PISTOIA. Quando si avvicina una elezione tutti siamo portati, più o meno, a fare previsioni, ad analizzare le proposte (poche) delle forze politiche che si affrontano, od a farci ammaliare dagli slogan dei vari candidati; slogan spesso vuoti, dai piedi di argilla, dietro ai quali stanno spesso superficialità e disinformazione riguardo ai reali problemi che i candidati medesimi dovrebbero invece conoscere, per poi affrontare.
Ma c’è un aspetto che, secondo me, sfugge ai più e che può costituire il segreto decisivo, per il partito che detiene le leve del potere, al fine di vincere una competizione elettorale.
È quello legato all’uso del potere di destinazione della spesa, non legata necessariamente a grandi opere o a grandi somme, ma capace di raggiungere una miriade di soggetti, anche con poche centinaia o migliaia di euro ciascuno, con le motivazioni più varie, variopinte e fantasiose.
Se si ha la pazienza di entrare nel sito della Regione e si dà uno sguardo alle delibere ed ai decreti emanati da vari dirigenti, ma soprattutto dal responsabile dell’Ufficio di Gabinetto del Presidente della Giunta Regionale, deputato ad adottare gli atti concernenti le spese di rappresentanza, di cerimoniale e di patrocinio dell’ente, ci si imbatte in una selva di elargizioni a pioggia da far girare la testa.
Beninteso, alcuni provvedimenti possono anche, all’apparenza, sembrare sensati, ma gli atti a sostegno mancano spesso di sufficienti motivazioni o non ne contengono affatto; oppure, si dovrebbero poi meglio analizzare le rendicontazioni presentate, per comprendere la scarsa utilità o talvolta la completa inutilità di ciò che è stato fatto con le somme ricevute.
Se si inizia un esame di alcuni provvedimenti, si trova ad es. una elargizione di euro 200.000,00 alla Fondazione Volontariato e Partecipazione di Lucca, volta alla realizzazione di un “Protocollo di intesa relativamente a obiettivi scientifici di ricerca nel campo delle politiche integrate di salute”.
Si trova poi la elargizione di due milioni di euro avvenuta al fine di “concorrere” al funzionamento di Fondazione Sistema Toscana (copertura finanziaria di oneri con scadenze periodiche e improrogabili, ecc); il tutto in maniera legittima, se vogliamo, ma sfido il 99% delle persone a dirmi cosa fa ed a cosa è utile tale fondazione.
Vorrei sfidare inoltre, già che ci sono, il solito 99% di persone, a dirmi cosa farà mai di così grandioso un dirigente la cui declaratoria è: “Responsabile dell’Area di Coordinamento Progetti integrati strategici, politiche di tutela e di promozione, comunicazione istituzionale”.
Dopo avere espresso questi legittimi dubbi andiamo avanti e troviamo euro 400.000 elargiti alla società Etruria Innovazione S.c.p.A, utili a coprirne il disavanzo economico-finanziario (cioè ad evitarne il fallimento) senza che un cane si sia preoccupato di sapere perché è stata costituita tale società, a chi è stata utile, quali benefici ha tratto la collettività dalla sua esistenza, di chi è la responsabilità del disavanzo di cui si parla.
Venendo a tempi più recenti troviamo un impegno di euro 170.000 ed una prima liquidazione di euro 119.000 a favore della Compagnia Virgilio Sieni danza; ed a questo proposito, come per tanti altri simili, ci leviamo di cappello di fronte a tutto ciò che in qualche modo è legato al sostegno alla cultura nelle sue varie forme; ma un minimo di razionalizzazione per quanto riguarda compagnie ed associazioni meritevoli di questo sostegno, nonché la quantificazione delle somme elargite, non guasterebbe certo.
Altri esempi nel settore riguardano ad es. un contributo di euro 15.000 alla “Nuova Accademia degli Arrischianti” per Sarteano Jazz e Blues, oppure un altro contributo di euro 3.000 per una manifestazione chiamata “Fintocolto Day”, nel cui decreto di impegno e liquidazione certamente non ci si spreca con le motivazioni.
Oppure ancora, un contributo all’Uisp nel quadro della manifestazione “Florence bike Festival 2015”.
I casi da citare, oltre ai precedenti, potrebbero essere ancora innumerevoli, e di ognuno posso ovviamente fornire data e numero del provvedimento collegato; ma due in particolare, indipendentemente dagli importi, mi sono sembrati esilaranti.
Uno si riferisce ad un decreto avente per oggetto: “Contributo per la realizzazione delle attività finalizzate ad implementare e migliorare le conoscenze connesse alla riduzione del rischio idraulico del fiume Arno, promosse dal comitato Firenze 2016”.
Si tratta di euro 50.000 impegnate a favore del Comitato Tesoriere per la celebrazione del 50° anniversario dell’alluvione di Firenze, ecc. E qui, due cose vanno dette: intanto, mi sembra che, parlando dell’alluvione del 1966, il termine “celebrare”, fra tutti quelli possibili, sia il meno adatto di tutti; poi, vorrei sottolineare il fatto che, a giustificazione del finanziamento, si parli di “Attività finalizzate ad implementare e migliorare le conoscenze connesse alla riduzione del rischio idraulico del fiume Arno mediante studi, ricerche e attività tecniche promosse tramite il Comitato Progetto Firenze 2016”.
