PISTOIA. Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta di Claudio Caramelli, conosciuto e stimato allenatore di pallavolo, il tecnico che contribuì a portare il volley pistoiese in serie A/2 con l’allora Centro Pallavolo Femminile Pistoia, sulla situazione dell’impiantistica sportiva locale:
Penso che passata la soglia dei sessant’anni, di cui oltre quaranta trascorsi in palestra, si possa ritenere doveroso fare una riflessione sulla situazione dello sport nella nostra città. Erano gli anni novanta quando la nostra città viveva uno dei momenti più fulgidi della sua storia sportiva, con la Pistoiese in serie B, la pallacanestro maschile e femminile in serie A e la pallavolo femminile con il Cpf che raggiungeva la tanto agognata serie A.
Ma attorno a queste realtà era un pullulare di attività di alto livello, nelle stesse ed altre discipline sportive. Era un periodo in cui migliaia di pistoiesi si alternavano a riempire lo stadio di calcio, l’Auditorium e tutti gli altri impianti sportivi che seppur sempre insufficienti, mantenevano una loro dignità e funzionalità.
Ebbene è veramente triste per chi ha vissuto una vita per lo sport, osservare la condizione di grave degrado in cui versa la nostra città con i suoi impianti. Sarebbe interessante dar vita ad un itinerario, tipo quelli che si fanno per godere delle splendide realtà artistiche e culturali della nostra città, meritatamente ed orgogliosamente capitale della cultura 2017. Potremmo partire dallo Stadio, dove, ancora giovane, ho visto giocare Paolo Rossi e tanti altri campioni, e che ora, e da tempo, è al limite dell’implosione, per proseguire con il Campo Scuola, che a vederlo dall’esterno assomiglia più ad una discarica che ad un impianto di atletica, eppure su quella pista sono nati e cresciuti atleti come Ballati, Cialdi e molti altri.
Sullo sfondo si può ammirare lo scheletro rimasto privo del proprio telone di copertura dell’impianto dove il pattinaggio svolgeva la sua attività …quanti mesi o forse anni serviranno per ripristinarlo? Ancora poche centinaia di metri e si arriva all’Auditorium: era davvero uno spettacolo andare a vedere partite e allenamenti della Kleenex, dell’Etruria Basket e del mio CPF OM Geri; decine di campioni e campionesse si sono alternati in quell’impianto, compreso il mitico Kobe Bryant, che seguiva il babbo ai suoi allenamenti.
Adesso in quell’impianto, mai rimodernato ed adeguato, si dice che non si potrà più fare attività agonistica perché le uscite di sicurezza non sono più a norma, per lavori di adeguamento della scuola adiacente… splendido! Accanto all’Auditorium si può ammirare la palestra-piscina Silvano Fedi.
Sembra che nella piscina per il momento nessuno possa più nuotare, servono lavori che nessuno si può accollare. Al piano di sopra la palestra che ha accolto tanta attività di livello dello sport cittadino. Correva voce che anch’essa sarebbe stata chiusa… pericolo scampato, per quest’anno rimane aperta.
A pochi minuti di distanza si giunge alla palestra Anna Frank. Questo si potrebbe definire un impianto estivo, visto che nelle giornate di pioggia diventa impraticabile per la pioggia, piove dal tetto e dalle finestre, ma non qualche goccia, a secchiate. In questo impianto poi il fondo è stato rovinato, al limite della praticabilità dalla società di Hockey, priva evidentemente di valide alternative. Si prosegue verso il centro storico, dove si possono ammirare palestre come la Bizzarri sul cui fondo pieno di buchi e irregolarità ci ha fatto “la ginnastica” mio padre, inabile alle partite dei campionati di pallavolo perché privo delle coperture di sicurezza dei pilastri, richieste da anni e dal costo di poche centinaia di euro.
Si attraversa il giardino di Monteoliveto e si arriva alla palestra Masotti, dove, a fronte di un inutilizzabile segnapunti elettronico da Palaeur, si presenta una struttura, unica utilizzata esclusivamente dalla pallavolo, a fronte di ben quattro dedicate per intero al basket (?), troviamo il solito fondo al limite della praticabilità e spogliatoi fatiscenti.
E ancora la palestra Marini e la “piovosa” Martin Luther King e tante altre realtà che enumerare e descrivere renderebbe necessari più pagine del giornale che spero mi ospiti. Ma potremmo proseguire con le strutture necessarie agli amici delle altre discipline come l’Hockey, il tennis, il nuoto che da sempre reclama quei cinquanta metri di acqua necessari per allenare a dovere nuotatori che comunque sono riusciti a partecipare a mondiali ed Olimpiadi; la Scherma che ci ha regalato grandi campioni, ed ancora la Ginnastica dell’amico Athos Frosini che ha dovuto camminare sui carboni ardenti per avere un suo spazio.
Potremmo proseguire ma penso davvero che possa bastare per capire a quale livello si sia arrivati con la situazione dell’impiantistica sportiva nella nostra Pistoia. Ora che nessuno mi dica che l’amministrazione ha tante esigenze cui far fronte: sociali, di manutenzione, culturali e quant’altro, questo può valere per uno, due anni, ma non può giustificare decenni di immobilismo che ci hanno ridotti in questa situazione. Mi domando come sia possibile che a poche decine di chilometri dalla nostra città, Modena, Bologna, Prato, Firenze, la situazione sia enormemente diversa da quella pistoiese: attingono forse a fonti diverse dalle nostre?
Sono comuni o regioni a statuto speciale… o cos’altro? Oppure dobbiamo ricordare l’enorme valore sociale, educativo e preventivo dal punto di vista sanitario dell’attività sportiva, un vero e proprio investimento per i nostri giovani che hanno diritto ad una fetta importante della loro formazione. In tutta franchezza, da cittadino, comincio a nutrire forti dubbi sulle capacità di progettare e gestire la cosa sportiva nel nostro comune. Ancora forti dubbi sulle competenze specifiche degli addetti ai lavori: per amministrare lo sport bisogna sapere di sport e magari averlo praticato.
Ultima perla in ordine di tempo è l’ennesimo ed incomprensibile rinvio circa l’assegnazione della gestione degli impianti, dopo che l’amministrazione aveva a più riprese assicurato che entro maggio, e poi giugno e poi luglio avrebbe pubblicato i relativi bandi. Cari amici che avete a cuore lo sport e la nostra città, credo che sia arrivato davvero il punto di non ritorno, e che tutti ci dobbiamo fermiamo a riflettere, affinché i nostri giovani possano sperare in un futuro diverso da questo presente. Suggerisco ai nostri amministratori di fare altrettanto. Tanto sport a tutti voi.
Claudio Caramelli
Si apra la discussione. Intanto speriamo nella risposta, celere, di chi di dovere. Assessore allo sport Mario Tuci se c’è, batta un colpo.
One thought on “impiantisti. CLAUDIO CARAMELLI E “LA PISTOIA SPORTIVA CHE FU””
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