immigrati. I LAVORANTI DI NARDELLA RIPOSANO

 

La squadra i operai applicati alla frescura dei giardini di via Pisana a Firenze

FIRENZE. La cosa che ha risvegliato la nostra attenzione è la dotazione dei giubbetti antinfortunistici arancioni che sono, solitamente, riservati agli addetti a delle lavorazioni in un luogo aperto al pubblico o trafficato da veicoli. Infatti, l’immagine è stata da noi ripresa al giardino pubblico di via Pisana a Firenze, questa mattina 2 agosto alle 10 e è stata seguita da una rapida chiacchierata con i giovanotti africani.

Anche noi siamo buoni, anzi lo siamo anche di più di Dario Nardella, quindi vogliamo essere comprensivi e clementi con questi ragazzi di nazionalità nigeriana (li abbiamo intervistati), congolese e sudanese. Meglio lì a bivaccare che a delinquere.

Ma vogliamo però ricordare ai fiorentini “buoni” che il loro mayor violinista, non gliela conta giusta quando parla di impiego delle forze dei migranti in opere di utilità sociale. Belli sono quei reportage fatti dalla redazione del Tg 3 regionale: molto rasserenanti (per gli stolti), ma niente affatto convincenti. Si tratta di attività precarie e surrettizie, cioè solo utili a giustificare “moralmente” quello che non lo è “economicamente”.

Questi giovani chiedono – giustamente – una occupazione stabile, anche poco remunerata, ma stabile e dignitosa. È il problema fondamentale: dobbiamo lasciare indietro i nostri giovani per soddisfare le richieste di questi immigrati tutti economici (e non profughi di guerra chiedenti asilo)?

Abbiamo spiegato caro Sindaco?

[Alessandro Romiti]

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