IL SAP: «TUTTI I MORTI SONO UGUALI»

Filippo Raciti
Filippo Raciti

PISTOIA. Il Sap interviene sui fatti di Roma con la nota che segue:

Nei giorni scorsi, a torto o ragione, abbiano sentito di tutto: quelli che si sono sentiti giustamente offesi, quelli che: “sono sdegnato”, quelli che: “mi dissocio”, quelli che: “c’ero ma poi sono andato via”, quelli che “non rappresentano la Polizia”, quelli che: “ci vuole il reato di tortura” ecc.. e soprattutto, quelli che “hanno disonorato la polizia”.

Ebbene, ieri sera, a Roma, abbiamo assistito ad una normale partita di calcio al cospetto dei massimi rappresentanti della politica, delle istituzioni e, quindi, anche dei vertici delle Forze dell’Ordine. Un normale incontro di calcio, con normale sparatoria, con normali scontri tra le strade cittadine della Capitale e con normale autorizzazione di un capo ultrà (i giornali dicono che sia sospettato di essere affiliato ad un clan della camorra, ma è normale) a far giocare la partita.

Prima di decidere, però, costui ha accolto in udienza alcuni rappresentanti delle istituzioni, calcistiche e non, tra i quali anche un Vigile del Fuoco che era lì al lavoro e quindi, come è normale che accada, è stato colpito alla testa da un artifizio che gli è stato lanciato.

Ma ciò che è veramente normale è indossare e ostentare seduto in bella vista su una barriera di protezione, una maglia che chiede la libertà per Antonino Speziale, ossia di colui che è stato condannato in via definitiva per l’omicidio dell’Ispettore Capo Filippo Raciti; il tutto “vomitato” (è questo il giusto termine) in faccia a quei poliziotti e a quelle autorità presenti allo stadio.

Ma tanto sappiamo che è normale che il codice penale, il codice di procedura penale e la legge sulla tutela della correttezza nello svolgimento di manifestazioni sportive non vengano applicate in questi contesti e a queste persone.

Ma ai poliziotti invece sì. E deve essere così sia chiaro, chi sbaglia deve pagare.

Il Sap chiede solo che la Legge sia davvero uguale per tutti, perché noi siamo di quelli che: tutti i morti sono uguali, e non devono essercene più!

Ecco perché diciamo che quelli che oggi tacciono colpevolmente mentre nei giorni scorsi si sdegnavano, quelli che permettono quello che è accaduto ieri sera, come già in passato senza intervenire.

A loro diciamo che se tollerano tutto ciò e non intervengono, sono loro quelli che disonorano questo paese!

Il Segretario Provinciale
Andrea Carobbi Corso

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One thought on “IL SAP: «TUTTI I MORTI SONO UGUALI»

  1. Quello che è accaduto a Roma è gravissimo, le nostre Istituzioni hanno abdicato. Quella partita non andava giocata. Il calcio dovrebbe ripensarsi tutto.
    Ma non si possono mettere sullo stesso piano eventi tanto diversi.

    Capisco la frustrazione e l’amarezza di non sentirsi tutelati dallo Stato che si serve ogni giorno.
    Lei capisca il dolore di chi ha perso una persona cara per mano di chi quello Stato rappresenta, per mano di chi dovrebbe proteggere e non abusare. Capisca l’insicurezza che tutto questo può generare.
    La Polizia non può, non deve sbagliare. La Polizia deve essere percepita come un punto di riferimento sicuro, non deve avere macchie, anche e soprattutto quando intorno tutto sembra vacillare. Se neanche la Polizia ha il coraggio di guardarsi allo specchio, ha il coraggio di affrontare ciò che non va, cosa resta a noi cittadini?

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