PESCIA. Scade il termine per il pagamento dell’acconto di Imu e Tasi. I consiglieri comunali di Percorso Comune segnalano un’anomalia che si è verificata a Pescia. Il calcolo – spiegano – è stato fatto con le aliquote del 2014, in quanto le delibere 42 e 43 del 4 giugno sono state inserite nei programmi, quindi utilizzate per i calcoli, dopo la data di consegna degli F24 da pagare ai contribuenti.
Per le seconde case e gli altri fabbricati le aliquote del 2014 erano 0.96% l’Imu, 0.10% la Tasi; nel giugno 2015 sono stati pagati l’acconto per una parte di Imu e una di Tasi per un totale del 1.06%.
Dopo le delibere di giugno l’aliquota del 2015 è di 1.06% di Imu, niente Tasi perché la percentuale massima esigibile è già raggiunta; nel saldo, quindi, i contribuenti devono pagare solo l’Imu, ma con il conguaglio: dovrebbero, insomma, spendere una cifra maggiore di Imu, rimanendo in credito di Tasi. L’ufficio tributi, interpellato, suggerisce di pagare il saldo facendo la differenza.
Ma contattare l’ufficio è difficile, è richiesta una pec, una posta certificata, le mail normali “non vengono lette”, ci dicono, anche al telefono è difficile farsi rispondere. Ci sembra scandalosa, e la vogliamo denunciare, la tempistica: non avendo a disposizione la delibera nei tempi dovuti si è venuta a creare una confusione che penalizza i cittadini.
Inoltre nella delibera non è indicata la possibilità di compensare il credito nel calcolo dell’imposta. Non è accettabile che non sia possibile contattare l’ufficio se non con una pec, che la stragrande maggioranza dei pesciatini non possiede.
Politica e amministrazione devono essere al servizio della cittadinanza, non contro. Chiediamo – concludono – che tutti i cittadini siano contattati, e sia restituito loro quanto pagato e non dovuto.
[morini – percorso comune pescia]