il signore è il mio pastore. «NON C’ARRIVA GIUSEPPI E NON CE LA FA DRAGO, MA CE LA FA L’OKKIÓNE, IL SINDACO CHE È UN MAGO»

Lettera aperta di Fra’ Gerolamo Savonarola, lo scassaminchia, a Marco Mazzanti sindaco (?) di Quarrata, artefice della dissoluzione istituzionale all’ombra della bandiera di Mattarella; di un ufficio tecnico che imperversa e produce documenti falsi trattando i cittadini a seconda della serie A, B, C, D, Eccellenza, Promozione, Prima-Seconda-Terza Categoria; di una assenza assoluta di prefettura e procura in una delle province più rosse, più sarcofaghe e più massonico-affaristiche d’Italia. Amen!

POVERA ITALIA & POVERA PISTOIA. Vizi privati e pubbliche virtù. Lui, lo “spanchinatore folle” di piazza Risorgimento, a giro libero e senza mascherina; i vecchietti rompipalle, invece, a casina chiusi e con la mascherina incollata al nasino. Sopra tutti e tutto, un Bai che il suo capo non multò mai. E, ancora più in su, un prefetto di Pistoia che non ha visto niente e una procura che, nonostante le segnalazioni, non sembra che si sia svegliata in ossequio al principio dell’obbligatorietà dell’azione penale. Intanto io resto agli arresti domiciliari e – dico e sostengo – «senza un motivo». Il Sistema Palamara, gente, viaggia che pare unto. Su tutto questo il silenzio della stampa organica

 

«VECCHI, V’HO “SPANCHINATO” E NON RECEDO.

VOI TUTTI IN PIEDI: IO FACCIO COME CREDO!»

 


Mazzanti, il sindaco spanchinatore di piazza Risorgimento: «Fate come vi dico, ma non fate come me»

 

Caro Marco,
stamattina, a te che, con il passare dei decenni, hai fatto come le uova, invece di conservarti fresco, ti sei rassodato sempre di più, inizio a leggere il Salmo 23 di David:

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro[o: v’incastro? – n.d.r.] mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa [al Parco Verde – n.d.r.] sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo. Il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni [e con i governi dei non eletti napolitan-mattarellici, per sempre – n.d.r.].

Cosa può voler di più un popolo che la presenza di un Signore che pianifica la sua vita con il senno di un Salomone (nel Medioevo, però, Salamone)? Tu ci sei. Come per Silvio, occorre che noi cantiamo Meno male che il Mazza c’è.

E in questi giorni, proprio per questo, sei perfino stato su tutte le cronache dei giornali e dei telegiornali locali e no: meglio dell’Angelus di far’ Bergoglio (sono papa e non mi spoglio).

Hai fatto bene a far togliere tutte le panchine dalla piazza Risorgimento. Lo hai fatto per il bene di noi, vecchi bacucchi (anch’io con i miei 74 quasi suonati) che, grazie alla tua previdenza/preveggenza, potremo continuare a vivere a lungo, ritti in piedi come degli zughi a piuòlo (da Machiavelli, con significato sinonìmico di «cazzone piantato a terra a bischero»). Insomma: delle inutili minchie in fila, zitte e mute.

Peccato, però, che il tuo PDio non ti abbia seguito. Anzi, t’è andato… in quel posto. Dall’Emilia, infatti, a me, bacucchissimo rompipalle, è giunto questo significativo messaggio per WhatsApp, a commento della tua grande idea:

Leggo che comunque la piazza era piena di gente anche sabato e ieri. E molti seduti sugli scalini davanti alla banca, adesso [il Mazzanti – n.d.r.] dovrà smontare tutte le panchine che ci sono nel comune? Non sarebbe stato sufficiente qualche controllo in più da parte dei vigili? In fondo la stragrande maggioranza sono persone anziane che passano un’ora al sole a socializzare tra loro. Ma la voglia di andare su tutti i Tg prevale sul buonsenso.

