CAMPO TIZZORO. Il 22 dicembre 2015, giorno del solstizio d’inverno, è uscito I paesi della Montagna Pistoiese. Seconda parte, quinto volume di Roberto Prioreschi che racconta in 480 pagine e 1673 immagini i quattro comuni capoluogo, Abetone, Cutigliano, Piteglio e San Marcello, 26 frazioni e 5 località.
In copertina il Pallone di Santa Celestina, raffigurazione visiva del progresso di un tempo che accomunava tutta la Montagna Pistoiese e che, assumendo la forma di un rito propiziatorio e cercando nella memoria, crede ancora in un futuro di vita possibile.
Nel quarto di copertina, come è solito fare il curatore di questi libri, l’opposto contrario. Una rara fotografia scattata l’8 settembre del 1926 documenta il momento in cui il pallone, non ancora completamente gonfiato, a causa di una forte ventata, fu incendiato dalla fiamma degli stracci imbevuti di petrolio contenuti nella padella e, cadde come morto corpo cade.
Nei tempi passati il pallone che superava il Monte Cerreto o San Vito era di buon auspicio per la raccolta delle castagne. Da qualche anno il pallone di Santa Celestina alcune volte non raggiunge nemmeno l’altezza del campanile e il significato di questo fatto riflette in modo preciso l’attuale situazione di degrado.
Come il fuoco 90 anni fa incenerì il pallone, allo stesso modo la politica dei numeri e degli interessi personali e di parte di questo sistema politico economico, giorno dopo giorno fa terra bruciata davanti al nostro futuro ed il pallone, la Montagna, non riesce più a volare. La trasformazione del Lorenzo Pacini da ospedale in ambulatorio è solo l’ultimo esempio di questo sciagurato modo di governare.
Nella prefazione del libro si legge anche “che se a livello economico prevarrà solamente l’interesse privato sull’ambiente, non ci sarà futuro, se invece noi cittadini della Montagna avremo la capacità di ri-scoprire la nostra riserva aurea, non solo salveremo noi stessi ma anche gli altri”.
LA RISERVA AUREA
La Montagna Pistoiese è un luogo interessante e piacevole, immerso nelle mille sfumature del verde delle foreste, dei boschi e delle selve, arricchito da fiumi e torrenti che animano le vallate, dove nel corso dei secoli sono nati numerosi insediamenti, o in quei luoghi che costituivano aree di sosta lungo il percorso delle antiche strade, o in quelli più elevati da cui era possibile dominare il territorio circostante, quasi sempre nei punti meglio soleggiati.
Il paese di Gavinana, esposto perfettamente a mezzogiorno, abbraccia l’intera vallata del Limestre e del Lima fino a Lucchio; Lizzano, con una perfetta esposizione al sole ed un’ampia visione su tutto il crinale dell’Appennino, sorge in prossimità della Via Romea Nonantolana; Piteglio e Popiglio, sull’opposto versante, sovrastano e fanno da sentinella all’alta valle del Lima. Maresca e La Lima prendono vita in relazione alla costruzione di molini, ferriere ed opifici che utilizzano l’acqua come forza motrice.
La Montagna è ricca di molte risorse naturali come l’acqua e i boschi, fonti energetiche rinnovabili che diventeranno sempre più preziose; di risorse culturali e storiche, come le emergenze archeologiche di insediamenti umani a Piteglio nei luoghi detti Le Lame e Pescaia e costituiti da opere di difesa e di culto; di torri, di ponti e di pievi del periodo medievale, di costruzioni che si riferiscono all’archeologia industriale con innovazioni uniche al mondo come la Tromba Eolica (che sfrutta la forza dell’acqua per fare aria compressa, sistema utilizzato solo nelle varie ferriere della Montagna Pistoiese) o il Ponte Sospeso a Mammiano Basso, il ponte pedonale più lungo del mondo dalla primavera del 1922 sino al 5 aprile 1998.
Da non dimenticare la Transappenninica, capolavoro d’ingegneria ferroviaria con l’unica stazione al mondo, quella di Corbezzi, con sei portali di gallerie, le testimonianze della seconda guerra mondiale con i camminamenti di Calamecca, le fortificazioni e i bunker del Signorino e i rifugi sotterranei realizzati a Campo Tizzoro dalla Società Metallurgica Italiana, il monumento ad Alcide De Gasperi ed ai suoi ideali europeistici di Jorio Vivarelli a Cutigliano, l’Osservatorio Astronomico e Il Parco delle Stelle a Pian dei Termini, l’Ecomuseo in varie frazioni del territorio e i murales dipinti a Lizzano.
Le condizioni attuali della nostra Montagna sono critiche, dovute al disequilibrio dell’ambiente e all’alterazione del rapporto esistente fra Città e Montagna, fra aree forti e aree deboli, con un persistente e lento ma continuo fenomeno di emigrazione verso le aree forti, con la crescita dell’età della popolazione e la diminuzione delle nascite e della presenza di giovani.
