IL PRIMO LUNEDÌ DEL FESTIVAL BLUES

Bombino
Bombino

PISTOIA. Ce ne sono di cose da dire di questo primo lunedì del Festival di Pistoia. Partiamo da un dato di fatto: la piazza non era e non poteva essere piena; mancavano i puristi del blues, testardi, quelli che non si sono voluti pentire e i leghisti: i primi si sono persi una grande occasione, Bombino; i secondi, pure.

Bombino è un chitarrista nigeriano che studiando chissaddove e chissaccome deve aver scoperto che la musica americana con la quale gli Stati Uniti si sono fatti obesi, è, in realtà, un’invenzione africana. Allora, senza fare rivoluzioni, ha deciso che quella musica dovesse tornare nel covo della propria creazione e se ne è rimpossessato, dando vita ad un afro-blues straordinario, una miscela di tempi primordiali con rigori rock immerso nelle dodici battute del blues.

Anche la band, con l’eccezione del batterista, tedesco, con un piede rotto – del quale ce ne siamo accorti al momento dei saluti, vedendolo con le stampelle – è una miscela africana, con tutto l’orgoglio, morale, storico, civile e d’abbigliamento di quella gente che ovunque vada e comunque ci arrivi, a destinazione, si porta dietro la speranza e la voglia di provare a ribaltare il Mondo: sorridendo.

Jack Johnson
Jack Johnson

Dopo l’apertura rock blues che non avrebbe sfigurato nelle edizioni del Festival di Pistoia a cinque stelle, è stata la volta della stella della notte, Jack Johnson, un chitarrista hawaiano che fa della miscela tra il folk, il soul e il blues la sua caratteristica ben indefinita. Un sound gradevolissimo, per nulla invadente, ideale, ne abbiamo condiviso la proiezione con alcuni musicisti in piazza, per una serata dove ci si ritrova, vecchi amici, con mogli e figli al seguito, a consumare una serata di ricordi, sorrisi e qualche nostalgia ancora non metabolizzata.

Prima della chiusura del primo lunedì del Festival, ci siamo spostati per qualche minuto nelle vie del centro, quelle che il venerdì e il sabato vengono prese in ostaggio dalle orde dei nichilisti. Ieri sera, a differenza delle invasioni barbariche del week end, sulla Sala si respirava quella giusta atmosfera che dovrebbe regnare, in stato di quiete e di parca alterazione, praticamente sempre: un discreto viavai, nel quale si era in grado di riconoscere chiunque si stesse cercando. Girando lo sguardo rilassato in un centro storico legittimamente abitato dai suoi normali viandanti, ci siamo imbattuti in una suora accovacciata ad un muretto intenta a cambiare le corde ad una chitarra classica, di ben poco valore.

Una suora sulla Sala
Una suora sulla Sala

Avrà pensato, forse, che quella di eri sarebbe potuta essere la serata ideale per raccontare, senza rosari e sermoni, la parola degli altri. Sorrideva di gusto scambiando chiacchiere, forse musicali per il successivo e indispensabile accordo dello strumento, con un altro viandante.

Buona serata a tutti, dal primo lunedì del Festival di Pistoia, soprattutto a quelli che non c’erano: i puristi del blues, che blaterano su facebook, i razzisti, che conoscono a stento i loro dirimpettai e i vandali, che solitamente, il lunedì sera, lo trascorrono a casa, afoni.

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