
PESCIA. “Restare senza fiato è una sensazione tremenda e io non potevo fare più nulla: il respiro mi mancava in qualunque cosa facessi, anche quando dovevo vestirmi e parlare e mi sentivo limitato in tutto. Ora sono tornato a vivere una vita normale: faccio delle belle passeggiate e posso anche giocare con i miei nipotini e annaffiare l’orto”.
È il racconto di un paziente che, presso la palestra del centro la “Filanda” dell’ospedale di Pescia, insieme ad altri ammalati, sta seguendo il programma personalizzato di riabilitazione respiratoria: cyclette e tapis roulant, cicloergometro, posture specifiche, tanta attività fisica e gli esercizi con i fisioterapisti.
L’affanno, il respiro corto, l’affaticamento, la tosse sono i principali sintomi delle patologie da insufficienza respiratoria: come bronchite cronica ostruttiva, asma, malattie della gabbia toracica come la cifoscoliosi, ma anche fibrosi e tumori polmonari.
“Ogni ciclo riabilitativo può arrivare fino a venti sedute – spiegano le fisioterapiste Laura Bertuccelli e Rosita Bellucci, che seguono i pazienti e li educano anche al programma domiciliare –, ognuna dura circa un’ora e mezza. Per i casi più complessi è necessario un programma giornaliero e continuo, a volte forniamo i contapassi oppure registriamo l’attività fisica dei pazienti con un holter per capire se effettivamente seguono le nostre istruzioni anche a domicilio. Muovendosi e camminare regolarmente è fondamentale. Se da parte del paziente c’è collaborazione e impegno i risultati sono davvero sorprendenti: si recupera volume polmonare, migliora la tolleranza allo sforzo fisico e il grado di indipendenza funzionale”.
Obiettivo fondamentale dei fisioterapisti è, infatti, anche insegnare ed educare all’autocura. Spiegare, per esempio, ai pazienti come gestire da soli i sintomi e come riconoscere i primi allarmi di una riacutizzazione della malattia. Ci sono anche gli esercizi da fare a casa e bisogna acquisire le tecniche e le manovre per liberare le vie aree dal catarro. Trovare un equilibro in tutto questo fa stare meglio oltre a seguire con costanza alcune semplici regole, di carattere alimentare e ambientale, come evitare locali saturi di fumo.
“La maggioranza degli oltre trecento pazienti che abbiamo seguito in questi ultimi tre anni – evidenzia il dottor Franco Giuntoli, direttore della unità operativa recupero e rieducazione funzionale aziendale –, vengono da noi da tempo, seguono periodicamente i cicli, alcuni anche annualmente, imparano a gestire la malattia a casa seguendo le nostre indicazioni la qualità della loro vita è migliorata notevolmente: altri, addirittura, non fanno più ossigenoterapia domiciliare. I vantaggi sono veramente notevoli ma, soprattutto, oltre ad ammalarsi con meno frequenza si ricoverano anche meno in ospedale”.
Poche in Toscana le strutture riabilitative con queste peculiari caratteristiche che offrono ai pazienti, che soffrono di insufficienza respiratoria, l’opportunità di essere seguiti da un team multidisciplinare: fisiatri, fisioterapisti, infermieri, pneumologi e se necessario anche psicologici.
Il percorso assistenziale e riabilitativo inizia dal medico di medicina generale, che rimane sempre il punto di riferimento del paziente, prosegue con le visite specialistiche e le necessarie indagini diagnostiche fino alla stesura del progetto riabilitativo personalizzato. Notevole la palestra, dotata di tutta la strumentazione necessaria, messa a disposizione dall’Azienda sanitaria al primo piano della “Filanda” dove la professionalità degli operatori si coniuga con un ambiente di alta qualità.
[ponticelli – usl 3 pistoia]