il signore è il mio pastore 6. MA IL SINDACO MAZZANTI NON PUÒ FARE IL GRANDIOSO PREMIANDO CHI LE MASCHERINE LE PORTA DAVVERO MENTRE LUI SE NE FOTTE E NON VIENE NEPPURE MULTATO

È questa l’uguaglianza costituzionale della sinistra? Evidentemente la quaresima non è ancora iniziata e il Carnevale di Quarrata continua a pieno ritmo. Un foglio, un “ramettolo” di mimosa e una pacca sulla spalla. Poi… «fate quel che vi dico, ma non quello che fo»

 

8 marzo 2021: mimose & diplomino

Si sa, è proprio un bravo ragazzino

 

Caro Marco, se fossi in te correrei al terzo piano del palazzo din giustizia a denunciare il Bianchini, la belva umana, lo stalker professionale, l’individuo peggiore d’Italia e il peccato originale in persona, in carne e ossa!

 

LO CORTEGGIAN TUTTI QUANTI

SIA IN CIABATTE CHE COI GUANTI

DAL SUO FASCINO NON SCAMPI:

LUI È UN SINDACO DELL’ANPI!

 


 

Ma lui però la maschera non ce la aveva, non la teneva, non la voleva. E IL BAI NON LO “MULTEVA”…

 

CHISSÀ se l’8 marzo, il nostro signore Marco, come da cartello strombazzato e trombosviolinato su La Nazione (Il Tirreno non ho avuto modo di vederlo), terrà la benedizione femminile alla Màgia secondo il ben noto cliché radical bischer: «Voi siete gli angeli custodi di tutti noi, noi vi amiamo. Perciò èccovi un ramettolo di mimosa, un pezzettino di carta col vostro nome e… les jeux sont faits». Grillo, fino a poco tempo fa, avrebbe detto diversamente.

Il mio maestro, Vasco Gaiffi, quando indicava un inconcludente con la puzza sotto il naso e il petto gonfio (di rutti, non di coraggio), lo definiva un trombone. E trombone definì anche il commissario d’italiano al nostro esame di maturità, anno 1966. Io non sono come Di Pietro che non si ricordava con chi si era laureato in legge. Io rammento perfettamente quella commissione di inetti che fece strage umiliante soprattutto dei migliori studenti dell’epoca: Giovanni Comes ne era il presidente (che dio se lo tenga stretto fra le sue braccia misericordiose: passava il tempo a scaccolarsi) e Vincenzo Romano, il commissario di letteratura italiana.

A quei tempi, caro sindaco ma non di tutti, i parolai si definivano tromboni sfiatati. E anche tu lo sei. E vediamo se ora qualche giudice solerte mi rinvia a giudizio perché, incapace di capire l’italiano, ho definito in metafora una figura istituzionale che, a Quarrata, porta più macchia che pregio, tra favori e sfavori, discriminazioni e disinteresse di tutto ciò che non è di sé, della sua parte e della sua giunta dell’Anpi.

Tu, primo cittadino, sei il sindaco che non risponde mai. Sei il sindaco del burraco e del Facebook. Dei comunicati che ti scrivono gli altri. Delle pacche sulle spalle e del – come il 6 politico – a tutti.

Le parole non servono. Sono bastati anche i fatti

Sei il sindaco che segue, quanto a inutilità, la sua predecessorA, la sindacA/assessorA sanmarcellina inutile, come ho dimostrato. Tutta fuffa e niente sostanza. Ce lo dica l’avvocata Francesca Marini, rappresentantA della legalità, se è reato criticare degli amministratori così inetti e sfiatati quali tromboni adoperati solo per certe passerelle tragicomiche che somigliano così tanto alle sfilate dei clown di Federico Fellini e dei suoi film meno surreali di quanto si voglia far credere.

Tu, Marco, sei il sindaco che riceve le coppie delle nozze d’oro alla Màgia senza mascherina: ma sei anche il sindaco che non si fa multare da quella specie di comandante Bai che sarà eccellente come elettricista cambia-lampade, ma indecente quando, con un altro campione della santa istituzione comunale, l’ingegner Gelli e altri due suoi bòcia, firma falsi sopralluoghi e false dichiarazioni. Anche se i giudici non vogliono vedere.

Tu sei il sindaco che va senza mascherina e non sa chinare il capo (forse perché non ce l’ha). Sei il sindaco del «fate quel che vi dico, ma non fate come faccio io». Sei il figlio del tuo tempo, della tua politica, del tuo partito che ha assassinato l’Italia vendendola ai nazisti della Merkel, ai banchieri di Bruxelles e ai francesi di Macron.

Sei il rappresentante politico di una magistratura palamariana orchestrata non dal direttorE Beatrice Venezi, ma da quel goffo spettinato e arruffato di Luca Lotti da Firenze, che ha lavorato sott’acqua per salvare tanti ladri e delinquenti di partito a totale danno del popolo.

Non era questo arruffato che accomodava le cose a tutti nelle procure d’Italia? Ed era del partito del Mazzanti

Onestamente parlando, e dopo una spazzolata di questo livello, caro Marco, se fossi in te correrei al terzo piano del palazzo din giustizia a denunciare il Bianchini, la belva umana, lo stalker professionale, l’individuo peggiore d’Italia e il peccato originale in persona.

Ma un’altra cosa farei, più consona e adatta a te: eviterei, domattina, alle 11:45, di andare a prendere per il culo le infermiere dell’Asl che il culo se lo sono fatto davvero, mentre tu sgattaiolavi sballonzolando per le limonaie della Màgia senza mascherina a fare la tua performance di compagnone, amicone, simpaticone e il resto… metticelo da te.

Hai solo la fortuna di non avere opposizioni degne di tal nome e per questo resti in piedi anche se ti sparano con il cannone.

Divertiti pure, domattina, a metterti in ridicolo. Personalmente non ho mai visto un comunista peggiore di te!

Dagli arresti domiciliari, Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]

E le infermiere e le donne… sono sistemate!

 

Che male c’è, difensori delle istituzioni, a mostrare che, a rigore di logica e di realtà fattuale, il sindaco di Quarrata non è degno di parlare al popolo prima di essersi purificato e lavato dalle proprie documentate colpe? Dovrebbe prima passare nudo sotto i tre camini dell’Etna in eruzione.
Questa è diffamazione o narrazione dei fatti nella loro cruda e innegabile realtà che offende i cittadini?


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