inceneritore. ARPAT C’È E BETTI LO SA!

L’inceneritore del Cis Spa

PIANA. Non perde tempo Arpat e, questa volta, non attende le severe contestazioni ricevute nella Commissione Ambiente a Montale, intervenendo con un comunicato stampa di generale rassicurazione: what else?

Ladurner ha spiegato che non ci sono stati problemi e che l’inquinamento non c’è nemmeno questa volta: what else?

Arpat crede a Franceschi e Ladurner; crede a loro anche quando narrano delle sbriciolature di chips che sono state calamitate sulla centralina Ups, causando un dannato incidente, dovuto solo alla sfiga: what else!

Arpat si impegna anche questa volta a fare delle analisi (sulle ceneri delle camere di combustione ahooooo, mica caccòle!).

Noi, possiamo anticiparvi già adesso che saranno nei limiti di legge e dunque saranno a posto: what else?

Ferdinando Betti, Sindaco di Montale

Insomma, la più rituale giostra delle “formalità da adempiere” riprende a girare, questa volta più accelerata ma sempre con gli stessi esiti, tranquillizzanti: tuttovaben Madam la Marchesa.

Chissà se Andrea Poggi, provvederà a riferire al Comitato Ecolabeling di Ispra che si era sbagliato appena un anno fa, allorquando il Dipartimento Arpat aveva rassicurato il Comitato ministeriale (quello che rilascia le patenti agli impianti di incenerimento) che le deficienze rilevate dalla super-commissione Arpat (nominata con delibera dirigenziale 77 del 6.5.2016) non sono affatto state superate: in un anno, ci sono stati un bel paio di blocchi, peraltro ingiustificati e incomprensibili.

Altro che risoluzione dei numerosi problemi impiantistici codificati in una relazione (quella dei superesperti che vede andare su tutte le furie l’assessore regionale Federica Fratoni) anche depositata alla Procura della Repubblica: tutt’altro!

Arpat precisa urbi et orbi che: “sulla base di questa ricostruzione del gestore non ci si attende che l’impianto abbia dato luogo ad emissioni significative durante la marcia anomala…”.

Accumulo di bidoni vuoti pesantemente sanzionata a due artigiani

Notate bene come l’esegesi del periodo dimostri con il molto eufemistico “non ci si attende” la straordinaria indulgenza di Arpat nei confronti di Ladurner, chiamata a gestire il più ingestibile impianto, dimostratamente difettoso e malfunzionante, con la soggezione di una pesante minaccia di “messa in forza” di pagamenti a lei dovuti per arbitrati iper-scaduti e inenarrabili accordi stragiudiziali, coperti dalle amministrazioni proprietarie che sanno bene di non poter nemmeno tenere il cappello in testa quando si parla di gestione dell’impianto.

Arpat, conferma che la “ricostruzione” la fa il gestore Ladurner, cioè quello che dovrebbe essere controllato e che pertanto è ragionevole aspettarsi una rapida chiusura dell’incidente: what else?

Insomma, il “basso profilo” sull’impianto della Cis spa si riafferma ancora una volta: ci chiediamo solo che cosa sarebbe successo se ad avere un guasto (magari con un piccolo incendio), fosse stata una carrozzeria privata artigianale, gestita in proprio.

È il caso vissuto dei due artigiani (senza incendio) dei quali vi abbiamo parlato nel 2014 e che sono ancora sotto processo per sfuggire a una sanzione di soli 60.000 euro per un accumulo di bidoni vuoti: what else?

Arpat avrebbe parimenti creduto alle rassicurazioni di buona fede e regolare gestione dell’officina del carrozzerie allo stesso modo?

[Alessandro Romiti]

 

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