PISTOIA. [a.b.] Per tutti i mesi di maggio e giugno nelle sale del Bar Duomo di Pistoia saranno esposti i disegni – a penna e inchiostri colorati – realizzati dall’artista Valerio Savino (62 anni), pittore surrealista ma anche scultore, nato a Foggia e vissuto tra Firenze e Pistoia dove opera a Le Querci.
Di lontane origini della Provenza francese Savino si è definito in passato “libero e incontrastato, protagonista, individuale” ma anche “sostenuto da una incrollabile fede nella libertà”. Per lui l’Arte (con la A maiuscola !) “è l’espressione maggiore, unica, per la quale l’uomo possa comunicare con l’universo” “Il surrealismo – si legge sul sito http://bosconedelcovic.altervista.org/ValerioSavino.htm – non è solo quello definito da André Breton nel famoso manifesto di Parigi del 1924 (l’inconscio libero dalla ragione), ma anche una maniera di vita, un sentire interiore, una rivoluzione continua che porta a sconosciuti territori…”.
“Di me – scrive parlando del proprio curriculum – hanno scritto diversi scrittori, le mie opere di scultura e pittura si trovano in luoghi pubblici e privati, ma la mia attività artistica è stata, è e sarà a disposizione di tutti quelli che sanno amare e conquistare la libertà”. Le sue opere, sia dipinti che sculture anche di imponenti dimensioni, sono in diverse collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero.
“Il percorso artistico di Savino – scrive Cristina Bruni – spazia dalla grafica, alla pittura, alla scultura, tutto incentrato sull’arte surrealista e sull’improvvisazione del momento, consegnando all’arte il potere di trasformare la realtà.
“Per Savino – ha scritto invece il critico d’arte Savino Marseglia – pensare significa immaginare ciò che accade nei diversi mondi possibili e la sua avventura artistica appare costantemente tentata dall’assenza, dal silenzio e dalle atmosfere sospese in un costante rinnovamento linguistico… in questa dimensione di smarrimento delle coordinate spazio-temporali della realtà si svolge l’epifania artistica di Valerio Savino. Dove rimane un enigma: se sia la realtà a prendere il posto del sogno o il sogno a surrogare la realtà”.
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