PISTOIA. Abbiamo già parlato di “Il Forteto” e siamo stupiti, per non dire indignati, del silenzio che la “sentina” della Tv di Stato, che tutti noi paghiamo, con i vari liofilizzati tipo la Littizzetto e “artisti” vari, ha imposto alla vicenda.
Per una doverosa conoscenza rimandiamo alla lettura, magari a stomaco vuoto, su “Cattivi scolari di Don Milani. La catastrofe del Forteto” a cura di Sandro Magister o a “Il Covile. Il Forteto”.
C’è una vasta letteratura su questa vergogna regionale, sollevata a suo tempo e per onestà di cronaca, dal consigliere di Fdi, Donzelli, ed approdata nelle aule di tribunale con condanne per abusi sessuali e altro ancora, dopo l’omertoso silenzio che la sinistra in generale e qualche sua deputata in particolare, purtroppo pistoiese, hanno nel tempo frapposto per una esaustiva conoscenza dei fatti negando addirittura una commissione di indagine parlamentare: stiamo parlando del 2014.
Mentre l’indagine regionale, dopo un lungo iter investigativo e dibattimentale, è stata concordemente votata dal Presidente della Commissione (Bambagioni del Pd e dagli altri membri, da Sì-Toscana a sinistra a tutto il centro destra), la Regione Toscana ha negato agli organizzatori di Tosacanalibri di poter presentare il libro su questo caso al Salone del libro di Torino.
Il libro in questione, “Setta di stato. Il caso Forteto”, dei giornalisti Pini e Tronci è stato inibito alla libera lettura perché è un atto di accusa supportato da sentenze e testimonianze che frantumerebbe quel “buonismo” pretaiolo che Don Milani incarnò, che i suoi seguaci applicarono alla lettera, e che la sinistra in generale aveva sposato e “foraggiato” con denari e attestati al merito in cambio di voti; perché Il Forteto era una fucina di voti a sinistra, ancorché sporchi di pedofilia e di bassi e ributtanti comportamenti.
Inoltre Il Forteto era un’azienda agricola e non solo, che rendeva “alla grande” ed evidentemente “nel cuore” dei compagni che la propagandavano a modello con il cuore a sinistra e il portafoglio a destra. Tutta la sinistra regionale e nazionale è andata a “purificarsi” al Forteto…
Il mentore di tutta questa sporcizia, seguace di don Milani, di nome Rodolfo Fiesoli, si è finalmente preso diciassette anni di galera anche per pedofilia, continuata per anni ed anni, dopo che, per analogo reato, era già stato condannato in passato.
Ma questo delinquente era un seguace di don Milani e un protetto del giudice, nonché presidente del Tribunale dei Minori, Giampaolo Meucci, passato fortunatamente a miglior vita e quindi non più in grado di coprire queste turpitudini.
Qualcuno afferma che questo presidente-giudice fosse in buona fede: peggio ancora. Era un incapace di svolgere il suo ruolo. Nonostante un suo collega, Carlo Casini, avesse aperto un fascicolo per abusi sessuali e nel 1978 avesse arrestato questo farabutto di Rodolfo Fiesoli, capito? Ma, lo sappiamo, la legge è uguale per tutti e per alcuni un po’ meno!
In una lettera a Pecorini, un suo amico, don Milani scriveva:“se un rischio corro per l’anima mia non è certo quello di aver poco amato, ma piuttosto d’amare troppo cioè di portarmeli anche a letto! E chi potrà mai amare i ragazzi fino all’osso senza finire col metterglielo anche in culo se non un maestro che insieme a loro ami anche Dio e tema l’Inferno e desideri il Paradiso?”.
È assai probabile che il Fiesoli si sia sentito tutelato in certi suoi comportamenti da certe affermazioni…
Il cuore del problema non è certamente don Milani, che adesso è stato ampiamente “scavalcato” dai don Ciotti, dai don Gallo e dai don Mazzi, tutti “don” forse un poco anche “din”, molto più davanti alle telecamere che non all’altare dove, per loro scelta, avrebbero dovuto stare: il problema, laico, razionale, civile e politico, soprattutto politico, è la motivazione per la quale questa Regione Toscana, impregnata di indagati e di incompetenti, neghi il diritto “a sapere” ai suoi cittadini e, ciò facendo, induca altri Fiesoli, altri Meucci a creare nuovi Forteti.
Questo inferno dal quale tanti ragazzi oramai adulti sono riusciti a fuggire e,trovando un inimmaginabile coraggio, anche a parlare dinnanzi a giudici seri, onesti e denunciare, compaiono solo su questo libro coraggioso che non si vuole che sia letto.
Perché è un atto di accusa di “favoreggiamento” verso i vertici di una classe politica di sinistra che la moralità la ha depositata nel e dentro il fondo schiena; pur di sopravvivere e avendo letto don Milani e avendolo anche male interpretato.
L’invito alla lettura di questo libro “Setta di stato. Il caso Forteto” è rivolto anche al popolo della sinistra che, in buona fede, pensa di essere rappresentato da questa massa di farabutti che applica l’oblio e la damnatio memoriae a tutto ciò che non è conforme al loro pensiero e alle loro poco commendevoli pulsioni.
Quanti Forteti hanno creato e quanti ancora ne nascondono, questi gaglioffi?
Peccato, per questa banda di filo-pedofili, che il libro sia reperibile nelle librerie e che quotidiani on line, come questo nostro, non si facciano intimorire perché niente hanno da temere.
Altri commenti, leggendo il libro e l’articolo sopra citato, non servono.
[Felice De Matteis]
Nell’articolo vengono riportate espressioni di don Lorenzo Milani che alcuni suoi amici mettono in dubbio.
Poichè una delle nostre regole sono le fonti cartacee, rimando i nostri lettori al libro di G. Pecorini : “Don Milani : chi era costui?” edito da Baldini – Castoldi 1996, pag. 386 – 391.
Sempre che sia reperibile…….. Perchè anche questa è la democrazia degli ipocriti e dei falsari.
Noi l’abbiamo, però.