PISTOIA. L’incendio che divampa a Montale ormai da giorni è una ferita che ci accomuna tutti, indistintamente. Sbagliato sarebbe pensare d’essere “sfortunati”, magari assieme ai soli siciliani, per essere incappati in questa tragedia.
Un quadro d’insieme aiuterà a comprendere.
Da metà giugno ad oggi sono andati è andato in fumo il 93% della superficie boscosa che era bruciata durante l’interno anno 2016: un incremento devastante che non può esser addebitato solo ai criminali piromani. In Sicilia sono bruciati 13mila ettari di bosco, seguita dalla Calabria con 5.826 ettari, la Campania 2.461, Lazio con 1.635, la Puglia 1.541, la Sardegna 496, l’Abruzzo 328, le Marche 264 e la Toscana 200. Quest’ultima dato va affiancato a quello sull’incendio che sta colpendo la zona montalese: a ieri, sono stati mangiati dal fuoco ben venti ettari di bosco.
È bene ricordare che l’incendio per cause naturale è pressoché inesistente: non è presente in natura una condizione tale da far accendere una fiamma in un bosco con la sola luce solare. Le menate sui cambiamenti climatici, sull’estate più torrida dal 1000 A.C. e su Trump che non sottoscrive l’accordo di Parigi sul global warming, sono appunto fesserie spacciate per verità da ambientalisti allo sbaraglio. La verità è che, oltre agli psicopatici piromani, esistono ottimi motivi per abbattere enormi porzioni di foreste: basti pensare che nel 2016 il 60% degli incendi boschivi sono avvenuti nelle regioni con una storica e provata presenza mafiosa.
A tutto ciò dobbiamo aggiungere il confuso processo di riorganizzazione delle funzioni dell’ex Corpo
Forestale ora assorbito nell’Arma dei Carabinieri e i ritardi nazionali dovuti al fatto che il Governo e i Ministeri competenti non abbiano ancora approvato i decreti attuativi necessari al completamento del passaggio di competenze. Inoltre il Piano AIB (piano antincendio boschivo) non è stato approvato, ad esempio, da Campania e Lazio: la prima ha 445.274 ettari di bosco e non ha ancora sottoscritto l’apposita convenzione coi Vigili del Fuoco per le essenziali funzioni ad esso delegate, mentre la seconda addirittura 605.859 ettari di superficie boscosa, ma allo stesso modo non ha sottoscritto alcunché.
Una regione come la Sicilia, dove gli ecomafiosi abbondano, con 338.171 ettari di foreste e boschi, ha approvato il Piano AIB a maggio ma non ha sottoscritto la convenzione coi Vigili del Fuoco di cui sopra e tantomeno ci sono notizie sull’attivazione dei Centri Operativi Provinciali per aumentare l’efficacia e l’efficienza degli interventi territoriali. La Calabria, con circa 613.000 ettari di boschi, ha approvato il Piano AIB il 12 giugno e sottoscritto la convenzione coi Vigili del Fuoco solo il 4 luglio.
La Toscana è meno colpita da questi reati, probabilmente, per mera fortuna: in pratica sul nostro territorio scorrazzano meno piromani e simili rispetto a quanti ve ne siano in Sicilia.
Ma le criticità venute a galla con l’incendio di Montale sono ben chiare.
[Lorenzo Zuppini]