stesso che l’altro giorno ha chiesto di chiudere l’inchiesta sui residui tossici sepolti sotto l’inceneritore di via Tobagi, e dopo che per 6 anni 6 la polizia giudiziaria non ha mosso un dito per indagare. Via tutto all’archivio!

Non siamo noi di Linea Libera i nemici del popolo e dei suoi diritti, da abbattere: è il nostro intero sistema giudiziario che va, non rivisto e corretto, ma scardinato e rifondato, togliendo ai giudici tutti quei poteri troppo discrezionali che sono incompatibili con magistrati che hanno un solo diritto e un solo dovere; quelli stabiliti dall’art. 101 della Costituzione italiana scritta col sangue:

  1. La giustizia è amministrata in nome del popolo
    e dunque i giudici ci rispettino, perché noi siamo il popolo, non loro
  2. I giudici sono soggetti soltanto alla legge
    e dunque la smettano di usare la loro arbitraria discrezionalità per dirigere l’orchestra; come la Corte (?) Costituzionale “interventista” che si permette di affermare che correggerà perfino la maniera con cui scopiamo e mettiamo su famiglia senza uteri in affitto e con coppie non di doppioni o di non si sa cosa

Viva Vannino libero, sì! Ma attenzione a tutto, cari lettori. Anche agli arresti illeciti di giornalisti solo perché hanno scritto o scrivono verità non gradite alla procura-dio padre onnipotente, amen!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]

 

Una raccomandazione ai sostenitori di Vannino.
Iniziate a cercargli e a trovargli un avvocato che lo difenda a gratis: ne avrà molto bisogno.

 


Link su Vannino

1. che fine ha fatto vannino? messi i sigilli alla casa senza porte e finestre – postato in 14 maggio 2021 da andrea balli
2. tronci alessandro 14.5.2021 su facebook
3. reportpistoia 14.5. 2021su facebook
4. la nazione.it 14.5.2021. pistoia vannino-libero
5. il tirreno pistoia cronaca15.05.2021 vannino mobilitazione su fb


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