MONTECATINI. Sarà che è un vero esperto, sarà che è napoletano, sarà che navigare necesse est, Alfonso Celotto, ordinario di Diritto Costituzionale all’Università “Roma 3” e gabinettista, ha dato vita a un personaggio letterario, il Dott. Ciro Amendola, che ha già 10.900 followers su Twitter pur vivendo di burocrazia, o forse proprio in virtù di quel mondo che Celotto riesce a rendere ironicamente affascinante, con la perfezione tecnica che gli deriva dalla sua esperienza e con lo sguardo acuto di chi conosce l’animo umano.
Di se stesso, al Gambrinus di Montecatini, dove ha presentato la sua ultima fatica letteraria, l’autore dice: “Anche io sono un gabinettista (così son detti i tecnici dei ministeri che popolano il romanzo) e se devo parlare di quanto costa la burocrazia in Italia forse mi convien cercare un avvocato… Io collaboro con i governi dal 2006 (n.d.r.: come Capo di Gabinetto e Capo Ufficio Legislativo dei Ministri Bonino, Calderoli, Tremonti, Barca, Trigilia e Guidi) e uno dei grandi problemi italiani, sappiamo, oggi, è la spesa pubblica: ben 800 miliardi di euro. Che se ne vanno per pensioni, sanità, stipendi, interessi sul debito pubblico: 600 miliardi di euro”.
Perché abbiamo una spesa pubblica così alta? Portando a esempio un paio di pezzi di storia d’Italia, Alfonso Celotto rende perfettamente l’idea di quali sono le ragioni di tale impegno finanziario.
Primo esempio il “manuale Cencelli” – racconta – metodo iconico della Dc degli anni 60 e seguenti per distribuire gli incarichi tra i vari partiti: assegnava un diverso punteggio alle varie cariche e il più alto valore era attribuito al Ministero delle Poste perché il Ministro delle Poste assumeva i postini, distribuiva quindi tanti posti di lavoro… E ancora prima, il 20 settembre 1870, i sabaudi entrano a Roma e ci trasferiscono i ministeriali, i romani sono poveri e disincantati e vedono di malocchio i ministeri, e così i piemontesi decidono di assumere i romani anche a costo di tenerli senza far niente… per fidelizzarli, per placarli.
Oggi abbiamo 13 milioni di pubblici dipendenti e che facciamo, licenziamo? Ci riorganizziamo? Servono scelte coraggiosissime che nessun Governo fin qui è stato in grado di attuare: aveva iniziato Mario Monti, ma… I ministeri sono strutture da 4-5000 persone impiegate, 10 direttori generali, 50 uffici, 4 dipartimenti…
Del resto quando arriva un nuovo Ministro spesso non ha idea di che cosa va a fare e quindi si porta l’ufficio di gabinetto… e bisogna riconoscere che chi viene chiamato a svolgere un incarico deve essere pagato, altrimenti non farà bene il suo lavoro.
Ma, torniamo a noi, tra il Dottor Amendola e Ciro Amendola, il protagonista del primo e anche di questo secondo libro di Celotto, c’è un conflitto. Il Burocrate Amendola, scaramantico, ordinato e pignolo, abitudinario e rigoroso, buongustaio gourmet (che mette l’acquolina in bocca mentre cucina) ed enofilo, deve tenere a freno Ciro che, compiuti i sessanta, sente il richiamo dei sentimenti, deve rincontrare Mirella, l’amore di trenta anni prima. Anzi 32 anni, 2 mesi e 22 giorni per dirla (alla Márquez del colera?) con lui che non si sognerebbe neppure di non essere cronometrico svizzero-partenopeo.
È il gioco degli specchi: l’amore per le leggi contro le leggi dell’amore.
Il romanzo narra una complessa vicenda che porterà il Burocrate a fare considerazioni metaforiche tra chi può essere corrotto e compromesso e chi proprio non deve essere contaminato dagli altri… Come il pomodoro che non va mischiato con altre cose… Da cui il titolo del libro “ Il pomodoro va rispettato”.
Il Dottor Amendola ama la cucina perché vi riscontra un grande parallelismo con il diritto, come il diritto è incerto così la grande cucina ha miriadi di varianti. È questa complessità che lo attrae, lo mette alla prova, una prova che lui però sa di poter superare! Più complessa potrebbe risultare l’interpretazione autentica di un sms.
L’immagine di copertina è un dipinto di Felice Casorati: a nostro parere, di straordinaria efficacia.
L’autore si racconta ancora un po’ e, a Beatrice Chelli, che gli chiede con chi tra i “suoi” Ministri accetterebbe di trascorrere il tempo su un’isola in cui fossero loro due soli, risponde: “Calderoli sarebbe una bella compagnia perché è un grande bevitore e mangiatore. Peraltro beve solo Amarone, che è un gran vino, ma del Sud non sa niente. E non ci va perché ha paura. Quindi fosse un’isola del Sud non ci potrei stare con Calderoli… Forse sceglierei Barca, ma forse meglio ancora Don Gaetano, l’appendi-abiti, il servo muto che Ciro Amendola tiene tra le cose più care…”.
L’incontro si conclude con l’appuntamento all’anno prossimo, nel settantesimo della Costituente, quando Alfonso Celotto tornerà con il libro che sta scrivendo e che si intitola “Fondata sul lavoro”. Tutto un programma.
Buon lavoro Dottore (Celotto/Amendola)!