MARESCA. Ormai nessuno può negare lo stato comatoso della montagna pistoiese, allo stesso modo nessuno potrà smentirmi se dico che questo declino è stato causato da una politica inadeguata.
La domanda che ogni giorno mi pongo e che a questo punto vi rilancio, è: “sarà stato (e continua a essere) per incapacità o malafede?”.
Francamente la risposta comincio ad averla chiara ma non mi piace, probabilmente perché coinvolge anche alcune persone per cui nutro affetto e vorrei continuare a pensare, e sperare, che se degli errori sono stati fatti è solo per “fede”, mal riposta, ma fede.
Senza andare molto indietro con il tempo, perché questo male ha radici più lontane, proviamo a capire cosa è successo negli ultimi tre anni affinché si sia tutti coscienti e consapevoli delle responsabilità ed a chi dovremmo chiedere di conto.
Per effetti della Legge Regionale 27 dicembre 2011, n. 68 “Norme sul sistema delle autonomie locali” a decorrere dal 1° dicembre 2012 la Comunità Montana Appennino Pistoiese è estinta e la possibilità di continuare a gestire sia politicamente che economicamente il “nostro” territorio è stata gettata alle ortiche dall’ultima giunta della Comunità Montana (già spiegato qui: http://quarratanews.blogspot.it/2012/09/unione-dei-comuni-una-politica-che-non.html), è così subentrata in tutte le funzioni la Provincia di Pistoia, come possiamo leggere all’art. 78/bis “Disposizioni speciali per l’estinzione della Comunità Montana Appennino Pistoiese”:
- “la Provincia di Pistoia subentra nell’esercizio delle funzioni dell’ente estinto allo stesso titolo per il quale dette funzioni sono esercitate dalla Comunità Montana al momento dell’estinzione e per il territorio già di competenza della comunità montana estinta” (comma 2 art.78bis).
Al comma 4 della stesso articolo si legge inoltre: Il Presidente della Giunta regionale provvede con proprio decreto a dettare disposizioni per l’assegnazione alla Provincia di Pistoia delle risorse regionali già spettanti alla Comunità Montana Appennino Pistoiese.
Quindi, la Provincia, dopo la rinuncia da parte dei sindaci nel 2012 a costituire l’Unione dei Comuni Speciale, introita tutto il patrimonio sia materiale (mezzi, strutture, edifici, risorse proprie, trasferimenti regionali, ecc.) che umano (dipendenti specializzati, operai formati).
Dopo un anno, il 3 aprile del 2013 (ad avvenuto ripensamento?) viene costituita l’Unione dei Comuni Appennino Pistoiese cui fanno parte i Comuni di Abetone, Cutigliano, Piteglio, San Marcello P.se e Sambuca P.se.
Partì subito malino (https://www.linealibera.it/unione-dei-comuni-in-separazione-di-beni-e-contributi/), i nostri Sindaci persero il contributo regionale in quanto non erano stati in grado di organizzare in tempo il servizio finanziario (tesoreria), senza voler peraltro entrare nel merito delle funzioni associate, che ancora oggi ognuno fa con chi più gli torna comodo, in un clima politico ed amministrativo che nulla a che vedere con il significato di “Unione”, senza voler parlare poi del tema della “solidarietà” (ognun pensi per sé e Dio per tutti!).
A seguito e nell’attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni) conosciuta come legge “Delrio”, la Regione Toscana emette la Legge regionale 3 marzo 2015, n. 22 (3 marzo!) nella quale si stabilisce quali sono le funzioni provinciali che passano alle Unioni di Comuni.
Da notare bene: con la prima L.R n. 68/2011 si dispone l’estinzione di un Ente, cioè la Comunità Montana Appennino Pistoiese (con il relativo subentro della Provincia di Pistoia), mentre la successiva legge regionale 22/2015 stabilisce il trasferimento di una funzione cioè quella della Forestazione, il che implica che non tutto quello che faceva la Comunità Montana passa all’Unione dei Comuni, ma solo ciò che è relativo alla funzione forestazione.
Qua il tanto sbandierato (specie da Braccesi in fase di propaganda elettorale) recupero della delega sulla forestazione sembra divenire realtà e, chi di noi sperava che tutto non fosse perduto e anelava ad una rivalsa sul fronte del recupero di patrimonio, finanziamenti e sopratutto la gestione del nostro territorio … si sbagliava… ancora una volta.
