PISTOIA. Stamattina, 1° febbraio, il Vescovo Mansueto celebrerà la giornata della stampa presso la mensa don Siro Butelli.
Il luogo scelto è veramente quello giusto perchè in quei locali, adesso gestiti dalla Caritas, ha operato per una vita un Sacerdote burbero e dolce, simpatico e musone, sportivo e leale. Sopratutto un uomo schivo che non è mai andato a caccia di notorietà, di medagliette in Cattedrale e che, a differenza di qualche pistoiese “illustre”, il dolore non lo ha vissuto come metodo di personale arricchimento materiale, ma solo morale e spirituale. Sembra poco?
I vari signori Mazzi, Milani, Gallo, Frosini, Ciotti, per chi ha conosciuto don Siro, sono moscerini in questo pantano di mondanità offerta dalle televisioni o dagli esclusivi “cattolici adulti” che si autoincensano fra loro per la loro incommensurabile bontà, vuoi con i nostri soldi – leggi Fondazione Caripit –, vuoi campando da una vita alla grande – sempre con i nostri soldi – sull’handicap altrui.
Don Siro non chiacchierava, faceva; non contrabbandava idee partitiche camuffandole di socialità, escatologia, teologia post-conciliare e quant’altro: andava a prelevare i resti di pranzi nuziali, chiedeva con semplicità e umiltà per i suoi assistiti e procedeva lungo la sua strada di uomo onesto e di sacerdote fedele.
Alcuni suoi amici, dopo la sua morte, pubblicarono un libretto di sue poesie dal titolo Tu mi hai preso per la mano destra. Sono poesie di una delicatezza estrema se rapportate all’omone che era don Siro; merita leggerle per comprendere l’uomo ed il suo carattere.
Una fra le tante, dal titolo Il cielo piange dice: Il cielo grigio / piange lacrime / di pioggia leggera. / Le guglie dei campanili / cercano tristi l’azzurro / precluso da una bruma pesante. / Inseguo anch’io,oggi, /o rizzonti di luce / nel buio dell’anima.
Ecco, Vescovo Mansueto, don Siro, al quale questi locali e solo questi sono intitolati, meritava veramente la sua attenzione perché questa Pistoia cicisbea e vanitosa ha dimenticato presto un sacerdote che aveva il vizio di non volere apparire e lo ha relegato nelle pieghe di un ricordo quasi sopportato per i motivi sopra citati. A nome dei tanti amici, che di don Siro non si sono dimenticati, abbia i più sentiti ringraziamenti.