È un quarratino che commenta, caro Okkióne. È un tuo, un nostro concittadino, al momento fuori-sede. Un quarratino moderato; molto più di me che, in quanto bacucco bizzoso perdo più facilmente la calma. E perché, per salvarci tutti, non decreti che l’Asl ci incolli dei filtri al carbone nei buchi del naso? Così anche in caso di assembramenti, non ci sarà più alcun rischio di contagio, no?

E intanto circola questa vignetta…

Ora, però, da Savonarola isterico qual sono, ho da farti due o tre appuntini. A te, alla tua giunta di ciabattari dell’Anpi (Associazione Nazionale Pubblici Incapaci); ai tuoi dirigenti dell’Utc, assai disinvolti a contar balle di falsi nei documenti che firmano; e a quel tuo impareggiabile “capo dei servizi segreti” che si chiama Marco Bai, perito elettrotecnico con la vocazione del sergente e/o capo della polizia locale.

Se non erro, dovrebbe essere proprio lui che, nel filmato del Tirreno, dice ai vecchietti, rompicoglioni come me, di levarsi dalle palle perché le panchine saranno rimosse.

Voi comunisti della next generation-Mps&Banca Etruria siete, tutti, una intera rimozione: eravate dalla parte del popolo e l’avete rimosso; stavate dalla parte dei lavoratori (te lo ricordi Cione che lavorava da Nello Lenzi?) e li avete rimossi a favore dei ricchi coi tappeti in salotto: i ricchi delle banche, di Renzi e della Boschi (che tu vai a ricevere al San Pietro degli Olmi e senza mascherina… Birbantello!); eravate democratici e siete diventati più nazisti della euro-Merkel; vi facevano schifo i padroni, ma si è scoperto che lo dicevate solo perché volevate prenderne il posto e farla voi, da padroni. Con una differenza: che i padroni hanno sempre lavorato più o meno con capitali di tasca loro e a loro rischio e pericolo; mentre voi avete sempre lavorato coi capitali sapientemente tolti dalle tasche del “popolo bue”, che vi amava osannando l’Inno del corpo sciolto e Berlinguer ti voglio bene, operette da inculo-coglioni.

Bien! Se quello che ha scasato i vecchietti dalla panchina è il tuo sceriffo (Stalin si appoggiava alla sua polizia e tu fai lo stesso), digli che prima di mandar via, con l’aria del ducetto, i cittadini che gli pagano lo stipendio, dovrebbe vergognarsi di non aver multato te, Okkióne di Dio che toglie il Covid dal mondo, per quando, alla Màgia, hai fatto assembramenti e cene di nozze/cozze d’oro senza mascherina.

Non avete ancora capito – né tu né il tuo Bai nei secoli fedele – che un capo, per non essere un “capo d’o cazzo”, lui per primo deve essere irreprensibile, non uno che fa come cazzo vuole e mette gli altri ai ferri mentre lui sta a dormire sull’amaca con una noce di cocco in mano a farsi gli affari suoi.

«Iatevénn’ o ssono guai!», questo disse il Marco Bai

Non siete santi perché il popolo vi ha eletto, ma solo perché un elettorato, da voi abbindolato a dovere, ha creduto alle vostre “ciance fuffose a sostanza zero”.

Quindi, caro Okkióne, prima di salvare dal Covid il culo degli altri, salva l’anima a te stesso: paga la multa per le tue infrazioni e chiedi umilmente perdono a chi prendi per il culo ogni giorno; segnala il tuo sceriffo al prefetto, il convitato di pietra di Pistoia, perché lo segnali, a sua volta, al procuratore della repubblica per ipotesi di omissioni plurime, e false dichiarazioni in certificazione pubblica destinata a fare fede. I documenti, se te li nascondono, te li rimando io: quelli che mi sono stati mandati, a coglionella, dal tuo elettricista (famoso per il suo impegno a redigere un protocollo Tso poi sfanculato da tutti) e dai tuoi vari Iuri Gelli, Andrea Casseri, Emanuele Gori e Caterina Biagiotti – ma non solo.