Infatti l’Unione dei Comuni ancora! non è pronta a gestire la delega in quanto, come ha dichiarato la Presidente dell’Unione sig.ra Sindaco Silvia Maria Cormio, non è attrezzata per gestire la funzione della forestazione attribuita all’ente dalle Leggi Regionali sopratutto per quanto riguarda la gestione delle risorse finanziarie (non hanno ancora organizzato il servizio finanziario, è bene sottolineare che ogni Comune ne ha uno, con tanto di dipendenti e competenze!).
Quindi? Il problema, i quattro moschettieri, come si erano definiti i Sindaci della montagna, disinteressati fino all’ultimo delle sorti della forestazione e di tutto ciò che ne consegue, hanno ritenuto di ovviarlo convenzionando con la Provincia la gestione della delega (per approfondire: https://www.linealibera.it/unione-dei-comuni-forestazione-si-ma-la-gestisca-la-provincia/ ), ed essendo arrivati a trattare con la Provincia all’ultimo secondo, non hanno certo potuto valutare in maniera precisa tutto l’immenso patrimonio che poteva essere oggetto di trattativa, limitandosi ad applicare in maniera asettica la legge che dice che saranno trasferiti alla funzione i beni strumentali alla funzione stessa.
Per la giusta comprensione e valutazione del danno, è giusto capire quali sono e come si dividono i beni dell’ex Comunità Montana Appennino Pistoiese:
- beni appartenenti al Patrimonio Agricolo Forestale Regionale della Regione Toscana – terreni e fabbricati, per legge seguono la delega della Forestazione
- Beni provenienti dall’ex Consorzio di Bonifica del Lima Pistoiese nelle cui funzioni subentrò la Comunità Montana Appennino Pistoiese. Tali beni sono costituiti da:
- Comune di Cutigliano: Funivia Cutigliano-Doganaccia, stazione di partenza della Funivia a Cutigliano (Ristorante Nonno Cianco), stazione di arrivo della Funivia alla Doganaccia, Rifugio La Grande Baita in Località Doganaccia
- Comune di Abetone: i cosiddetti “Box” del Piazzale delle Piramidi costituiti da esercizi commerciali al piano superiore e da magazzini e rimesse al piano inferiore.
Tali beni sono regolamentati da contratti di concessione ed è fissato un canone annuo che il gestore paga alla Provincia. - Beni di proprietà della Comunità Montana Appennino Pistoiese ora della Provincia: Villa Vittoria in San Marcello P.se (destinazione vincolata come sede istituzionale), Centrale a biomasse con teleriscaldamento a servizio del Complesso delle scuole di San Marcello e della stessa Villa Vittoria; Rifugio Acquerino posto nella Foresta di Acquerino Collina in Comune di Sambuca Pistoiese, Villetta Fivizzani in Comune di Abetone. Gli ultimi 2 immobili sono attualmente liberi.
Detto questo e chiarito quale eredità stiamo regalando, considerando che gli immobili di “proprietà” ex Comunità Montana (ad esclusione di Villa Vittoria avente destinazione vincolata) possono essere posti in vendita oppure fare da garanzia per eventuale mutuo, la domanda è: questi immobili rimarranno alla Provincia o saranno passati all’Unione dei Comuni?
I beni provenienti dall’ex Consorzio di Bonifica del Lima Pistoiese ed i relativi proventi derivanti dall’affitto degli stessi resteranno alla Provincia o saranno passati all’Unione dei Comuni?
Altra considerazione: il personale negli uffici dell’ex Comunità Montana era formato da 18 dipendenti di cui 2 dirigenti; per effetto prima del passaggio alla Provincia di Pistoia alcuni dipendenti hanno chiesto e ottenuto il trasferimento in altri Enti, poi per effetto del riordino delle funzioni provinciali (riforma Delrio) sono stati ridotti i posti di lavoro attraverso pensionamenti anticipati (con requisiti ante-decreto Fornero) con conseguente cancellazione del posto di lavoro dalla pianta organica.
