PISTOIA. Quattro romanzi brevi accomunati dal tema del viaggio e dal fatto che gli autori sono giovani russi nati negli anni Ottanta del secolo scorso, quando il rinnovamento voluto da Gorbaciov chiamato Perestrojka culminò nel crollo del muro di Berlino, testi raccolti nell’antologia “Il secondo cerchio” pubblicata da Tropea.
L’opera è stata presentata al Festival Internazionale di Ferrara e alla libreria Feltrinelli di Milano e Roma, alla presenza degli scrittori Anna Lavrinenko di Jaroslavl, Igor Savelyev di Ufa e Alisa Ganieva del Dagestan. Gli artisti sono stati selezionati dal Premio Debut della Fondazione Pokolenie, finalizzato a far conoscere la nuova letteratura russa.
Alisa in “Salam Dalgat!” racconta l’incontro culturale con l’Islam nel Daghestan, con la protagonista che in una città del sud della Russia incontra persone di differente estrazione sociale con la presenza appunto anche del fondamentalismo islamico. Igor, autore di “Città Pallida. Storie di autostop”, afferma di appartenere al filone della letteratura russa rappresentato in primis da Cechov e dice che oggi l’autostop in Russia è considerato una forma di protesta che può essere però molto pericolosa.
Aleksej Lukjanov, proveniente dal nord degli Urali, in “Alta pressione” prende in giro la vecchia propaganda russa. Anna, appassionata di Italo Calvino, ne “Il bambino perduto” parla dei tormenti di una persona che, abbandonata dalla madre in aeroporto all’età di cinque anni, cerca di capire chi è se stesso.
Tema comune delle storie, come detto, il viaggio in una piccola realtà locale, alla ricerca di se stessi oppure in un territorio dalle dimensioni sconfinate, per giovani autori russi che leggono libri provenienti dalle tradizioni letterarie di tutto il mondo, testimonianti allo stesso tempo un nuovo slancio della letteratura ex sovietica e la complessità dell’interpretazione anche nel loro Paese del presente circostante in chiave futura.