Facci poi sapere, a noi, cittadini di Quarrata, chi c’era a mangiare con i Lions a Montecatini, ci fosse mai stato, per caso, l’assessore alle case (non di rado di tolleranza) Simone Niccolai; facci sapere quanto paghi a Tvl di Luigi Egidio Bardelli, detto San Manone, per tutta l’attenzione che ti dà in quella specie di tv che il signor Son-tutto-io dirige fra 1001 conflitti d’interesse; spiegaci perbene a cosa serve il tuo nuovo regolamento urbanistico, perché ci dicono che esso mira anche a favorire certi tuoi amministratori e alcuni famosi rappresentanti di punta della tua «finta opposizione» quarratina, che ben potrebbe essere rappresentata da una serie di farinatine di grano con sopra un bell’ovetto all’okkióne di bue.

Panchine, addìo! Non vi salva nemmeno Padre Pio…

Insomma, Fra’ Savonarola ti dice: la tua amministrazione è “penale” (vox media che significa fa pena e al tempo è degna di finire sotto la lente penale del procuratore – voglio dire il dottor Coletta e nessun altro di colà).

Ti saluto stando in piedi a bischero come tu vuoi. Sei pregato di dire a chi ti protegge (troppi e maledettamente male) che la forma dell’invettiva contro il potere fa parte della satira.

Dante – fattelo spiegare dal Benigni, che ha fatto i quattrini con il Pci – dà perfino di puttana all’Italia senza che nessun sostituto procuratore s’abbia a risentire per averne offeso l’onore e il decoro.

Anzi, facciamo così: di’ pure alle tue truppe che mi offro – a gratis e nella mia ignoranza – di fare loro lezione di lingua e stile, lettura e analisi del testo, esercizio dell’arte retorica per il bene collettivo e della verità.

Vieni anche tu, ma con la mascherina. Altrimenti il tuo Bai sarà costretto a non multarti per non offendere il suo Signore che lo conduce a pascoli verdi facendolo magari passare per “valli oscure”…

Dagli arresti domiciliari, Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]

E nascono anche le storie in rima…

 

Alessio Bartolomei ha spanchinato i pistoiesi e ha fatto da maestro a Mazzanti. E non sono neppure dello stesso s-partito!

 

Un non-cittadino di Quarrata, ma per niente sprovveduto, mi ha scritto quanto segue:
“Bai: niente vede e non c’è mai” è davvero carina. Ma sulle panchine di Quarrata il Mazzanti ha imparato da Pistoia (piazza Garibaldi) e da Bartolomei, il famoso spostatore di panchine.

La battaglia di piazza Garibaldi
nella quale si racconta delle gesta di Barto di Lomei

Sulla piazza Garibaldi
sempre piena di ribaldi
intervenne l’assessore
con un turbocompressore,
estirpando le panchine
quali cose belluine,
della grande sì battaglia
a quel branco di marmaglia,
che da allora non avendo
posto più per il sedendo,
incassòn la bastardata
riparando alla fermata.

La fermata del bus. Chi prima sedeva sulle panchine, ora siede sotto la pensilina del Copit.

Sindaco, smonta la Coop che fa assembramenti pericolosi!

Tornando alle panchine il Bartolomei, togliendo le panchine, ha ottenuto due effetti negativi: il primo che la gente si lamenta che non può più sedersi, il secondo che quei tre poveracci pistoiesi che stavano sulle panchine, adesso stanno a sedere alla fermata dell’autobus.
Alla prossima che fa? Toglie la fermata dell’autobus?

E ancora poco fa dall’Emilia mi scrivono: «Forse il Mazzanti Okkióne i vigili dovrebbe mandarli alla Coop, in certe ore ci sono delle code e assembramenti che al confronto in piazza c’è il deserto».

Il titolo di questo articolo è scritto come lo scriverebbero i laureati di oggi. Io lo so che non si scrive «c’ho», «c’arriva» etc..
Ma fare l’ignorantone a volte è divertente da morire…


Print Friendly, PDF & Email