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PISTOIA. Sarà bene rispondere ai sacerdoti dell’immigrazione clandestina incontrollata, che pare contino numerosi collaboratori anche tra i sacerdoti veri e propri, riportando certi chiarimenti rilasciati da Anna Bono, già docente di Storia e Istituzioni dell’ Africa all’Università degli Studi di Torino, recente autrice del saggio Migranti!? Migranti!? Migranti!? con alle spalle dodici anni di studi in Kenya della realtà africana.
Ebbene, è utile partire da un punto fermo: chi parte per il viaggio clandestino (che è tale dall’inizio alla fine, ovvero in maggioranza dall’Africa subsahariana fin sulle nostre coste) tristemente noto fa parte del ceto medio, dunque di una fascia di benestanti che possono tirar fuori migliaia di euro per arrivare fino in Europa. Perché allora intraprendono quell’avventura pericolosa? Perché c’è una percentuale di popolazione giovane convinta che l’Occidente è talmente ricco che basta arrivarci per fare fortuna.
La professoressa Bono racconta della storia di un allevatore senegalese di mucche e tori, tutto sommato un’occupazione discreta, che si è voluto imbarcare da clandestino per arrivare in Italia ma è annegato in mare. Questa lucida follia che lo ha spinto a tanto è spiegabile solo con l’assenza di campagne di informazione su quanto in Europa, in realtà, non piovano quattrini dal cielo, ma soprattutto dal fatto che l’Italia, con la sua politica d’accoglienza a portafogli aperto, fa da calamita per tutti gli africani. Anche quelli benestanti.
E per quanto riguarda la famosa storia dell’aiutare gli africani a casa loro, ovvero un tragico modo per epurarsi da eventuali e passate colpe che l’Occidente non riesce a scrollarsi di dosso? La nostra studiosa è chiara: da decenni l’Occidente foraggia il continente nero con miliardi di dollari, medicine, viveri e strutture ospedaliere e scolastiche. È un flusso incontrollato di risorse che non crea veramente ricchezza a causa dell’enorme corruzione dilagante in Africa, la quale fa disperdere la maggior parte di tutto ciò. L’unico risultato è, come dicevamo prima, di fornire un’immagine distorta dell’Occidente: un pozzo senza fondo da cui attingere.
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Nel 2014 in Nigeria l’ente petrolifero nazionale avrebbe dovuto incassare 77 miliardi di dollari, invece ne ha incassati solo 60, e nonostante tutto il Pil continentale cresce a medie altissime. Nel 2017 la crescita media sarà del 2,6%. Grazie al petrolio, l’Angola ha conosciuto picchi del 17% e vanta un record di crescita del Pil tra il 2003 e il 2013 di quasi il 150%.
Gli aiuti alla cooperazione internazionale nel 2015 hanno toccato i 135 miliardi di dollari. Ma la Banca Mondiale qualche anno fa, parlando della Somalia, aveva calcolato che su ogni 10 dollari consegnati alle istituzioni governative, 7 non arrivavano a destinazione. Nozioni, queste, che difficilmente troverete nel nuovo libretto di Renzi Avanti, in cui egli estraparla di aiuti doverosi al continente africano.
E infine nota dolente: su 123mila domande di status di rifugiato nel 2016 ne sono state accolte 4.940. Ma da dove arrivano queste persone? Dalla Somalia, dove c’è la guerra civile, dall’Eritrea, dove vige una dittatura sanguinaria. Dalla Nigeria, paese che ci rifornisce di risorse umane, al contrario partono quasi tutti dalla zona sud, proprio dove non vige il terrore di Boko Haram.
Tra l’altro è doveroso chiarire che parlare di integrazione dei rifugiati è assurdo, poiché chi scappa dalle bombe chiede una protezione temporanea, per poter tornare a casa propria una volta terminato il conflitto. A Mosul, mentre alcune zone erano ancora in mano all’Isis, moltissimi cittadini si erano stabiliti nuovamente nella parte liberata della loro città.
Detto ciò: quando attaccate il sindaco Tomasi per aver espresso la volontà di non accogliere più sedicenti profughi, avete idea di ciò di cui state parlando?
[Lorenzo Zuppini]