PISTOIA. La recente iniziativa del Cardinale Gianfranco Ravasi che ha twettato un passo del Vangelo di Matteo ci impegna a fare una considerazione per distinguere tra le intenzioni evangeliche e la realpolitik.
Chi scrive ha stima dell’alto prelato e ricorda con gusto i numerosi mattutini che l’autore ha pubblicato per molto tempo su quotidiano della Cei Avvenire, ma dunque, Ravasi si rende conto della congiuntura socio economica, ovvero del contesto odierno nel quale la cittadinanza si trova?
È informato che sulla questione della “accoglienza ai profughi” (dei quali solo il 10% ha titolo di richiedente asilo politico) esiste una costante azione criminosa/mafiosa che va da Bolzano, passando per Grosseto e arrivando a Crotone?
Noi vogliamo riconoscere la valenza universale dei Principi evangelici, ma in questa ipotesi, non potremo pensare di tollerare che gli “ospiti” siano gettati per la strada vagabondando in una costante questua e non potremmo pensare di dargli da “mangiare delle pietanze che sarebbero state buone per il maiale”, come ha riferito il Procuratore Nicola Gratteri sul Centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto.
Tutto questo con il benestare di Don Edoardo Scordio, correttore morale della Miseriordia che curava il care, e oggi agli arresti in attesa di giudizio.
Un presbitero che, se non fosse scoppiato il caso della Misericordia di Isola, sarebbe stato probabilmente eletto a “Presidente dei Correttori d’Italia”. Sappiatèlo.
A tutto questo, si aggiunga il fatto che adesso, le Parrocchie sono diventate dei centri di “collaborazione esterna” dove le cooperative dislocano le loro attività connesse all’accoglienza, certamente pagate dalle casse dello Stato (cioè noi tutti), esercitando così disinvoltamente parte del loro business, formalmente corretto in senso amministrativo e fiscalmente irreprensibile. What else?
Questa, caro Cardinale, si chiama realpolitik e non potrà essere ignorata. La consideri, grazie.
[Alessandro Romiti]
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