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PISTOIA-SERRAVALLE. Dopo l’emergenza occorre mettere in campo azioni concrete a tutela del territorio e dei cittadini di Serravalle.
Per questo penso che il sindaco e l’amministrazione comunale dovrebbero costituirsi come parte civile nei confronti di Pistoiambiente per una eventuale richiesta danni.
Senza indugi l’amministrazione deve fare un monitoraggio serio e approfondito del livello di inquinamento del territorio. Deve farsi promotrice di un’azione a tutela delle aziende agricole e turistiche che hanno subìto danni.
Solo con queste azioni concrete il comune può fare un servizio ai propri cittadini.
Adesso le parole e i discorsi non hanno più senso. Se da una parte possiamo comprendere l’atteggiamento di Arpat, che non ha ancora elementi oggettivi sul grado di inquinamento, dall’altro lato non comprendiamo l’atteggiamento attendista dell’amministrazione.
Per noi è una questione di buon senso e di precauzione nei confronti di chi ha provocato il danno perché, al di là della quantificazione, il danno è certo.
Pensiamo per un attimo all’inceneritore di Montale dove avviene una combustione controllata di rifiuti solidi urbani e dove vi è un camino dove i fumi emessi vengono filtrati, purificati e monitorati: nonostante questo la pericolosità dell’impianto è accertata (vedi), al minimo sforamento esso viene bloccato anche nel caso di sforamenti inferiori ad un decimale di percentuale.

Pensiamo invece a quello che è successo al Cassero, un enorme cratere in fiamme, tonnellate di rifiuti speciali, tossici e nocivi che bruciano a temperature relativamente basse con una enorme produzione di inquinanti. Basta fare questo piccolo paragone per capire il disastro che è stato fatto.
Pensiamo ai numerosi risvolti che questa situazione può creare per i cittadini, oltre a quelli ovvi sulla propria salute. Se ad esempio ci fossero tracce importanti di inquinanti sul terreno e questo terreno per qualsiasi motivo dovesse essere rimosso il cittadino è costretto a trattare la terra come un rifiuto speciale con l’aggravio di costi conseguente.
Pensiamo alle aziende agricole del territorio che oltre ai danni materiali dovuti all’impossibilità di coltivazione o di allevamento saranno colpite anche da un inevitabile danno di immagine. Pensiamo a cosa è stato respirato al passaggio della nube.
Saranno gli organi competenti a stabilire le cause e le responsabilità dell’incendio ma rimane il fatto che questo ha provocato danni a terzi che conseguentemente devono essere ripagati.
Pertanto ci aspettiamo una azione concreta e rapida da parte del comune a tutela dei cittadini e del territorio.
Patrizio La Pietra
Portavoce Provinciale Fdi-An Pistoia