Ma come? Sono trascorsi quasi cinquanta anni ed ancora stiamo qui a parlare di studi? Come se non si fosse, doverosamente, già studiato abbastanza? Se, per caso, dopo quarantanove anni ancora si dovesse studiare qualcosa, ciò a cui ci troveremmo di fronte sarebbe semplicemente un fatto criminoso.
L’altro caso riguarda un decreto che costituisce a mio avviso una “perla”. Si tratta di un contributo, invero modesto nella sua entità, 1000 euro, che va a beneficio del Viola Club Fantechi, Ciuffi, Bar Marisa nel quadro di una serata celebrativa del quarantennale della fondazione del Viola Club.
A dispetto della esiguità della somma e senza alcun pregiudizio o avversione per chi tifa viola, nessuno mi toglie dalla testa che una mancetta come questa, come tante altre per altri motivi, serva semplicemente a solleticare la pancia della tifoseria ed a guadagnare dalla medesima un facile consenso.
Concludo infine questa parzialissima ma comunque già lunga disamina dicendo solo una cosa: non mi sembra per niente logico che un lavoretto di ricerca come questo abbia dovuto farlo un comune cittadino e non sia invece venuto in mente ad un qualsiasi consigliere, specie di opposizione, superpagato con i soldi di tutti anche per tutto il periodo di vuoto operativo che sta a cavallo di una elezione; se non si occupa anche di queste cose, mi viene da dire, come giustifica la posizione che occupa un consigliere regionale, con tutti gli annessi privilegi, benefit, ecc. di cui fruisce?
Quando invece ad un normale e spesso molto più utile dipendente vengono frapposte un sacco di difficoltà, in termini di uso dei mezzi, taglio delle indennità di missione e dei rimborsi, ed altro ancora, nell’ambito dello svolgimento del proprio lavoro?
[*] – Lettore, ospite
Sig.Piero Lei è da applausi, primo perchè col suo articolo spiega benissimo da dove nasce il consenso e il debito pubblico stratosferico dell’Italia, secondo perchè svergogna una volta di più il nulla che sono le opposizioni in Toscana, un nulla a voler essere buoni, acquiescente, che ogni tanto, come l’altro giorno la Sig.ra Margherita (se non sbaglio) si fa vivo per spiegare a noi inconsapevoli, che no, non è vero che non fanno nulla…è solo che non hanno i numeri….sarà a me sembrano tutti belli pasciuti…
E vogliamo parlare della situazione drammatica del Comune di Pistoia, che si trova con le pezze al sedere e che se fosse un’azienda sarebbe già coi libri in Tribunale? E vogliamo dire che nonostante ciò ancora elargisce contributi a pioggia a cose tipo i circoli ARCI? o allo pseudo Blues (dove di blues non c’è niente)?…tutte attività economiche e remunerative se fatte bene, che non hanno alcun bisogno di sostegno ma che sono un gran bel bacino elettorale. Ma l’apriamo una discussione sulle parrocchie e parrocchiette pistoiesi?…
Grazie della stima, sig. Massimo. Tutto vero anche ciò che in sintesi dice Lei della realtà pistoiese; tutto, sotterraneamente, risaputo fin dai tempi in cui in Comune lavorava mio zio oggi novantenne, e me le raccontava, queste cose, quaranta e più anni fa. Però, purtroppo, se non ci si scrolla di dosso questa mentalità un po’ fatalista, un po’ opportunista, un po’ votata al mugugno sterile che poi finisce lì, mi sa che andiamo poco lontano. Ed io stesso questo andazzo ho avuto modo di notarlo in ventidue anni di lavoro in Regione, luogo pieno sia di stimabilissime persone, a dispetto di ciò che si dice degli impiegati pubblici, ma anche di tanti opportunisti e “servi dei padroni”. E, precedentemente, cose analoghe, nel suo piccolo, le avevo viste alla Comunità Montana Appennino Pistoiese, che poi è finita come sappiamo.
Comunque, guai a demordere. Speriamo che qualcuno, prima o poi riesca a dare una bella scossa. Pacifica, certo, ma energica.
Piero Giovannelli
si, ha ragione…bisogna scrollarsi di dosso il fatalismo e sopratutto non aspettarsi cambiamenti dal messia di turno: io sostengo che è fondamentale la nostra vita di tutti i giorni, l’educazione che diamo ai figli, con l’esempio, non con le parole…da qui passa il vero cambiamento. Ma per portarlo avanti ci vogliono alcune qualità per le quali gli italiani non brillano: pazienza, costanza, senso di comunanza che ti fa sentire tuo ciò che è fuori da casa tua e, qualità morali che ti spingono a scelte che nell’immediato non ti convengono.
PS. sul “pubblico” condivido. Ci sono persone da prendere a pedate e altre da premiare…il problema è come sono stati educati…dai politici e dai sindacati.