Disequilibrio dovuto al fatto che in Montagna le possibilità d’impiego sono minori, il costo del lavoro risulta superiore, i trasporti più difficili ed onerosi, i servizi sono scarsi, spesso di peggiore qualità ed in continua diminuzione, le condizioni ambientali, le tasse e i tributi hanno un peso superiore che altrove, nella completa totale mancanza di leggi specifiche che impediscano o limitino questo handicap.
Mettendo in discussione l’attuale modello di sviluppo, la Montagna deve essere rivalutata anche perché è in grado di offrire a molte persone la possibilità e l’opportunità di migliorare la qualità della vita, una vita con meno fumi, meno rumori, meno inquinamenti vari, meno confusione, con la possibilità di lavorare in uno spazio verde, dove l’aria è pulita e si può anche godere di un bel paesaggio rilassante.
È indispensabile dire alla politica che uno Stato deve destinare una parte delle risorse verso le zone più deboli e questo – si badi bene – non è un costo ma un investimento per il presente e per il futuro. Tutti i disastri ambientali sono frutto del degrado del territorio unito a quello morale.
Nello Statuto del Vizzero, piccola frazione di Montagna sta scritto: Quando la popolazione va sotto un certo numero, vengono meno le idee e le iniziative e io, aggiungo, che ne seguirà certamente un abbrutimento.
La ricchezza che si crea nelle aree forti deve essere ridistribuita nelle zone più povere e più deboli, ripristinando le condizioni di vivibilità stabile nelle zone che attualmente soffrono di un enorme decremento demografico, perché più fragili.
La casa è un elemento fondante della vivibilità, come lo sono le strade, la scuola, l’ospedale, il servizio postale, le comunicazioni e molti altri servizi.
Non è possibile che una comunità che vive in condizioni di disagio rispetto ad altre popolazioni, per avere la stessa qualità abitativa, paghi somme superiori a quelle che pagano gli abitanti residenti in zone più forti. E questo vale non solo per la casa, ma per la scuola, per la sanità, per il costo della vita in generale. Perché i prodotti alimentari costano più che altrove?
Perché avere un costo superiore per il riscaldamento? Il metano è arrivato in Montagna da 4 – 5 anni, quando nelle zone più ricche esiste da 40-50 anni. Fino a qualche anno fa, per telefonare all’ospedale o alla prefettura di Pistoia si pagava una tariffa maggiorata. Perché per avere i servizi necessari come la scuola, il tribunale, l’Agenzia delle Entrate, il Catasto e i tanti altri, si devono sostenere costi superiori?
Quanti anni sono che si dice di migliorare la viabilità verso Pistoia? Qualcosa è stato fatto, ma non è risolutivo. Perché siamo ancora a discutere dell’intermodalità ferroviaria, che poi vorrebbe dire che tutti i pullman non vanno più a Pistoia ma a Pracchia e si utilizza la ferrovia per raggiungere la città?
Perché non recuperare il patrimonio edilizio esistente? Granaglione, per esempio, è un paese praticamente senza vita, ma ben esposto, con una grandissima potenzialità abitativa in un luogo ambientalmente gradevole. Se da Granaglione si potesse andare a Pistoia in mezz’ora, gli edifici potrebbero essere recuperati e riutilizzati completamente. Abbiamo un grande patrimonio boschivo e idrico.
Utilizziamolo adeguatamente! Con l’arrivo di internet e dei mezzi tecnologici di oggi lavorare anche in Montagna non è più un problema ed è necessario progettare tipi di sviluppo particolari, di grande tecnologia, andando a produrre articoli leggeri e poco ingombranti.
La Montagna è poi ricca di capacità professionali e imprenditoriali che devono essere valorizzate. Tentativi di far conoscere queste qualità sono stati fatti. Fra questi ricordo l’evento che si è tenuto annualmente a Campo Tizzoro tra il 1993 e il 2002, Le Capacità Produttive in Montagna Pistoiese, Mostra Campionaria che aveva lo scopo di mettere insieme le forze produttive del nostro territorio nel tentativo di … promuovere la conoscenza dei processi produttivi che si svolgono nelle aziende della Montagna Pistoiese, mostrarne le qualità dei manufatti così da incentivare le possibilità di interscambio. La frase è ripresa dal libro Storie d’Aziende, scritto dall’ amico Sauro Romagnani, che ringrazio.
In altra pubblicazione riguardante le aziende della Montagna, il direttore de Il Tirreno Alberto Vivarelli scrisse … quassù ciò che fai lo devi fare meglio degli altri o muori.
Se a livello economico prevarrà solamente l’interesse privato sull’ambiente, non ci sarà futuro, se invece noi cittadini della Montagna avremo la capacità di ri-scoprire la nostra riserva aurea, non solo salveremo noi stessi ma anche gli altri.
[*] – Lettore, ospite
One thought on “il paese infelice. LA RISERVA AUREA DELLA MONTAGNA PISTOIESE”
Comments are closed.