PIANA PISTOIESE. Arpat Toscana presentò – lo scorso 16 ottobre 2015 – una relazione tecnica decisamente insolita, quanto parziale e tardiva dopo l’evento di sforamento dell’inceneritore di Pccd/F avvenuto nell’estate.
Lo stupore è stato, però doppio, quando la stessa Agenzia Toscana ha proposto una nota di rettifica al suo comunicato, datato 11 novembre, che prevedeva delle correzioni apparentemente incomprensibili per la loro accuratezza argomentativa.
La disponibilità della corrispondenza inviata il 26 ottobre dall’Avvocato della società Ladurner, Cinzia Silvestri, ha però permesso di capire la dinamica dei fatti: l’avvocato contesta duramente all’Arpat di avere svolto delle interpretazioni personalistiche che sarebbero dunque il frutto discrezionale del direttore (dott. Claudio Coppi) e non la determinazione conclusiva di una lavoro di équipe tenuto nel segno di un organo di controllo, organizzato (e anche pagato) in seno alla legge repubblicana, cioè dalla comunità stessa che il soggetto dovrebbe proteggere e tutelare.
L’avvocato Silvestri ribadisce inoltre che le considerazioni dell’Arpat, gettano “…discredito sull’attività gestoria della Ladurner”, in un contesto di “…aggressione gratuita e distruttiva”, minandone dunque la sua onorabilità; poi contesta all’Arpat di criticare l’operato della Ladurner in modo “…non giustificato da un disegno ragionato e svolto in contraddittorio né dai fatti”.
A noi, che siamo da sempre attenti alle vicende dell’impianto, sembra di aver già sentito altri che si lamentavano per la mancanza di contraddittorio e diffuse reticenze: non sarà che …chi di spada ferisce, di spada perisce? O forse si tratta di una preliminare azione di “demolizione” del vecchio gerente per il subentro della nuova holding assegnataria della conduzione del sistema di smaltimento dell’Ato?
Vi proponiamo il testo integrale della lettera per le vostre considerazioni.
Buona lettura: ladurner-arpat
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