MONTALE. La prossima commissione ambiente, vedrà Arpat e Usl ascoltare l’ennesimo redde rationem degli uomini di Ladurner sulle numerose incongruenze e violazioni dovute alla malagestione dell’inceneritore di Montale.
Ancora una volta, Ladurner si distingue per il suo comportamento illogico, opaco e contraddittorio: hanno nuovamente apposto una “clausola di riservatezza” su un documento predestinato a fare pubblica evidenza di un fatto di pubblica rilevanza.
L’episodio non è sfuggito al Comitato antinceneritorista che ha già rivolto le proteste al Segretario Generale Donatella D’Amico: è lei che ha il compito di sorvegliare la conduzione delle Amministrazioni guidate da Betti e Mangoni e lo era anche nello scorso settembre 2017: è la seconda volta che succede questa esatta incresciosa e grave incongruenza di tipo amministrativo, ma non solo.
Sull’episodio, torna bene citare Manzoni: La strada dell’iniquità è larga, ma questo non vuol dire che sia comoda. Ha i suoi buoni intoppi, i suoi passi scabrosi è noiosa la sua parte e faticosa, benché vada all’ingiù.
Sarà interessante vedere se i consiglieri comunali di opposizione saranno capaci di protestare per la kafkiana serie di incongruenza che Arpat ha rilevato nella relazione dell’episodio del 16 marzo e a noi, che siamo semplici osservatori, ci viene da osservare che proprio un anno fa, il Dipartimento diretto da Andrea Poggi, ebbe a rassicurare l’Ispra che andava tutto bene e che le criticità dell’impianto di via Tobagi erano state superate.
Ma quando? Ma dove?
Nell’ultima relazione di Arpat (ma quì, non vale il brocardo in cauda venenum) si parla di una segnalazione alla Procura della Repubblica di Pistoia per delle infrazioni alla legge.
L’ennesima “tirata di orecchie” o sarà questa una ulteriore “goccia che farà traboccare il vaso”?
[Alessandro Romiti]