Vedi: http://linealibera.it/daghini-prc-per-le-coppie-di-fatto-e-contro-elena-bardelli/
SERRAVALLE. Riceviamo da Elena Bardelli, consigliere comunale di Fdi-An:
I tempi sono cambiati e anche quelli di sinistra o coloro che si ispirano ai suoi principi non sono più gli stessi. I diritti da difendere e per cui combattere non sono più quelli al lavoro, alla casa e allo stato sociale, ma quelli alla fecondazione artificiale e alle nozze omosessuali, quando una volta peraltro il matrimonio veniva definito e velocemente liquidato come una istituzione borghese e convenzionale.
Sull’onda di quanto è avvenuto a Bologna, anche nella nostra provincia, con tanto entusiasmo e in nome degli ormai “inflazionati” concetti di progresso e civiltà, esponenti di sinistra incitano a presentare mozioni o provvedimenti simili a favore della trascrizione sui registi comunali dei matrimoni gay contratti all’estero. Ma questi paladini dei diritti degli omosessuali non si accorgono però di scavalcare l’ordinamento giuridico italiano, rivelandosi ignoranti in materia, come tutti quelli che in altre città hanno avanzato simili richieste?
Quei registri sono illegittimi; la disciplina del matrimonio in Italia appartiene alla competenza esclusiva dello Stato, anche quanto al riconoscimento degli effetti nel nostro ordinamento di nozze celebrate fuori dai confini nazionali. Il sindaco non è soltanto il capo del Comune, è pure ufficiale di governo per materie delegate alla sua competenza, la cui disciplina appartiene però alle leggi nazionali: matrimoni e registri dello stato civile rientrano in tale ambito. Evidentemente chi presenta tali mozioni intende pure sostituirsi al Parlamento!
Contrariamente a quanto si afferma, la trascrizione dei matrimoni celebrati all’estero non segnerà nessuna rivoluzione e non permetterà affatto “di provare l’esistenza dello status coniugale e di godere di tutti i benefici e le tutele derivanti dall’applicazione in Italia delle norme europee”.
Infatti si tratterebbe solo di una manovra ideologica, di un atto privo di legittimità, e quindi puramente simbolico; e la categoria degli atti aventi effetti “simbolici” giuridicamente non esiste.
Ha fatto bene perciò il prefetto di Bologna, in quanto articolazione territoriale della potestà statale, a esortare il sindaco Merola alla rimozione di questi registri comunali. Ma visto che i prefetti non sembrano essere ascoltati, per dirimere una volta per tutte la questione basterebbe un intervento dall’alto, da parte del Ministero dell’Interno. Il Governo Renzi, però, mentre in alcune questioni sceglie la strada veloce del decreto-legge, in altre (come quelle della vita e della famiglia) escogita ad arte la strategia del “non intervento”, lasciando il “lavoro sporco” ai sindaci e alle regioni, probabilmente per non incrinare la propria compattezza, ma alimentando così inutili diatribe e tentativi di forzatura del diritto a scopo ideologico.
È un caso che il Ministro dell’Interno, che avrebbe la facoltà di far cessare la farsa dei registri dei matrimoni gay, sia al tempo stesso il leader del partito che in questi mesi ha garantito, con l’appoggio a Renzi, tale opportunistica unità dell’esecutivo?
Elena Bardelli, Fdi-An
Vedi: http://linealibera.it/daghini-prc-per-le-coppie-di-fatto-e-contro-elena-bardelli/
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