Ieri sera ad Agliana sbugiardati i Sindaci inceneritoristi con Rossano Ercolini e Fabrizio Bertini che hanno impietosamente ribadito la correttezza e piena attuabilità della politica Rifiuti Zero. L’Ordine dei Medici, con Beppino Montalti, ha negato la disponibilità alla consultazione della famigerata indagine epidemiologica sanitaria, ricevuta solo da Franceschi, l’unico che non aveva interesse a vederla. E godetevi la democrazia delle destre e delle sinistre!
Fra tutti i reati possibili da perseguire, la procura va avanti da sempre solo con i puntini sulle «i» salvando i politici dalle loro colpevoli responsabilità su inquinamento e salute pubblica. Ma le “autorità costituite” – direbbe la Gip Martucci – devono essere salvaguardate e scudate
PERCHÉ LA PROCURA DI PISTOIA
NON PARLA, NON VEDE E NON SENTE?
PIANA. Al con[s]iglio comunale aperto di ieri sera 15 febbraio hanno parlato in una ventina sulle famigerata “politica inceneritorista” degli ultimi 20 anni e sono stati impietosi, portando alla luce le numerose incongruenze registrate per la dismissione dell’impianto.
Di grande effetto e respiro per la loro autorevolezza, gli interventi di Rossano Ercolini (premio Nobel europeo sull’ambiente) e dell’architetto Fabrizio Bertini (Movimento Zero Waste), che hanno riportato lo “stato dell’arte” sulle questioni collegate alla dismissione dell’impianto: il primo ha smentito i presupposti invocati dai sindaci inceneritoristi (primus inter pares don Ferdinando Betti e l’usciere Gabriele Romiti di Quarrata, con il suo vice Patrizio Mearelli, in tribolazione per le sue manifeste incomprensioni) che blandiscono la fattibilità della dismissione con la sostanziale esigenza di una quota residua di rifiuti da incenerire: anche l’inceneritore richiede altresì un paio di discariche per lo smaltimento dei rifiuti. Non dimenticatelo.
Il Pd ha presentato tre interventi: il sindaco in pectore Guido Del Fante si è reso semplicemente ridicolo con le solite supercàzzole sulla buona politica della gestione dei rifiuti, poi smentito nei fatti alla don Ferdinando Betti, che poi sarà smentito in ultima analisi dalla conferma del Pd centrale della Regione Toscana.
Il pesante fardello argomentativo è stato malamente trattato dal segretario locale del Pd Andrea Acciai (segretario anche viaggiatore con auto pubbliche a sbafo delle casse pubbliche del popolo), che ha letto un comunicato contraddittorio con cui voleva – reggetevi forte – annunciare la dismissione dell’impianto, però mantenendolo in piedi. Roba adatta al PD, ma acronimo di “parole demenziali”.
Acciai lo ha fatto. E per fare ciò ha usato la solita insofferenza da “… c’avete la faccia come il c…”: dopo 45 anni di incenerimento, ora i democratici sono vocati alla tutela della salute invocando una dismissione che non sarà mai possibile, perché non voluta. Semplicemente irresistibile per chi apprezza la confusione cara a Mao Tse Tung, solito dire – e il brocardo giunge proprio al caso – Tanta è la confusione sotto al cielo, tutto procede regolarmente!
Non ci dispiace ma ci conforta – per questo nostro severo giudizio – che il segretario dem, non abbia ricevuto alcun applauso dalla platei. E ciò è sintomatico della chiara e manifesta avversione all’inceneritore di Montale.
Ridicole le ipotesi di un referendum che, essendo solo consultivo, verrebbe ignorato dagli inceneritoristi, oppressi dalla loro incapacità (il Del Fante, se vuole proseguire la narrazione, si riguardi qui come era indignato due lustri fa) di dismettere un impianto desueto e massimamente pericoloso, come dimostrato dall’intervento dell’Ordine dei Medici di Pistoia.
Il referente dell’organo statale, restando a sedere sulla poltroncina è stato “moderato” parlando delle evidenze di incremento delle malattie tumorali sul territorio anche denunciate dai suoi colleghi Ferdinando Santii e Guido Pastacaldi; poi, pressato da chi scrive, ha affrontato il “succo del discorso” che interessava l’assemblea: l’indagine epidemiologica sanitaria sull’inceneritore non è mai stata presentata al Consiglio dell’Ordine.E allora di cosa si è trattato se non di una stellare presa di culo?
Questo fatto dovrebbe aprire gli occhi ai signori del terzo piano della Procura di Pistoia, che però, oltre a tenere da sempre il più “basso profilo” sull’impianto con prevedibili archiviazioni (vedi anche la discarica sepolta sotto l’impianto), non disdegna di negare l’estrazione degli atti ai Comitati che vedono archiviare – dopo oltre 5 anni di silenzio della sostituta Gambassi – gli esposti rivolti all’autorità giudiziaria e da essa messi a tacere nel cestino della cartastraccia.
Insomma, adesso che adesso che il con[s]iglio comunale è stato aperto, gli “inceneritoristi spinti” hanno una nuova patata bollente: dimostrare come buono e salvabile, tutto ciò che non è mai stato oggetto di trattazione e pubblicazione.Faranno come il fu ministro Speranza che, falce e martello, mandò la gente al macello.
E non si parla solo dell’indagine sanitaria (però pervenuta e chiusa nel cassetto di Edoardo Franceschi che l’ha letta) ma anche d’ulteriori episodi di malagestione che, chi scrive ha sinteticamente richiamato, esponendo le più marchiane clamorose dichiarazioni di causalità per numerosi e inspiegati episodi “blocco di impianto” artatamente giustificati con illogiche e fuorvianti relazioni di consulti terzi, ma pagati dalla Cis spa; e anche, non è questo un dettaglio, clamorose trattazioni in regime di arbitrato da tre milioni di euro (pagate con soldi pubblici) dei quali i con[s]iglieri “non sapevano e non sanno” nulla. Avete capito, ora, perché noi lo appelliamo con[s]iglio comunale?
Anche il capogruppo Vannuccini ha parlato e, furbescamente, ha tentato di salvare la faccia (del Pd allo sfascio) tentando di accusare l’inerzia dell’amministrazione di Luca Benesperi, che non si è certo distinto, però, in opere di bene aldilà di quelle di fare continui inciuci e salamelecchi a favore dei rossi aglianesi fedeli agli ideali della resistenza (non di rado alla legalità, vista la putrida storia del mai comandante Andrea Alessandro Nesti…).
Prossima edizione, sarà quella della votazione sulla dismissione dell’impianto. Si preannuncia una pesante maturazione deterministica dei diversi gruppi politici partecipanti che, Pd incluso, si sono dichiarati favorevoli alla chiusura e dismissione. Ma c’è da aspettarsi che, arrivati con la faccia al muro, apriranno le braccia e fatalisticamente diranno: cittadini… che volete che si possa fare? Ma nel 2060, quando i contadini smetteranno di fare sudicio e i cittadini di spargere plastica dappertutto perché l’Europa ci avrà riportato alla pastorizia brada del medioevo e alle automobili a pedali, l’inceneritore verrà chiuso.
Come la bocca del popolo, avversato da tutti…
Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]
L’immagine del coniglio aperto viene da Wikipedia