immigrati. UN’EMERGENZA CONTINUA, UN PROBLEMA INFINITO

Migranti
Migranti

PISTOIA. La comune opinione sulla questione “immigrati/profughi” è purtroppo a tutti chiara, sia ai favorevoli sia ai contrari all’accoglienza: a un supermercato chiunque si appresti a entrare sarà fatto oggetto di una richiesta di obolo da un giovane, spesso nigeriano, dunque non profugo di guerra.

Vogliamo richiamare l’attenzione su un aspetto che diventa dirompente e che non potrà essere opinabile: la mancanza di tutela della dignità umana per questi giovani destinati a una vita raminga o, se va bene, allo sfruttamento intensivo in danno agli operai e ai braccianti italiani.

Per invitare qualcuno dall’India o dall’Africa – e solo per esclusivo turismo in Europa – l’ospite deve richiedere non solo l’invito e il visto consolare italiano, ma l’assicurazione sanitaria, l’idoneità psico-fisica-medica, un recapito di domicilio e un referente locale che così, diventa esattamente un fidejussore dinanzi a qualsiasi imprevisto.

Tutto questo viene a dissolversi di colpo se un ipotetico migrante si reca in Libia o in Egitto, prende un barcone e attende che la Guardia Costiera intervenga per il recupero del natante.

La cosa assurda è che se ci trovassimo con una barca a vela in prossimità delle coste africane e lanciassimo il mayday per un soccorso, qualunque fosse l’unità che ci accoglie in mare aperto, ci porterebbe nel Paese le cui coste sono più vicine: cioè la Libia, non certo a Pozzallo o Lampedusa.

Così non è per i trafficanti di esseri umani che, dopo aver violentato le donne (lo stupro è una prassi costante e minima assicurata a ogni profuga in viaggio per la ricerca di una imbarcazione), usurpato ogni diritto, malmenati i resistenti e depredato i disperati, fanno la segnalazione con il telefono satellitare e regalano il “pacco” dei dannati (perché così saranno poi in Europa) alle forze militari europee impegnate nel soccorso in mare.

Non andremo a vedere il celebratissimo film Fuocoammare, proprio perché, avendo uno spiccato sentimento umanitario, non vogliamo perdere il senno (o la ragione) per il sentimento.

Ai naviganti in fuga sarà dato accesso al suolo europeo, ovvero italiano (viste le criticità di attraversamento alle frontiere) con un ottimo servizio essenziale di assistenza sanitaria, vitto e alloggio, assicurato tutto questo dal noto welfare, ovvero le nostre tasse, tradotte in un costo forfettario base di oltre 43 euro giornaliere pro capite: si parla di circa 5 miliardi annui di euro, cioè una somma utile per la ricostruzione delle aree terremotate, altra emergenza nazionale nostrana e non secondaria.

È chiaro che questa è una condizione illogica, paradossale e insostenibile dinanzi a una vera e propria invasione di migranti.

Migranti
Migranti

Mentre in Italia non è possibile passeggiare per strada senza essere importunati da un questuante – chiaramente libero di muoversi senza limitazione territoriale –, negli altri Paesi europei esiste una cognizione esatta della verità incontrovertibile: l’Africa non potrà essere lentamente “travasata” in Europa e il numero di 2,5 immigrati (profughi richiedenti asilo, specifichiamo bene) ogni 1.000 italiani è un corretto approccio di soluzione al problema, ma dovrà essere rigorosamente attuato senza deroghe, limitandolo ai richiedenti asilo politico e non estendendolo ai “profughi economici”.

Abbiamo aperto una serie di pagine sulla ospitalità offerta dalla Coop Co&So srl tramite varie “strutture” (la locuzione esatta “casa di accoglienza” è esclusa, forse perché potrebbe umanizzare il servizio?), ma non abbiamo ricevuto risposta alcuna dal presidente della capofila Moreno Sepiacci, aggiudicataria dell’appalto di accoglienza per € 3.811.500 oltre a Iva (€ 34,65 pro-capite x 275 giorni x 400 posti letto), mentre ci ha bene risposto il direttore della Coop Incontro, Fabiano Pesticcio, assicurando disponibilità a una trasparente pubblicazione dei bilanci (trovate il link nel margine di quello ultimo relativo al 2015 proprio della srl partecipata in regime temporaneo alla capofila).

La coop pistoiese dichiara a bilancio, nell’anno 2015, un volume di affari pari a 4,53 milioni di euro e un utile di esercizio di 68.900 €, con una significativa incidenza del costo degli stipendi per il 58 %: ovvero 2,62 milioni di euro sul volume di affari.

Uno sbarco di migranti
Uno sbarco di migranti

Non vogliamo commentare, vista la diffusa percezione che, quello dell’assistenzialismo affidato a realtà private non è una soluzione “popolare”.

Vedremo se Pistoia, Capitale della Cultura 2017, lo sarà anche della lungimiranza e del buon senso, umanitariamente parlando, per individuare una soluzione che salvaguardi la dignità degli immigrati e la serenità di cittadini e turisti.

Per chiarezza finale, chi scrive non potrà essere accusato di razzismo o crudeltà dal momento che ha partecipato, in prima persona e con la famiglia, a più di un progetto di assistenza a favore di profughi eritrei richiedenti asilo e senza alcuna copertura finanziaria di terzi.

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[Alessandro Romiti]

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