impianti termici. REGOLE UGUALI IN TUTTA LA TOSCANA

Centrale termica [foto di repertorio]
Centrale termica [foto di repertorio]
PISTOIA. Quindici euro, tre euro in più rispetto allo scorso anno. Tanto pagheranno nel 2016 le famiglie pistoiesi per la certificazione (bollino blu) del documento che il tecnico ci rilascia a seguito della manutenzione della caldaia.

Lo ha deciso Publicontrolli che ha allineato le tariffe a quelle regionali. Un problema di non poco conto anche per le aziende che operano nel settore. Problema che si traduce nel dover spiegare al cliente/utente che l’aumento non è imputabile alla tariffa del manutentore.

“Non spetta a noi entrare nel merito della decisione dell’azienda – dice Riccardo Ponticelli, presidente della categoria Installatori e Manutentori di impianti termoidraulici di Confartigianato Pistoia –, a noi, invece, interessa che Publicontrolli ci sia perché è uno strumento che vigila sulla sicurezza degli impianti e attraverso il monitoraggio dell’efficienza energetica sulla limitazione di emissione in atmosfera del biossido di carbonio (anidride carbonica).

Il problema è un altro. Ci hanno spiegato di essersi adeguati alle tariffe regionali. Bene, vorremmo che si adeguassero anche alle procedure che vengono seguite da aziende analoghe in altre città della Toscana, cioè separare il costo della manutenzione da quello del bollino. A Prato, ad esempio, l’azienda inserisce il costo del bollino nella bolletta del gas, sollevando l’artigiano dal compito di riscuotere per conto terzi”.

Con questo meccanismo, vi sono imprese che nel 2015 hanno anticipato, se pure in più acquisti, cifre tra i 50mila/70mila euro. È chiaro, che l’impresa di manutenzione non può recarsi giornalmente a Publicontrolli per acquistare i bollini necessari, ed è costretta quindi a procurarsene un quantitativo importante anticipando di volta in volta migliaia di euro e facendo da banca alla società che effettua i controlli.

Perché di fatto, l’artigiano impiantista non fa altro che l’esattore per conto di Publicontrolli, come conferma Mario Ferroni, vice presidente degli impiantisti e manutentori di Confartigianato Pistoia: “La riscossione dei bollini non può essere materia nostra, non vogliamo anticipare soldi. Per questo avevamo chiesto di versare a Publicontrolli i soldi dei bollini effettivamente utilizzati, al contrario, adesso siamo costretti al pagamento anticipato di tutti i bollini che ritiriamo. Con rischi evidenti per le aziende.

Quest’anno, ad esempio, i bollini sono stati consegnati con due mesi di ritardo senza comunicare l’aumento agli artigiani, nel frattempo, però, gli installatori hanno continuato ad eseguire le manutenzioni al prezzo vecchio. Risultato? Le imprese hanno rimesso 3 euro per ogni intervento fatto, cioè centinaia di euro che nessuno restituirà loro.

Il volume economico è consistente. Lo scorso anno sono stati rilasciati circa 50 mila bollini per un valore di 600mila euro che quest’anno salirà a 750mila. Soldi che dovranno essere anticipati dal sistema delle imprese artigiane. In pratica, un’anticipazione di cassa.

“Noi – dice Luigi Gualandi, consigliere della categoria – suggeriamo a Publicontrolli di adeguarsi ad altre città della Toscana: inserire il costo del bollino nella bolletta del gas. Una cosa è certa: non vogliamo più fare gli esattori”.

Semplificazione, ecco ciò che chiedono gli installatori e i manutentori di Confartigianato.

Per esempio, la digitalizzazione informatica degli archivi e del catasto regionale degli impianti, si è tradotta in un peso burocratico e di costi a carico delle imprese, le quali dovendo consegnare al proprietario dell’impianto una copia del documento tecnico lo devono compilare una prima volta in forma cartacea e ritornati alla sede della propria impresa riportare nuovamente tutti i dati sul loro sistema gestionale e solo successivamente imputare i dati sul portale internet di Publicontrolli. Un doppio lavoro che certamente comporta costi non trascurabili.

“Vorremmo far capire agli utenti – aggiunge Ponticelli – che la manutenzione dell’impianto termico, è stabilita da norme di legge, risultando cosi obbligatoria”.

“La frequenza della manutenzione è definita secondo le indicazioni tecniche che il costruttore o l’installatore oppure il manutentore, hanno annotato nel libretto di impianto – spiega Roberto Ferri –. Altra cosa è la frequenza entro la quale si deve svolgere il controllo dell’efficienza energetica dell’impianto.

“Controllo che permette di al redigere il documento tecnico, con il quale il proprietario dell’impianto, apponendovi il bollino blu, autocertifica che i valori dell’efficienza energetica rilevati, rientrano nei limiti di legge. Tale documento, sarà in seguito trasmesso a Publicontrolli e andrà poi ad aggiornare il Catasto regionale degli impianti di climatizzazione invernale ed estiva. Vi sono altri aspetti importanti che dovranno al più presto essere affrontati con Publicontrolli.

“Crediamo infatti che così, si potrà contribuire e favorire una migliore comprensione e consapevolezza in tutti sull’importanza che tutto ciò ha in materia di sicurezza e contrasto dell’effetto serra, causa principale dell’aumento della temperatura sulla Terra”.

[confartigianato]

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