PISTOIA. Nel 1907 Gino Coppedè, architetto, progetta la palazzina che prenderà il suo nome e farà da porta d’ingresso allo stabilimento S. Giorgio, il più importante complesso industriale della città, da allora e per molti anni.
La palazzina Coppedè, oltre a essere un simbolo significativo dell’attività storica della città, è un pregevole pezzo di “arredo urbano” in puro stile Liberty che potremmo essere orgogliosi di mostrare.
In realtà ad oggi l’edificio parla della nostra trascuratezza, della mancanza di attenzione per la collettività da parte di chi è incaricato di occuparsene, dell’incuria indecente che dilaga.
Che sia il Sindaco, il Soprintendente ai beni artistici e architettonici o altri, si richiede un intervento che consenta alla proprietà di restituire la palazzina Coppedè alla città, almeno in senso estetico.
Altrimenti se il degrado è il linguaggio che vogliamo parlare alla gente, ai più giovani in special modo, non c’è da meravigliarsi che la risposta sia quella che segue.
Dio ce ne scampi! Ma meglio non smuovere le acque e lasciare tutto com’è in attesa di una amministrazione “illuminata”…
Non vorrei che decidessero di “sprovincializzarla” e affidare il recupero dell’area agli stessi mecenati che stanno provvedendo all’arricchimento (cit.) del giardino in Via degli Armeni!!