Questo effetto negativo è stato subito solo dalla nostra montagna pistoiese poiché in tutte le altre zone Toscane sono già in essere Unioni di Comuni subentrate alle Comunità Montane che non hanno subito i tagli e la riorganizzazione dell’Ente Provincia. Per effetto di tutto ciò i dipendenti rimarranno 8 (o 10) senza dirigenti.
Io la finisco qui, le considerazioni finali su l’entità del danno arrecato alla Montagna e alla nostra comunità, sul fatto se sia giusto o meno continuare a sostenere e tollerare personaggi di dubbia capacità amministrativa/politica, le lascio a voi, popolazione montana; potente e spietata sui social network e passiva e individualista nella vita di tutti i giorni.
Ci hanno rubato il futuro! Io mi sono stancata, ma non tanto di quei figuri che ci hanno ridotto così, che ho cercato di combattere insieme ad altri pochi sfigati come me, ma di voi popolo amorfo che avete paura di dissentire, di prendere posizione, di scendere per strada e riprendere in mano il vostro territorio e la vostra vita.
Ora pensateci voi, o morite in silenzio, privati di ogni dignità!
Dopotutto con affetto, Luisa.
[*] – Lettrice, ospite
Sig.ra Luisa
Non avevamo un sindaco della montagna doveva venire una da Milano…e un assessore medico di Quarrata al bilancio… meglio stare con i nipoti che prendersela tanto non crede?
mi ricordo quando ero bambino che luoghi come cireglio, le piastre, pracchia, maresca, gavinana, limestre, san marcello erano luoghi rinomati per la villeggiatura avere la casa in montagna era, quasi, come essere dei SIGNORI BENESTANTI…poi è tutto finito e tutto è stato lasciato andare in malora…mi dispiace tanto vedere la montagna pistoiese in uno stato pietoso.
signora Emanuela,
non le sembra di essere troppo “intellettualmente” chiusa?
Per me, un Sindaco potrebbe venire dalla Luna, purchè sia capace e competente.
Essere nativi di Milano o di Pievepelago, non dovrebbe fare differenza, nè in meglio, nè in peggio.
Del resto, l’intervento della Sig.ra Soldati riguardava la gestione di un Ente, la ex Comunità Montana, di cui la “milanese” è l’utlimo anello di una serie di eventi gestiti da “montanini”. Non è detto che un Sindaco della montagna, con il solo merito di provenire dalla montagna, fosse in grado di fare di meglio (vuole che le faccia dei nomi o le sono noti?) …..
Penso che occorra valutare le persone non sulla provenienza geografica, ma sulla capacità di amministrare un territorio, l’abilità di prevedere gli scenari futuri e di conseguenza prevenire possibili disagi alla popolazione, ecc.ecc., ,,,
…. e su questo mi lasci stendere un velo pietoso, sia sui “milanesi” che sui “montanini”.
Sig. Piccolo Principe alla fine del suo intervento mi dà ragione, io sono nata alla fine della II guerra quindi posso anche essere intellettualmente chiusa, ma non sono nè infelice nè amorfa e non voglio morire democraticacristiana come dice il direttore.
Quindi l’invito alla sig.ra Soldati era di non prendersela troppo tanto ormai in montagna è tutto finito
La saluto
Mi scuso con lei se sono sembrato irriverente, non volevo offenderla.
E ci mancherebbe che non le do ragione.
Però, io non riesco a non prendermela troppo, e spero così anche Luisa.
Guai a pensare che in Montagna, con la M maiuscola, sia tutto finito per colpa dei politici, con la p minuscola, siano essi del territorio o di fuori.
Proviamo a dare spazio ai giovani, che non siano rassegnati, e a chi, pur venendo da fuori, porta idee nuove. ma soprattutto a chi dimostri capacità di amministrare. Questa è la sfida.
Intanto noi, rimbocchiamoci le maniche tutti insieme. Quando si tocca il fondo non si può che risalire, però vogliamolo e senza pregiudizi.
Se uno è bravo lo è che sia Montanino o Foresto.
Forza Luisa e quelli come te, c’è tanto da fare, ma si può fare!!!!!!!!
credo che la morte della montagna pistoiese non viene da vicino ma da qualche amministrazioni addietro, da li è nata la caduta irrefrenabile della montagna.