Domanda di un avvocato in aula Signorelli, a Pistoia, oggi 30 novembre 2021: «Scusi, signor imputato, ma lei… per quale partito vota?». Siete tutti pregati di annotarvi la data a futura memoria
CHIESE L’AVV. CON GRANDE ORGOGLIO:
« PER CHI VOTA LEI, BERGOGLIO? »
A PARTE l’arroganza di non pochi di loro nel porre le domande con un sussiego degno di miglior causa per cui tanto meno sanno di un argomento su cui non si sono preparati a dovere, tanto più incalzano facendo, ovviamente, incazzare gli interrogati: stessa dose per maschi, femmine e neutri; a parte l’arroganza, ormai si arriva a dei livelli che mai e poi mai avrei potuto credere di poter vedere nella mia vita di quasi trapassato, come direbbe Feltri.
Oggi, per esempio, un nobile rappresentate di questa sussiegosa categoria avvocatizia, a un imputato sotto interrogatorio ha avuto l’ardire di chiedere a che schieramento politico apparteneva, semplificando: ma lei per chi vota?
Che fegato! In aula si è notato un accesso di epigastralgìa generalizzata, dovuta non come sostiene nelle sue più o meno stupide accuse il sindachino di Agliana Luca Benesperi, a minacce, estorsioni o violenze private che noi di Linea Libera gli avremmo fatto; ma all’indignazione indistinta di tutti, tranne, ovviamente, il suo assistito – un noto politico anch’egli pieno di roboante superbia – che era parte offesa: la gente, infatti, si sceglie avvocati simili a sé come accade anche per padroni e cani.
Ma non c’è da meravigliarsi se gli avvocati non sanno cos’è la Costituzione: è molto peggio che non lo sappiano neppure i giudici, che ce ne danno spesso prova – o altrimenti non metterebbero in piedi processi sgangherati quando, prima di andare in aula e vedere sfarinarsi tutto, basterebbe che si leggessero i documenti loro presentati ed esibiti. Cosa che non fanno quasi mai: ergo o non sanno leggere o non vogliono leggere.
Tanto paga il popolo, vero?
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]